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La storia di Simone, un simbolo della vergogna

Dalla Redazione

ISCHIA. Un gravissimo episodio d’intolleranza si è verificato alcuni giorni fa a Napoli. Baciarsi, salutarsi, prendere un caffè insieme dovrebbero essere azioni normali per tutti, in Italia: eppure a Calata Porta di Massa  non sembra affatto scontato. Una nuova aggressione omofoba nella metropoli partenopea, che due giovani hanno avuto il coraggio di denunciare pubblicamente e agli organi competenti. L’episodio è accaduto al Molo Pisacane, nella zona di Calata Porta di Massa, nel pomeriggio dello scorso 26 novembre, e ha visto protagonisti appunto due ragazzi. Il primo, Simone Coda, è un giovane casamicciolese, operatore in servizio al 118 di Ischia, che si trovava in compagnia di Daniele, napoletano. Entrambi erano in attesa dell’imbarcazione per Ischia, presso le panchine della stazione marittima. Un inserviente del luogo avrebbe iniziato a deriderli, mostrando di non gradire le tenere effusioni che i due ragazzi si stavano scambiando. L’inserviente non era sconosciuto a Simone: «Da circa dieci anni quell’individuo mi perseguita – dice Simone – Finora, però, non era mai passato all’aggressione fisica. Ogni volta che mi vedeva sul molo, m’insultava, apostrofandomi con modi volgari, invitando me e il mio compagno a nasconderci». In un momento successivo, però, l’inserviente è passato dallo scherno all’aggressione fisica: «Mentre stavo salutando Daniele con un bacio – riprende Simone – si è avvicinato, chiamandomi “ricchione” e spintonandomi violentemente. Io ho cercato di reagire, ma subito dopo mi ha colpito  con due violentissimi schiaffi». Occhiali e altri oggetti personali volavano in terra: «Uno dei colpi è stato così violento da stordirmi». All’arrivo a Ischia, il giovane si è poi recato al pronto soccorso dell’ospedale Rizzoli: i medici hanno riscontrato un trauma al padiglione auricolare destro con lacerazione della membrana timpanica, raccomandando comunque  visite più approfondite: «Ho effettuato quattro visite specializzate, il medico ha detto che la membrana potrebbe riportare cicatrici permanenti, ma potrebbe anche sanarsi. Preferisco pensare positivamente. Per adesso, continuo a non avvertire suoni attraverso l’orecchio colpito. Il controllo di lunedì prossimo sarà decisivo».  Il ragazzo, lo scorso 9 dicembre, ha poi deciso di denunciare l’accaduto presso le forze dell’ordine, alla Stazione dei Carabinieri di Casamicciola Terme: «All’inizio avevo pensato di evitare la denuncia: alcuni mi dicevano che l’aggressore è un padre di famiglia, ma poi ho riflettuto e ho deciso che non dovevo farmi intimorire». Sono immediatamente scattate le indagini, che ieri hanno portato all’identificazione dell’aggressore di Simone da parte dei Carabinieri, che ora dovrà rispondere dell’accusa di lesioni personali e ingiurie. «Non abbiamo paura, lottiamo per i nostri diritti e la nostra libertà», hanno dichiarato i due giovani. Ad accogliere la loro denuncia, anche l’Arcigay di Napoli, tramite il presidente Antonello Sannino: «Non c’è più omofobia di prima, ma la comunità omosessuale ha raggiunto una maggiore maturità. Voglio ringraziare per questo Fabio e Simone, e invitare gli altri a denunciare episodi di omofobia». L’episodio d’intolleranza, comunque, non è certo il primo che si verifica nella città. Un dato ambivalente, che potrebbe indurre a ritenere in aumento il fenomeno dell’omofobia, ma che al tempo stesso può essere interpretato come il segnale che le denunce, un tempo rare, siano oggi diventate un mezzo di tutela delle proprietà libertà a cui sempre più persone fanno ricorso, senza i timori e l’omertà che fino a poco tempo fa caratterizzavano simili episodi. L’accaduto è stato condannato anche dal consigliere regionale dei Verdi, Francesco Emilio Borrelli, e da Gianni Simioli de La radiazza, che hanno dichiarato: «La situazione del porto di Napoli è ormai fuori controllo, oltre a essere la principale causa di inquinamento in città è anche diventato un luogo pericoloso e ostaggio di baby gang e gente violenta come dimostra il caso dei due gay derisi e presi a schiaffi». «E’ necessario che il Governo nomini al più presto il presidente dell’autorità portuale perché è chiaro che la mancanza di una guida duratura sta portando a un progressivo degrado dell’area che, è bene ricordarlo, rappresenta un biglietto da visita per la città per quanti lo frequentano per visitare Napoli o per andare verso le isole del Golfo» hanno concluso Borrelli e Simioli.

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