ELEZIONIPRIMO PIANO

La storia è scritta, Pascale sindaco di Lacco Ameno

Nell’inedito ballottaggio il “barone” conquista 1.615 voti di preferenza, Domenico De Siano si ferma a 1.459: festa grande all’esterno del plesso della Fundera, la proclamazione arriva nella sezione 1. Alle urne si sono recati in 3.162 (78.93%)

Dovremmo partire da un semplice dato, quello numerico, quello che piu’ conta in ogni competizione elettorale. Sono le 18 di un pomeriggio dal cielo plumbeo e coperto quando si chiude l’elezione più lunga, tormentata, cruenta e surreale della storia di Lacco Ameno. Le urne dicono Giacomo Pascale 1.615, Giacomo Pascale 1.459. Tradotto significa 156 voti in più per il Barone ma soprattutto vuol dire che Pascale è il nuovo sindaco di Lacco Ameno. E stavolta non ci sono schede contestate o dubbi o remore di qualsivoglia natura che tengano.

All’ombra del Fungo può finalmente calare il sipario. Di festa e proclamazione parliamo in altra parte del giornale, ma prima di passare alla cronaca di un pomeriggio – che però rispetto a martedì 22 settembre è filato via così liscio da non sembrare quasi vero – non si può non soffermarsi sul dato politico che è emerso dalle urne delle quattro sezione ubicate nel plesso scolastico della Fundera. E che, praticamente dopo un quarto di secolo, segnano la fine dell’epopea del senatore su un territorio che lo aveva visto sempre vestire i panni di dominus incontrastato. La rivoluzione, già in parte annunciata nel primo turno, dove di fatto il testa a testa non era la notizia migliore per De Siano, è stata soltanto rimandata di due settimane, quando si sono giocati i “tempi supplementari”. E’ una vera rivoluzione, anche per quelli che sono gli scenari che la stessa potrà portare negli equilibri intercomunali sulla nostra isola, ma di questo ci sarà tempo e modo per parlarne. Per la cronaca in consiglio comunale siederanno otto consiglieri della lista “Il Faro” e quattro di “Sempre per Lacco Ameno”. La maggioranza sarà composta da Giovangiuseppe Zavota, Pietro Monti, Ciro Calise, Dante De Luise, Giovanni De Siano, Carla Tufano, Giacinto Calise, Carmela Monti, la minoranza invece dal candidato sindaco sconfitto Domenico De Siano, Aniello Silvio, Antonio Di Meglio e William Vespoli.

Quando alle 15 arriva lo stop e si chiudono i seggi, il primo dato sul quale si fiondano occhi ed attenzioni è quello dell’affluenza. Che alla fine, nonostante i segnali che erano arrivati nella giornata di domenica, si attesta a quota 78.93, insomma votano poco meno di una cinquantina di aventi diritto in più rispetto a quanto successo domenica 20 e lunedì 21 settembre. I seggi e l’esterno sono invece assolutamente blindati, all’interno sono ammessi oltre ai rappresentanti di lista soltanto i giornalisti. Di polizia ce n’è davvero tanta, anche i rinforzi arrivati da Napoli contribuiscono a garantire un ordine pubblico impeccabile. Dimenticatevi le scene del primo turno, quando scale, corridoi ed esterno del plesso erano affollatissimi. Un cordone di forze dell’ordine controlla gli ingressi lato Rizzoli e lato Fundera per l’appunto. Impossibile pensare di accedere in un edificio che diventa un bunker inaccessibile. E non a caso l’atmosfera rispetto a un paio di settimane fa sembra totalmente diversa, pare quasi di essere un’altra dimensione spazio-temporale. Si parte e i primi parzialissimi conteggi sembrano promettere un testa a testa come accaduto nel primo turno, ma è soltanto un fuoco di paglia. Perché stavolta la scena si capovolge: se De Siano è in testa nella sezione numero 1, è invece decisamente indietro nelle altre tre, e anche in maniera vistosa e cospicua. La forbice pian piano si allarga e cresce esponenzialmente, non si ha mai la sensazione che il leader della lista “Sempre per Lacco Ameno” possa provare a risalire la china. Alle ore 16.45 il destino delle elezioni 2020 e soprattutto della sua storica, inedita e presumibilmente irripetibile appendice è già segnato.

Pascale non può più essere raggiunto e all’interno il dado è tratto nel momento in cui il Barone con 120 schede ancora da scrutinare nella sezione n. 4 (l’ultima a chiudere i battenti) ha già 130 voti di scarto. All’esterno, ovviamente, il messaggio comincia ad arrivare perché anche dirette e chat raccontano minuto per minuto un pomeriggio in ogni caso emozionante. E così come per incanto si cominciano a udire cori da stadio. All’esterno del seggio della Fundera si fiondano almeno un centinaio di persone, tenute a debita distanza da un cordone di polizia, anche perché i verbali ancora devono essere chiusi. Poi, però, ecco che la festa può avere inizio e tutti, ma proprio tutti, arrivano a destinazione. Anche Giacomo Pascale, che stavolta sindaco lo è per davvero e quella fascia tricolore può godersela perché non ci sarà quel voto in più o in meno a fargli andare il brindisi di traverso. Il resto sono abbracci, urla di gioia, cori da stadio, qualche botto che non può mai mancare, e l’attesa per la proclamazione che sarà celebrata nella sezione 1.

Il resto è tutto quello che sarà consegnato alla storia oltre naturalmente ai ricorsi legati elle scorie del primo turno che sicuramente ci saranno ma che in questo momento non meritano spazio. Perché in un momento del genere è giusto che l’attenzione sia concentrata su chi ha portato a casa un risultato che appena un anno fa – e dobbiamo essere sinceri – sarebbe stato impossibile per tanti, se non addirittura per tutti. Ma Pascale, evidentemente, ha iniziato a lavorare per riprendersi la poltrona più ambita del municipio di Piazza Santa Restituta un minuto dopo essere stato sfiduciato anche da parte della sua stessa maggioranza. Costruendo mattone su mattone, giorno dopo giorno, e soprattutto sotto traccia, come una formichina. Lavorando anche sulla sua immagine, e tutto questo mentre dall’altra parte forse è stato commesso un errore esiziale. Quello di pensare di aver messo su una Ferrari e di non aver bisogno di “correre” per vincere le elezioni.

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Il risultato del primo turno ha rappresentato per il gruppo di “Sempre per Lacco Ameno” una sorta di elettroshock ed a quel punto ci si è resi conto che bisognava correre ai ripari. Le cronache degli ultimi giorni raccontano che Domenico De Siano sia sceso in campo in prima persona, ma nel momento in cui i ballottaggi hanno messo contro due uomini soli – senza più che il supporto delle liste fosse determinante – quella del senatore è diventata una sorta di missione impossibile. L’impressione è che Pascale nell’indice di gradimento della popolazione fosse decisamente più avanti, e chissà che alla fine De Siano non sia anche riuscito a contenere i contorni di una sconfitta che diversamente avrebbe potuto assumere dimensioni pari a una Waterloo.

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Foto Franco Trani

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