IL COMMENTO Ma voglio bene anche a Giuda
DI BERNARDO DELL’OMO
Un tempo, in una piazza del mondo, una folla inferocita e ammaestrata gridava “crucifige! crucifige!” e un innocente veniva condannato a morte. Ieri in piazza Marina a Casamicciola Terme, il popolo di Casamicciola delle scuole I.C. “Ibsen” e I dell’I.T. “Mattei” ha gridato a squarciagola “No! No alle guerre, no ai nazionalismi, ai sovranismi, al razzismo, xenofobia, omofobia, no ai femminicidi”,no ad ogni forma di violenza e di discriminazione.“Sì ! sì alla pace, alla giustizia, alla misericordia”. Alle lacrime per l’orrore delle guerre, al disgusto e alla condanna ferma e decisa per la disumana atrocità operata da Caino contro Abele, dai fratelli russi contro I fratelli ucraini, dobbiamo rispondere con la cultura della cura, dellasolidarietà, della prossimità, della fratellanza, carità, amore, humanitas, per debellare la cultura dell’indifferenza, dello scarto e dello scontro.
Oggi, il mondo piange, Ischia piange, noi piangiamo per i nostri fratelli, afflitti e piegati da prove indicibili, disumane, un calvario senza fine, aggrediti e calpestati nella loro dignità di uomini e di persone senza alcun motivo. La storia si ripete! ieri: Terenzio, commediografo latino del II secolo a.C scriveva “Homo sum, nihil humani a me alienum puto, sono un uomo e tutto ciò che è umano mi appartiene, mi interessa, fa parte di me”. La storia si ripete ricordando anche il grande sforzo e impegno educativo di don Lorenzo Milani e la sua scuola di Barbiana ”I care”, insegnava, in aperto contrasto col motto fascista “me ne frego”. I care, tu mi interessi, mi prendo cura di te, non ti lascio ai margini della strada, della società, ti solleverò da sofferenze e da dolori.
L’atto di consacrazione della Russia e dell’Ucraina al cuore di Maria, nostra avvocata e intermediaria presso Dio sia la nostra preghiera quotidiana. Un’ultima preghiera: assieme alla “cultura della cura, della pace e dell’amore” non dimentichiamo la cultura del perdono, impariamo a perdonare e ad amare anche i nostri nemici, senza dimenticare che “questo è stato” (Primo Levi) e che accade hic et nunc sotto i nostri occhi, secchi di lacrime. Un altro uomo, di nome anch’egli Primo, don Primo Mazzolari (anni ‘50/’60) in una sua omelia, quella del giovedì santo, festa dell’eucarestia, del sacerdozio e della lavanda dei piedi, ebbe a dire, lasciando tutti sgomenti e senza parola,“ ma io voglio bene anche a Giuda”, sì, amici, quel Giuda lì, proprio quello dei vangeli, il traditore, e che Gesù aveva chiamato amico e fratello. Sì, “voglio bene anche a Giuda” perchè senza perdono, carissimi giovani, non ci può essere amore e senza amore non ci potrà essere pace. Non c’è spazio per amare in un cuore gonfio di odio, di risentimenti, di vendetta, di cattiveria.
DOCENTE ISTITUTO “E. MATTEI”