CRONACA

La vedremo questa nuova Casamicciola?

SECONDA PUNTATA RICOSTRUZIONE SISMA – L’ing. Giuseppe Conte passa ai raggi x tutta la normativa messa in piedi dall’ex Schilardi – Un’infermale meccanismo per non uscirne mai fuori. La speranza nel nuovo arrivato Legnini

Non c’è due senza tre. Dopo Giuseppe Grimaldi (Emergenza) e Carl.o Schilardi(Ricostruzione 1) è arrivato Giovanni Legnini (Ricostruzione 2), sostituto di un commissario che aveva già incassato una proroga del suo mandato fino a dicembre 2022, inspiegabilmente annullata dalla presidenza del Consiglio dei ministri. La faccenda Ricostruzione Sisma Isola d’Ischia si fa terribilmente seria, tanto da attivare l’allerta di diversi osservatori e studiosi isolani del problema e gli stessi sindaci Castagna, Pascale e Del Deo, molto attivi in questi quattro anni di frenetica corsa contro il tempo, ma ahimè svuotati di quei poteri eccezionali che avrebbero potuto promuoverne una più efficace attività ricostruttiva sul Territorio comunale.

Premessa indispensabile per “capire” il lungo documento redatto dall’ing. Giuseppe Conte e inviato a tutte le autorità preposte agli eventi sismici nazionali. Come ampiamente riportato nella prima puntata di questo “servizio”, Conte aveva lamentato la mancata trasmissione alla Regione di una ordinanza propedeutica alla redazione del Piano di Ricostruzione di cui all’art. 24 bis della Legge 109/2018 da parte di Schilardi; ordinanza indispensabile per la perimetrazione dei centri maggiormente colpiti dal sisma. Tuttavia Conte è molto critico anche per ciò che riguarda questa “bozza di Schilardi” non firmata e ferma al palo da oltre un anno, perché presenterebbe profili di illegittimità in contrasto con quanto disposto dall’art. 11 del Dl 189/2015 e Dl 1289/2016 per ciò che concerne le modalità da seguire per la perimetrazione dei “centri e nuclei di maggiore interesse sismico” (Vedi Strumenti urbanistici attuativi come un Piano di Ricostruzione ritualmente approvato dalla Regione ed Enti preposti). Conte- in tutto questo bailamme di norme, procedure, leggi, regolamenti, commissioni, ordinanze e…denaro sonante del Governo, si destreggia con notevole padronanza e focalizza anche la convenzione con Invitalia per avvalersi di consulenze operative (non bastano cento mangiapane a tradimento Ndr) attraverso un cronoprogramma che esiste soltanto in mente deis e non ancora portato a conoscenza degli interessati (i danneggiati dal sisma) e dei sindaci, che spesso vanno a ruota libera, privi di coordinamento e di obiettivi comuni.

Nel documento di Conte si parla anche della decisione di Schilardi di rimandare ad un “separato documento” la pubblicazione degli esiti della ricognizione e rappresentazione cartografica in merito al raffronto tra danni post evento sismico, carta dei vincoli e perimetrazione del rischio idrogeologico e sismico; documento mai redatto e sepolto insieme all’uscita di scena di Schilardi. Ma non è ancora finita in questo mare magnum di cartacce, planimetrie, disegni, proiezioni, schizzi -tutti destinati a qualche scartafaccio, delizia dei topi di archivio- ma che costeranno fior di milioni altrimenti destinabili alle case della povera gente terremotata! Conte continua, impietoso, nel vivisezionare le “decisioni” di Schilardi lasciate in…eredità a Legnini. Si chiede infatti come è possibile emanare una Ordinanza connessa alla ricostruzione senza avere fra le mani –preliminarmente- un documento che rappresenti tutto l’ESISTENTE sul territorio da pianificare e ricostruire urbanisticamente in modo corretto e adeguato. Idem per la questione delle “delocalizzazioni” presa in esame, sempre nella “bozza” contestata”. Schilardi conferisce –motu proprio- un potere di individuazione di immobili necessitanti o meno di interventi specifici di delocalizzazione o trasformazione urbana ai sindaci, ”dimenticando” che tali poteri sono attribuiti al commissario , ai sensi dell’art. 17, comma 3 del DL 109/2018 e che allo stesso spetta stabilire l’entità del contributo per la delocalizzazione (art. 20, comma 2).

Il punto nodale di tutta la faccenda Ricostruzione arriva alla fine del documento di Conte, dove si parla delle attribuzioni regionali nella Redazione del Piano di Ricostruzione, dell’elaborazione degli strumenti urbanistici attuativi, dei piani finanziari connessi e della “famosa” perimetrazione dei centri “sensibili” epicentrali del sisma. Anche qui Conte affonda il bisturi nella piaga della mostruosa burocrazia italiana che tutto rallenta fino a immobilizzare quel processo di “conclusione lavori” (Vedi –meno male- il Ponte di Genova) mai giunto nella fase terminale! La Regione –apparato elefantiaco che si regge su logore e sorpassate procedure da snellire e modernizzare- secondo Conte deve supportare i Comuni nella “pianificazione urbanistica connessa alla Ricostruzione coinvolgendo le popolazioni interessate…”, ma astenendosi dall’attività dell’elaborazione degli strumenti urbanistici attuativi, erronea0mente indicati nel preliminare di Piano. Conte conclude ricordando che per accelerare l’iter della Ricostruzione occorre istituire un’appropriata “cabina di regia” indispensabile per pervenire in tempi ragionevoli a quell’agognata Ricostruzione “unitaria e omogenea” tanto sbandierata da Schilardi nei suoi due anni di attività. Il documento infine indica alcune norme da seguire per non rischiare l’invalidazione di ordinanze commissariali, concessioni di contributi già finalizzati per restauri conservativi e altri provvedimenti suscettibili di annullamento per intervenute norme regolatrici e di pianificazione emanate dagli attesi strumenti attuativi. In conclusione le osservazioni dell’ing. Conte vanno considerate come un prezioso contributo a quell’attività ricostruttiva –ancora in itinere- affidata alla nuova “guida” del commissario Legnini e uno stimolo a ben operare nell’interesse delle popolazioni colpite dal terremoto e ancora in attesa di rientrare nelle proprie case, dove sono custodire le memorie familiari e storiche di intere comunità cittadine.

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