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La verità sulla morte di Lojodice dall’autopsia

Suicidio o malore, resta un mistero la tragica fine del 51enne medico in servizio presso l’ospedale Rizzoli: a far luce sulle cause del decesso potrebbe essere l’esame sulla salma

Resta un mistero, o meglio un mistero a metà. Sarà verosimilmente l’esame autoptico a fare chiarezza sulla morte del 51enne Fabrizio Lojodice, medico in servizio presso l’ospedale Rizzoli di Lacco Ameno, dove era conosciuto, apprezzato e benvoluto da tutti. Il decesso resta ancora un mistero. Il corpo senza vita dell’uomo è stato ritrovato in una camera d’albergo di Napoli, peraltro non distante dalla sua abitazione.

A dare l’allarme è stata la moglie, preoccupata dal fatto che il marito non rispondesse al telefono cellulare: la donna sapeva che aveva preso alloggio in un albergo napoletano

L’allarme era stato lanciato dalla consorte, che sapeva perfettamente che il Lojodice si trovava nella struttura ricettiva: aveva infatti telefonato alla reception preoccupata dal fatto che il marito continuasse a non rispondere alle telefonate fatte sul suo cellulare. Il resto è facilmente immaginabile, il personale dell’albergo controlla la stanza, fa il macabro ritrovamento e scatta subito l’allerta con le chiamate alle forze dell’ordine e al 118. I sanitari che sono intervenuti sul posto non hanno potuto fare altro che constatare l’avvenuto decesso del medico, fornendo un solo indizio: la morte era avvenuta da almeno tre ore rispetto al momento del loro arrivo.

Gli inquirenti escludono altre ipotesi: la porta della camera era chiusa dall’interno e non risultano segni di effrazione o colluttazione, così come mancano biglietti o messaggi d’addio

Il resto, come dicevamo resta avvolto nel più assoluto mistero partendo dal più inquietante degli interrogativi: Fabrizio Lojodice si è suicidato o è stato ucciso da un improvviso malore. Una cosa è certa, gli inquirenti hanno messo la stanza a soqquadro e non hanno trovato lettere, biglietti o messaggi di addio il che avrebbe potuto contribuire a dare una possibile soluzione al giallo. Ma è chiaro che a questo punto a raccontare verosimilmente la verità potrà essere soltanto l’esame autoptico sulla salma che è stata sequestrata e trasferita presso l’istituto di medicina legale del Secondo Policlinico di Napoli. Ogni altra ipotesi viene esclusa a priori anche dalla Procura della Repubblica di Napoli: è stato infatti accertato che la porta era chiusa dall’interno e nella stanza non risultano segni di colluttazione né tantomeno di effrazione. E poi difficilmente qualcuno sarebbe riuscito a introdursi nell’albergo eludendo la sorveglianza della portineria per poi allontanarsi indisturbato. La notizia ha suscitato profondo dolore e sconcerto nella comunità isolana, e non soltanto tra i colleghi dell’ospedale Rizzoli di Lacco Ameno, molti dei quali decisamente affranti. Fabrizio Lojodice, infatti, era ormai conosciutissimo a Ischia: aveva anche preso casa a Casamicciola, dove risiedeva stabilmente nel periodo estivo insieme alla sua famiglia, quando il richiamo dell’isola è ovviamente più forte e induce anche a rinunciare all’abituale pendolarismo. Ecco perché quando nel primo pomeriggio di domenica si è appresa la notizia, in molti sono rimasti attoniti. Gli investigatori, naturalmente, stanno passando al setaccio anche la sfera familiare e privata dell’uomo, nel tentativo di provare a dare una spiegazione a quello che potrebbe essere stato un gesto estremo. Potrebbe, appunto, perché su questa vicenda forse soltanto l’autopsia potrà scrivere i titoli di coda.

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