LE OPINIONI

IL COMMENTO Perché questo è un punto di non ritorno

DI BENEDETTO VALENTINO

In questi giorni ho difeso Ischia con tutte le mie forze contro quello che è stato un vero e proprio linciaggio contro gli ischitani. Ma tra di noi certe cose dobbiamo dircele con chiarezza: così non possiamo andare più avanti. La frana di Casamicciola segna una svolta epocale. Nessuno può più far finta di niente. Bisogna chiedere una legge per Ischia che comprende tre criteri: 1. mattone zero per nuove costruzioni; 2. un piano serio per il dissesto ambientale, dove gli immobili a rischio devono essere delocalizzati e abbattuti; 3. tracciare, come già accade per i rifiuti reflui, il mattone che sbarca sull’isola, obbligando le aziende a dotarsi di satellitare. Contestualmente occorre poi dichiarare come termine congruo ultimo quello dei 30 anni per la definizione dei condoni perché per una questione di diritto elementare e di civiltà romana non si posso far pagare agli eredi le colpe dei padri. Né si possono far pagare ai cittadini le inefficienze chiare e lampanti della classe dirigente. Perché qui bisogna sottolineare con forza che ci troviamo dinanzi ad una giustizia sommaria, ad una legge barbarica dove i sacrifici di una vita vengono polverizzati perché lo stato incapace di far rispettare la legge per decenni trova il capro espiatorio a cui far pagare gli errori di una intera comunità.

Non è giusto abbattere le case ereditate dai padri ma è giusto abbattere quelle costruite in zone dove nessuno dovrebbe vivere per la sua stessa incolumità e per quella dei figli. È giusto che lo Stato faccia delle scelte come è parimenti barbaro e ingiusto far pagare il tutto a pochi capri espiatori. Dobbiamo capire che lo sviluppo esponenziale trova il suo limite nel fatto che siamo un’isola, dove abbiamo costruito su tutto il territorio utile. Bisogna mettere un freno. Mettere in sicurezza il territorio. Diciamolo solo tra noi: questo è un punto di non ritorno. Solo così questa tragedia, questo dolore inconsolabile, la Memoria dei bambini morti può rappresentare davvero una svolta.

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Brigida

Perfetto! Finalmente qualcuno parla chiaro, mi viene da dire. Ma estenderei il limite a 40 anni visto che l’esplosione dell’edilizia (in gran parte speculativa) iniziò proprio negli anni 80. Si creavano case da fittare d’estate – o trasferircisi quando la vecchia casa in zona poi turistica serviva al fitto – e ora ce ne sono centinaia che sono vuote, inutilizzate. Salvo poi chiedere fitti esosi a chi cerca una casa annuale. “luglio e agosto però mi serve”. Questo è il punto primo a dover limitare e regolamentare, anche alzando le tasse su queste case disabitate! Utopia, lo so.

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