CRONACAPRIMO PIANO

Fiamme nell’area ecologica, distrutti documenti del Comune

Una vicenda inspiegabile. E, almeno per adesso, un mistero pure di quelli fitti. Domande tante, risposte zero ma non c’è dubbio che qualcuno dovrà fornirle. Sempre che sulla vicenda che stiamo per raccontarvi non decidano di vederci chiaro anche le autorità competenti. Perché siamo davanti ad una storia che di certo presenta profili anomali ma probabilmente anche possibili illegalità. Alle prime luci dell’alba di ieri, secondo alcune indiscrezioni trapelate da ambienti bene informati e che peraltro sono ampiamente suffragate dalle foto che mostriamo in pagina, all’interno del compattatore di Ischia Ambiente, in località Arenella, si è verificato un episodio anomalo: un quantitativo notevole di documenti, carte e faldoni, è stato dato alle fiamme. Ed è ovviamente andato completamente distrutto. Fin qui qualcuno potrebbe obiettare che non c’è nulla di strano, e pure va immediatamente smentito, perché all’interno di un’area ecologica è tassativamente vietato appiccare il fuoco.

Resta il mistero su chi e perché abbia prelevato documenti dagli uffici municipali portandoli poi nell’isola ecologica. Ma soprattutto perché invece di bruciarli non li abbia depositati nell’apposita pressa in attesa dello smaltimento. Cosa si nasconde dietro questa “torbida” vicenda?

Ma quello che sorprende ancor di più è un altro particolare. I documenti dati alle fiamme e ovviamente completamente distrutti sono di proprietà del Comune d’Ischia: faldoni, fascicoli, impossibile ricavarne l’origine viste le condizioni in cui sono stati ridotti. E parliamo di una ingente mole di carteggio, diciamo che per trasportarla all’Arenella ci saranno voluti un paio di furgoni che abitualmente si occupano dello stazionamento per conto dell’azienda monnezzara. Ma queste carte potevano essere tranquillamente inserite nella pressa e successivamente smaltite: perché non è stato seguito questo abituale iter ma si è voluto dar fuoco a quella copiosa e corposa documentazione? E soprattutto chi dagli uffici municipali ha prelevato il tutto portandolo nella sede di Ischia Ambiente? E con la complicità e l’avallo di quale responsabile o dipendente? E come se non bastassero le domande, ce ne poniamo pure un’altra: chi materialmente ha appiccato il fuoco? Bisognerebbe poi interrogarsi anche sull’aspetto più interessante dell’intera vicenda, e cioè capire chi sia stato il “mandante”, colui che ha organizzato il tutto. Tutto poi, ruota attorno al “perché”: impossibile avanzare ipotesi, ma le modalità adottate – purtroppo – prestano il fianco a diversi dubbi e “ombre”.

Tra l’altro pare che chi ha architettato il piano avrebbe sperato in un epilogo diverso. Voleva presumibilmente poi spegnere l’incendio prima di allontanarsi ma non deve essere riuscito nell’intento perché quando ieri mattina il personale è giunto al lavoro ha trovato ancora una densa coltre di fumo. Ovviamente i responsabili di settore provvederanno a stilare un verbale ricostruendo nei minimi dettagli quanto accaduto, poi non è dato sapere se sarà sporta anche una denuncia alle forze dell’ordine, ma crediamo che la cosa sarebbe quanto mai opportuna. Intanto la carta data alle fiamme ha causato anche un altro problema alla Ischia Ambiente: i rifiuti sono di fatto diventati speciali e come tali andranno catalogati prima di essere smaltiti, con un costo ovviamente tutt’altro che irrilevante per le casse della società partecipata. Oltre al danno la beffa, oltre all’alone di mistero. Che ci auguriamo venga svelato, insomma che questa non finisca come le solite storie all’ischitana: 48 ore e tutti avranno dimenticato tutto. Sarebbe un fatto di una gravità inaudita ed intollerabile.

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