Labrador caduto in mare, l’accusa: l’aliscafo non si è fermato

di Stefano Crupi
ISCHIA – Tutto bene quel che finisce bene. L’epilogo fortunato della vicenda che ha come protagonista involontario un cucciolo di Labrador, Noodle, scivolato dal ponte di un aliscafo Caremar e tratto in salvo da un gruppo di velisti del circolo Savoia di Napoli.
Una storia a lieto fine che ha commosso ed emozionato il mondo del Web. E’, infatti, subito diventato virale il video amatoriale che riprende i componenti dell’equipaggio dell’imbarcazione a vela che in seguito all’avvistamento del cagnolino, si danno da fare e si impegnano per salvare la vita dell’insolito naufrago. Dalle immagini si vede il piccolo Noodle nuotare a fatica per raggiungere la poppa del natante ed i sei velisti che, con determinazione, lo incitano a non mollare. Una volta a bordo, il cucciolo infreddolito e sfinito da un’estenuante mezz’ora di passione, viene circondato dall’intero equipaggio che nell’entusiasmo generale si stringe affettuosamente intorno a lui. Migliaia le condivisioni e i commenti di elogio per i sei “eroi” napoletani che dopo aver aver prestato i primi soccorsi e aver portato in salvo Mosé (così ribattezzato dai suoi salvatori) hanno riconsegnato il piccolo al legittimo padrone. Un atto di eroismo e di amore che non ha lasciato indifferente il mondo social e che ha al contempo acceso i riflettori sul lato oscuro di questa vicenda. Non sono ancora del tutto chiare le modalità con cui avrebbero operato gli uomini in servizio sull’aliscafo della Caremar. Sembra, infatti, che alla richiesta del padrone del cucciolo di fermare l’imbarcazione per avviare le operazioni di salvataggio, questi avrebbero risposto che la prassi non prevede questo tipo di manovre e che in ogni caso qualsiasi tipo di azione sarebbe stata superflua considerando le inevitabili conseguenze tragiche di una simile caduta.
E’ con tono risentito e amareggiato che Mario di Meglio, padrone del Labrador, racconta l’accaduto sottolineando come il comportamento dei membri dell’equipaggio dell’aliscafo sia stato tristemente inumano e che se non fosse stato per i velisti del Circolo Savoia adesso staremmo a raccontare di una tragedia e non di una favola a lieto fine.
Ed in effetti viene naturale chiedersi se la prassi, di cui parlava il marinaio, sarebbe stata la stessa nel momento in cui al posto di Noodle ci fosse stato un bambino e se dunque il peso specifico di una vita si misura in zampe; due hai il diritto di essere salvato, quattro no.
Al momento, presso la Capitaneria di Porto di Ischia, comunque, non sono state fatte denunce, né si è presentato il proprietario del cane, per formalizzare eventuali esposti nei confronti della compagnia marittima. Non è escluso, che Di Meglio, si sia rivolto alla Capitaneria di Porto di Napoli, o direttamente ad un legale. Le associazioni e le comunità animaliste, intanto, continuano a tenere la vicenda sotto controllo per capire effettivamente quali siano le operazioni di salvataggio previste dall’azienda in caso di incidenti analoghi.
Resta comunque una bella storia di amore tra i due migliori amici per antonomasia, il cane e l’uomo. Sentiamo spesso brutte vicende legate all’abbandono e al maltrattamento degli animali, per una volta godiamoci il pensiero di Noodle e Mario che grazie a un uomo, a sei uomini in verità, hanno potuto rivedersi e riabbracciarsi.