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“L’abusivismo è stato una piaga, ma…”: parla Giosi

di Stefano Arcamone

 

ISCHIA – Negare l’evidenza sarebbe deleterio, oltre che inutile. Piuttosto, «serve impegno da parte di tutti, politica, imprenditoria, cittadini affinché le tematiche ambientali diventino una priorità condivisa». All’indomani della pubblicazione del dossier “Mare Monstrum” di Legambiente, in cui Ischia compare tra le 5 capitali italiane dell’abusivismo edilizio e viene bollata come «caso esemplare di sfregio alle coste del nostro paese», Giosi Ferrandino interviene in difesa dell’isola e traccia le linee guida da seguire nei prossimi anni per «restituire ad Ischia la dignità di Isolaverde con la quale è conosciuta ed apprezzata nel mondo». Gli elementi cardine sono tre: mobilità ecosostenibile, depurazione, raccolta differenziata. Prima, però, bisogna sgombrare il campo dagli equivoci. «L’abusivismo edilizio – spiega infatti il primo cittadino – è stato a lungo una piaga ed è la causa principale di molti dei problemi sui quali oggi ci affanniamo. Eppure, il fenomeno si è arrestato già da qualche anno, segno che alla fine si è capito che non si poteva continuare a costruire ovunque e senza alcun criterio. Ecco perché credo sia ingiusto continuare ad additarci come l’isola degli abusi».

Ma il danno, ormai, è fatto. Ed Ischia rimane una delle capitali italiane dei reati ambientali.

«Ischia ha un nome che suscita interesse, che fa notizia. È una dinamica che si è sedimentata negli anni e che ha anche delle ricadute positive. Quasi tutto quello che succede sull’isola ha un impatto mediatico molto forte, frutto della nostra storia, del nostro territorio e della nostra tradizione».

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