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«Così fui provocato dal sindaco»: il racconto in Tribunale

Si è svolta ieri mattina presso il Tribunale di Ischia l’udienza del processo che vede imputati alcuni esponenti politici lacchesi. L’ex sindaco Carmine Monti, con Antonio Monti e Aurelio De Luise, furono denunciati dal gestore dell’Hotel La Sirenella, situato sul corso Angelo Rizzoli di Lacco Ameno, nell’estate 2013. Nella tarda serata del 22 luglio i tre componenti della maggioranza politica allora in carica nel Comune del Fungo avevano segnalato a un vigile urbano un sacchetto della spazzatura depositato lungo il Corso, durante una manifestazione letteraria che si svolgeva nel centro del paese. Il vigile elevò una contravvenzione nei confronti dell’Hotel ristorante La Sirenella, poi regolarmente pagata. Tuttavia quella sera ci fu anche un vivace scambio di opinioni tra i tre politici lacchesi e i gestori dell’accorsato ristorante: il titolare l’indomani si recò all’Ospedale dove i medici stesero un referto per alcune contusioni. Ancora un giorno, e scattò la denuncia-querela nei confronti di coloro che all’epoca erano rispettivamente primo cittadino, assessore e consigliere comunale di Lacco Ameno, non soltanto per la presunta aggressione fisica ma anche per il danno ingiusto costituito dalla sanzione elevata dalla polizia municipale.

Ieri mattina in aula è stato ascoltato come testimone proprio il gestore del noto hotel-ristorante, presunta parte offesa del processo. Il signor Bruno ha sinteticamente illustrato gli eventi di quella sera d’estate, specificando che il “pomo della discordia” era costituito da una sacchetto di plastica e di alluminio, ma che non conteneva rifiuti umidi. Il sacchetto era stato depositato momentaneamente fuori al locale, quando arrivò il vigile urbano che contestò il divieto di deposito, elevando la sanzione. Il teste ha ricordato anche le difficoltà incontrate costantemente in quel periodo nel contattare gli addetti e i responsabili della nettezza urbana, e le relative carenze del servizio di raccolta dei rifiuti.

Rispondendo alle domande del giudice e dell’avvocato Emanuele Di Meglio, difensore dei tre imputati, il gestore è poi passato a spiegare i dettagli della dinamica della presunta aggressione verbale ai suoi danni, da parte di  Carmine e Antonio Monti, sfociata anche in contatti fisici, al punto da provocare alcune ecchimosi sul fianco destro al Bruno, come testimoniato dal referto ospedaliero e anche da alcune fotografie. Tali contusioni sarebbero state provocate da una serie di “pizzichi” che si accompagnavano alle minacce verbali: il giudice ha chiesto al teste se tali azioni lo avevano visto come soggetto passivo, senza abbozzare una qualsiasi reazione. Bruno ha risposto di aver sempre cercato di mantenere la calma, ritenendo che tale atteggiamento fosse un espediente per provocarne la reazione. Rispondendo a una specifica domanda della difesa, il teste ha precisato di essersi recato in Ospedale la mattina seguente, in quanto durante il diverbio non aveva fatto caso alle contusioni provocategli.

In seguito è stato ascoltato anche Salvatore Di Costanzo, che nell’estate 2013 lavorava presso il ristorante La Sirenella come lavapiatti. Il teste ha dichiarato di aver assistito personalmente all’aggressione  verbale e fisica ai danni di Luigi Bruno, titolare del ristorante. L’avvocato Di Meglio ha chiesto a Di Costanzo di specificare dove si trovava al momento del diverbio: il testimone ha affermato di essersi trovato proprio all’ingresso del locale, ma la difesa ha fatto notare che nelle sommarie informazioni testimoniali rese all’epoca egli avrebbe detto di essersi trovato nello spogliatoio. Circostanza negata in aula. Di Costanzo ha spiegato di aver visto i due Monti e De Luise inveire contro Luigi Bruno, per poi entrare nel ristorante dove sarebbe avvenuto il contatto fisico col gestore, che avrebbe subìto i “pizzichi” provocatori. Il giudice ha chiesto il motivo del mancato tentativo, da parte del teste, di intervenire durante il confronto, ma Di Costanzo ha spiegato che il vigile urbano stava già provvedendo a dividere i contendenti.

Conclusa la deposizione del testimone, il pubblico ministero ha proposto di escludere l’ascolto dell’ultimo teste indicato dall’accusa, ma l’avvocato Di Meglio ha chiesto di voler procedere all’esame. Oltre a questo, dovranno essere ascoltati anche due testimoni della difesa. Il giudice ha concordato con le parti il rinvio a  maggio. Concluse le testimonianze, il processo sarà rinviato per la discussione finale.

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Francesco Ferrandino

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