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«Caffè Scorretto» «Sindaci, coraggio, ci fate una promessa?»

Di Graziano Petrucci

Il tema è gustoso. Ho riflettuto prima di accodarmi al fiume di parole al napalm della maggior parte dei sindaci sul problema rappresentato dal traffico. Se c’è una lista delle questioni d’interesse su cui discutere questa del numero eccessivo di auto che scorrono sulle nostre strade ne fa parte ed è al primo posto, non c’è dubbio. Oltre a formare una trama oscura e fitta di abitudini, allo stesso tempo schiarisce i modi di fare di noi tutti e delle cose che non siamo disposti ad abbandonare. Come però facciamo per la maggior parte del tempo, aspettiamo sempre che arrivi dal cielo un’ipotesi risolutiva che puntualmente non siamo disposti ad accettare per poi ricadere nel circolo improduttivo dell’attesa fino all’ultimo nella speranza di soluzioni più adatte. Ed è anche questa la sfumatura che contraddistingue la bellezza isolana, non credete? Inoltre mostra la voglia di non prenderci sulle spalle neppure una delle tante responsabilità su cui dovremmo cominciare seriamente a fare auto critica. Eppure da qualche parte bisogna cominciare. Il problema del traffico, in se rappresenta una sconfitta che avanza anno dopo anno, auto dopo auto, sindaco dopo sindaco, specie se non ci decidiamo per una presa di posizione unitaria coinvolgendo i Comuni con ordinanze “comuni”. Non solo il traffico o l’ingorgo rischia di diventare soffocante per il singolo deprezzamento dell’isola ma l’ambiente “Ischia”, nella sua interezza, corre il rischio di implodere su se stesso. In particolare quando si tratta di questioni che interessano e coinvolgono ognuno da vicino, corre l’obbligo – come ho evidenziato in passato, magari c’è chi se lo ricorda – di trasformare il rendez-vous tra i Sindaci, programmato una volta al mese a base di bagordi, anche in qualcosa di più operativo come solo un’intesa condivisa con l’indicazione dei risultati che si vuole raggiungere nel breve-medio periodo può essere. Altrimenti non facciamo che parlarci addosso, cosa nella quale siamo felicemente bravi, comprendendovi mondo politico e amministrativo in cui qualcuno lo è più di qualche altro.

L’edizione originale delle proposte dei sindaci sul tema del traffico subisce il peso delle loro parole che quasi ripete il rituale delle soluzioni annunciate destinate però a non trovare applicazione pratica se non c’è il doppio vettore della volontà e dell’azione. Il peso delle cattive abitudini, se vogliamo inserirci il numero delle auto possiamo farlo, e dell’incuria operativa da parte delle amministrazioni allora mostrerà di aver fatto la sua bella figura. Non m’interessa giustificare l’uomo che chiude gli occhi e attribuisce la colpa a chi l’ha preceduto. E’ una cosa simile all’ignoranza mista alla qualità indiscussa dello «scarica barile» che si trasmette col DNA da generazioni e che, per usare un eufemismo diffuso, ha «abboffato». Diffido solo di chi ha troppe certezze, molte parole e poca voglia di risolvere le cose. M’interessa il come e perché un sindaco conduce la propria condotta su questo problema, non solo spinto dalla motivazione che le strade sono piene di ferraglia su gomma. Il traffico lo vediamo e ciò che manca non sono certo le proposte: ciò di cui si avverte l’assenza è la voglia di decidere il da farsi sulla faccenda. Bene perciò al sindaco Enzo Ferrandino per aver dato inizio un’inversione di tendenza con la navicella spaziale Zizì e alla possibilità di esplorare un nuovo mondo e le giornate ecologiche. Bene al sindaco di Casamicciola che dopo aver guardato nella palla di vetro ha visto e promosso il car sharing e l’elettrico e ha interiorizzato l’adozione necessaria di un regolamento unico per i taxi dell’isola (consentitemi di dichiararmi attuale sostenitore assieme ad altri di questa filosofia che ripercorre l’idea di chi l’ha avanzata negli anni passati).

Il sindaco di Lacco Ameno, Pascale, è sulla sua stessa frequenza. E bene pure al sindaco Gaudioso che da audace ha pensato alla possibile interdizione a camion e autobus con l’annuncio che nel caso in cui gli altri suoi colleghi non fossero d’accordo con il suo clan è disponibile a sostenere l’iniziativa da solo. Ciò che tutti aspettiamo, però, è una grande storia comune. Che sappia mettere da parte il particolarismo del singolo e sia capace di cucire soluzioni per l’ambiente isolano. Tutti vorremmo che ciò accadesse. Un’ordinanza adottata da uno ed esclusa dagli altri non serve a una mazza e un po’ di allarme sul protagonismo lo crea. Credo che a quel punto sia utile incazzarsi solo perché qualcuno ha riempito di chupa chups il camioncino della celebrità per regalarne ai giornali, alla gente e al proprio ego ipertrofico. Il menefreghismo, che a Ischia diventa una delle dorsali principali dello sviluppo, ci ha travolto anche per la diffusa coscienza civica ridotta. Ci serve perciò un segnale univoco che un presidio ancora esiste e un’ordinanza inter comunale che sappia tener conto delle proposte di tutti è l’equilibrio perfetto. Se i sindaci riuscissero a mobilitarsi insieme, quindi, potrebbero smuovere le truppe contro questa indifferenza abitudinaria di fronte ai problemi davanti alla quale ognuno ha la sua soluzione. E’ il momento di prendere il toro per le corna, mettere da parte i palcoscenici personali e muoversi assieme. Perciò, nostri cari sindaci, se vorrete farci una promessa oltre l’ipnosi generata dalle interviste del momento ma prima ancora dirci che cosa ne pensate di partire per una nuova avventura “isolana” e non più “isolata” che potrebbe generare un entusiasmo straordinario, ne saremo felici.

Pagina Fb Caffè Scorretto di Graziano Petrucci

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