Gianluca Castagna | Lacco Ameno – Rampe, gradoni, salti di quota, postazioni di car sharing e bike sharing. Corsi d’acqua e nastri più o meno immaginifici. Terrapieni e percorsi intuitivi che fanno della piazza Santa Restituta non solo un luogo di sosta ma un momento dinamico all’interno di un viaggio (di scoperta) che non conosce capolinea. Anche gli slogan colpiscono per arguzia e creatività: “Laccio Ameno”, “La scossa ideale”, “Panta rei”, “La piazza restituita”, “Il nastro”, “Il mare in piazza”.
Sedici progetti elaborati a tempo di record dagli studenti della Scuola Politecnica e delle Scienza di Base dell’Università Federico II di Napoli sono stati presentati alla cittadinanza domenica scorsa, nell’Auditorium del Grand Hotel Terme di Augusto a Lacco Ameno. Quattro giorni (e notti) di studio, analisi, confronti per una sfida voluta dall’Amministrazione guidata da Giacomo Pascale e dall’Università di Napoli, alla ricerca di soluzioni architettoniche e ingegneristiche che proiettino il comune del Fungo nel futuro e nella modernità.
Meno muretti, meno sagrati, meno automobili. Qualcuno si spinge a immaginare l’intero corso Angelo Rizzoli, occupato da ampi marciapiedi laterali («oggi in alcuni punti si è costretti a scendere quando si incontra un passante provenire dalla direzione opposta», hanno giustamente osservato) e da un’unica carreggiata che impedirebbe di fatto ogni ipotesi di parcheggio, anche temporaneo, lungo il corso. La fontana in piazza, feticcio irrinunciabile a detta dei lacchesi intervistati, sopravvive in quasi tutti i progetti. Magari decentrata o con altre forme, ma c’è.
Naturalmente, di queste proposte, è necessario studiare accuratamente anche il loro contenuto funzionale, verificando in via preventiva le condizioni di sostenibilità e fattibilità dei modelli gestionali ipotizzati. Certo, alcuni possono disorientare perché “stravolgono” l’impianto attuale, ma di fronte all’esaurimento della capacità attrattiva di modelli di sviluppo urbano ripetitivi e non funzionali, anche i cittadini (e non solo le amministrazioni) cominceranno a riconoscere nella riqualificazione del territorio un possibile strumento di convenienza che sia espressione ed eco di bellezza, convivialità e co-appartenenza.
Significativa è anche l’apertura dell’architetto Aldo Imer, nuovo soprintendente per i sei comuni dell’isola d’Ischia. «Sono molto lieto di aver partecipato a questo workshop con dei giovani, quindi idee fresche e mentalità nuove per suggerimenti che possano realizzare nuovi spazi ricchi di significati. Il sindaco ha inquadrato bene quello che è il significato esistente della piazza, effettivamente è una rotatoria perché gli girano le macchine intorno, un luogo fruito per pochi istanti e occasioni. Una piazza che non vive, quindi va riprogettata anche in maniera forte ma lasciando inalterati certi elementi. Mi ha sorpreso, ad esempio, la proposta intitolata “La scossa ideale”. Quasi un terremoto, una scomposizione rivoluzionaria degli spazi che mi pare abbia dato loro il giusto significato».
La Soprintendenza non è più il baluardo della conservazione? «La Soprintendenza è tendenzialmente conservatrice ma possibilista – spiega Imer – Non è vero che dice sempre no. Chi mi conosce sa che mi discosto da certi atteggiamenti troppo restrittivi, che pure hanno contribuito sull’isola al fenomeno dell’abusivismo. Bisogna essere molto attenti, controllare, dialogare con i progettisti e le istituzioni, lavorare in sinergia per la crescita urbanistica e intellettuale della comunità».
Dopo la presentazione dei progetti, gli studenti della Scuola Politecnica dell’Università degli Studi di Napoli Federico II hanno ricevuto un attestato di partecipazione dal sindaco Pascale alla presenza dei docenti che li hanno guidati in questo workshop, dei professori Francesco Polverino e Francesco Rispoli coordinatori scientifici dell’iniziativa. Premiati anche Bruno Basentini, patron del Grand Hotel Augusto e Dino Taliercio, per anni responsabile tecnico del comune di Lacco Ameno e coordinatore organizzativo del workshop.