Lacco Ameno, e la chiamano scuola
Infuriano le polemiche dopo le foto che documentano in maniera impietosa in quale stato sia ridotto il plesso frequentato dagli studenti del biennio dello Scientifico e Scienze Umane
Se vi va, chiamatela pure scuola. Ma è chiaro che, per quanto si è visto nella mattinata di ieri – ed è stato abilmente documentato (anche lo stato di devastazione era tale che non occorreva chissà quale forma artistica) da una serie di foto “spaventose” più che imbarazzanti, a definirla tale ci vuole davvero un gran coraggio. Ci sono dei servizi giornalistici, a onor del vero, in cui davvero il testo serve a poco perché il grosso, davvero, lo raccontano le immagini.
Che documentano come la sede del Liceo ubicata a Lacco Ameno – e che viene frequentata dagli studenti del biennio dello Scientifico e di Scienze Umane – sia ormai diventato “terreno minato”, e lo hanno capito anche coloro che ieri mattina hanno fatto ingresso nel plesso scolastico. Una struttura evidentemente già in condizioni non eccelse, che presumibilmente la pioggia caduta con insistenza negli ultimi giorni ha messo a dura prova. Durissima, al punto tale da non aver retto. Perché ieri mattina, quando la scuola ha aperto i battenti, c’erano infiltrazioni un po’ ovunque ed evidentemente anche il rischio, all’interno ed all’esterno, che qualche pezzo di intonaco potesse venire giù causando problema all’incolumità dei giovani ragazzi.
I genitori intenzionati a dissotterrare l’ascia di guerra ed a chiedere i doppi turni al Polifunzionale per i propri figli: venerdì una delegazione incontra il preside Calise che nel frattempo ha sollevato il problema alla Città Metropolitana
Non sappiamo come e perché, e non è dato sapere nemmeno se a mettere in atto queste delimitazioni sia stato un tecnico specializzato o ci si trovi in presenza di un sistema artigianale ed all’insegna del “fai da te”, fatto sta che a un certo punto l’edificio scolastico, sia nei corridoi che all’interno delle aule che finanche nella perimetrazione esterna, si è trovato ad essere delimitato in più punti col classico nastro bicolore, quello che indica il divieto di oltrepassare lo stesso. Nastro che, secondo alcune testimonianze, è stato sistemato per impedire l’accesso in tutte le aree dove si verificavano infiltrazioni d’acqua. Insomma, all’apparenza un rimedio artigianale e poco più, anche se la speranza è che si sia adottato un criterio tecnico-scientifico, almeno ci piace pensarlo. Intanto, però, c’è tensione soprattutto tra i genitori degli studenti. Le lezioni, nonostante lo spettacolo tutt’altro che entusiasmante della giornata di ieri, si svolgeranno regolarmente anche oggi in quel di Lacco Ameno e se vogliamo anche questa è una notizia. Ma le mamme e i papà dei ragazzi, secondo quanto si apprende, dovrebbero riunirsi oggi e potrebbero chiedere al preside Giampiero Calise di adottare l’alternanza con il Polifunzionale ad Ischia con l’istituzione temporanea dei doppi turni per ovviare al disagio e a questo punto, dobbiamo aggiungere, anche ai potenziali rischi per chi frequenta un plesso che fa acqua da tutte le parti (nel senso letterale del termine). Abbiamo contattato, per completezza di informazione, lo stesso Calise il quale ci ha confermato di aver segnalato lo stato dell’arte alla Città Metropolitana e che molte delle criticità riscontrate sono figlie di una situazione di incuria e mancate opere di ordinaria manutenzione che si trascinano da tempo immemore. Venerdì, ci ha infine detto il dirigente scolastico, è previsto nel pomeriggio un incontro con la rappresentanza di genitori.