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Lacco Ameno e le fogne “maledette”

Di Francesco Ferrandino

LACCO AMENO. L’ennesima “tegola” si abbatte sui lavori di ristrutturazione fognaria nel Comune del Fungo. Decisamente travagliata la vicenda della complessa opera pubblica, cominciata quattro mesi fa, e che ieri ha visto una nuova “puntata”: i militari della Guardia Costiera hanno posto sotto sequestro preventivo ax art. 321 c.p.p. alcune porzioni dei cantieri disseminati nel paese. La motivazione ufficiale è quella della mancanza delle necessarie autorizzazioni demaniali. I lavori fognari avrebbero infatti interessato alcuni tratti facenti parte del demanio pubblico, circostanza che ha fatto scattare il provvedimento di sequestro delle aree corrispondenti, come quella del “Capitello”, all’inizio del corso Angelo Rizzoli in prossimità del molo costruito per i Mondiali di calcio del ’90, dove tuttora l’area risulta transennata, oltre ad altri residui di cantiere lungo il corso stesso. A parte l’insolita tempistica da parte delle autorità, intervenute nella fase ormai conclusiva dei lavori, va detto che sin dall’inizio la ristrutturazione fognaria non ha avuto vita facile. La gara per la realizzazione della complessa opera si concluse verso la fine del 2014, ma il commissariamento del paese bloccò l’avvio del cantiere. In ballo c’erano anche i circa due milioni di finanziamento dei fondi europei di sviluppo regionale (POR-FESR), che andavano impiegati e rendicontati tassativamente entro lo scorso 31 dicembre. Il sindaco Pascale, a fine settembre, annunciò l’avvio dei lavori, tra le non poche perplessità di chi si chiedeva in che modo sarebbero stati rispettati i termini, visto che si trattava di concludere in circa tre mesi un’opera che inizialmente ne prevedeva almeno undici. L’amministrazione decise comunque di correre il rischio per provare a realizzare una ristrutturazione attesa da decenni. Tra le proteste dell’opposizione e di alcuni cittadini e commercianti, che vedevano fortemente ridotta l’agibilità ai loro esercizi, ai primi di ottobre iniziarono i lavori affidati alla ditta I.c.i., di Aniello Patriciello, fratello di Aldo, europarlamentare di Forza Italia, ritenuto molto vicino al Senatore De Siano. Su questo giornale apparve un dettagliato articolo, che paventava alcune presunte irregolarità nella procedura di appalto, e da cui emergeva che il vincitore della gara non doveva essere la I.c.i., bensì la ditta “Di Maio” che aveva offerto uno sconto di ben 299 mila euro a fronte dei soli 50mila offerti dall’azienda di Patriciello. La vicenda finì sotto la lente dell’Autorità Anticorruzione dell’ex magistrato Raffaele Cantone, che inviò una nota al Comune di Lacco Ameno, richiedendo chiarimenti sulla rilevante compressione dei tempi di esecuzione (da 330 a 90 giorni) che avrebbe potuto provocare una scarsa qualità dei lavori. La nota, pur pubblicata in esclusiva da questo giornale, venne “ignorata” per vari giorni da parte dell’amministrazione, fino al suo “ritrovamento” nella posta elettronica certificata del Comune. Poi, venerdì 13 novembre, una data già tradizionalmente non troppo propizia, andò in scena un altro controverso episodio legato ai lavori che interessavano quasi tutto il corso principale del paese: il comandante della Polizia Municipale, Raffaele Monti, venne coinvolto in un alterco con un sovrintendente del cantiere, fino a essere minacciato verbamente da quest’ultimo (il famigerato “Ti sparo in bocca!”). Nell’acceso diverbio intervenne anche il sindaco Pascale, che venne denunciato dal comandante dei vigili per oltraggio a pubblico ufficiale. Insomma, un andamento tutt’altro che sereno, per un’opera che ha messo a dura prova l’intero paese e che è stata bersaglio di violente critiche da parte dell’opposizione consiliare, che ne ha più volte criticato l’intempestività (nel periodo natalizio, il paese è rimasto sventrato oltre che sostanzialmente inagibile nelle strade principali). Il mancato rispetto dei termini perentori previsti dai fondi europei, circostanza dagli effetti disastrosi per le già esauste casse comunali, sembra sia stato “parato” dalla lettera salva-cantieri che il Governatore regionale De Luca ha inviato ai sindaci dei comuni interessati dai cantieri ancora incompleti, come appunto Lacco Ameno. E ora, con le vasche di sollevamento e qualche metro di tubature ancora da ultimare, ecco il sequestro della Guardia Costiera.

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