ARCHIVIO 3ARCHIVIO 5

Lacco Ameno, il porto delle nebbie

Di Francesco Ferrandino

LACCO AMENO. È ormai una consuetudine, qui sull’isola: ogni Comune ha il suo “porto delle nebbie”. Tranne qualche virtuosa eccezione, raramente gli enti territoriali ischitani riescono a trarre dalle proprie strutture portuali le risorse economiche che sarebbe lecito attendersi, in un contesto dove la nautica da diporto dovrebbe essere uno dei motori dell’economia locale. Lacco Ameno non fa eccezione, viste le ben note vicende che ruotano attorno al porto turistico. Dopo la gestione pubblica, ritenuta poi inadeguata, cominciò il valzer dei concessionari fino all’aggiudicazione da parte della società Marina di Capitello, facente capo a Giuseppe Perrella. Un affidamento molto chiacchierato e oggetto di veementi contestazioni da parte della minoranza consiliare, che ha più volte espresso parere negativo sull’opportunità di assegnare il porto a un soggetto  che in tre anni di gestione dell’approdo avrebbe versato nelle casse comunali la cifra complessiva di 160mila euro,  ovvero meno di quello che versava in un solo anno la “Nautica mare” gestita da Gennaro Amato per soli 44 posti barca. La società di Perrella, da molti considerata una “testa di ponte” del senatore De Siano, è tra l’altro in predicato di ottenere l’ulteriore concessione fino al 2020 grazie al famoso project financing presentato lo scorso agosto dalla stessa società. Circostanza che a giudizio dell’opposizione consiliare costituirebbe a dir poco un paradosso, in quanto  al momento della presentazione del progetto la “Marina di Capitello” non avrebbe pagato nemmeno una rata di quanto dovuto al Comune per la concessione della stagione 2015. In pratica, l’attuale gestore godrebbe  di un trattamento di estremo favore, a voler usare un eufemismo, a tutto danno delle casse comunali.

L’opposizione ha quindi inoltrato una raffica di interrogazioni all’amministrazione Pascale per chiedere lumi sui vari punti oscuri di una procedura che, pur cominciata l’estate scorsa, si è trascinata per mesi, anche tra malumori interni alla maggioranza, tutt’altro che compatta sulla soluzione intrapresa, per  poi vedere una rapida accelerazione che ha indotto i quattro consiglieri di minoranza a chiedere ufficialmente al sindaco, al responsabile finanziario e al responsabile dell’area tecnica di “conoscere per iscritto le motivazioni che hanno portato l’amministrazione e gli uffici competenti ad attuare la procedura d’emergenza, con bando di gara ristretto, per l’affidamento degli approdi turistici alla società Marina di Capitello, considerando che il project financing è stato depositato il 10 agosto, quindi ben 8 mesi fa”. Nell’interrogazione, depositata il 18 aprile, viene anche chiesto di conoscere se ci siano pendenze economiche aperte della società nei confronti del Comune, di avere copia di tutti i pagamenti effettuati a saldo della concessione per l’anno 2015, e di avere copia di tutte le fatture riguardanti i lavori di adeguamento effettuati dalla Marina di Capitello (circa 190mila euro) per operare nella stagione 2015. Sì, perché gran parte del canone pattuito, è stato “pagato” proprio tramite queste fatture. «Eppure – afferma il consigliere Giovanni De Siano – sembra che nessuno sappia dove siano finite, se mai ci sono state». L’esponente di minoranza aveva già autonomamente presentato una richiesta per avere copia di tutti i pagamenti effettuati dal concessionario per la scorsa stagione, ma senza esito. Ciò ha indotto il giovane consigliere a diffidare ufficialmente l’amministrazione a fornire entro il 16 maggio i documenti richiesti: «Vedremo se in questo modo riusciremo ad avere uno straccio di risposta», conclude Giovanni De Siano, che pochi giorni fa, il 9 maggio, ha depositato un’ulteriore richiesta per conoscere le somme pagate a fini Tarsu/Tari dalle varie società che hanno gestito il porto dal 2012 a oggi. Un interrogativo che si intreccia al recente “sconto” che la Marina di Capitello ha “gentilmente” ricevuto dal  Comune, che con una revoca in autotutela ha in pratica evitato alla società di Perrella di pagare gli oltre 40mila euro della Tarsu 2013.

Al momento giacciono senza risposta anche altre interrogazioni rivolte dall’opposizione e riguardanti gli eventuali passaggi del project financing in Commissione paesaggio e soprattutto in Commissione Demanio. Una serie di opacità che ha spinto il Commissario straordinario di liquidazione, Gianfranco D’Angelo, a chiedere alle varie società, dal 2009 in poi concessionarie di tutto o parte delle strutture (Marine d’Ischia, Nautica Mare, Marina di Capitello), di dimostrare l’avvenuto pagamento dei canoni pattuiti. Col mancato riscontro dei versamenti, almeno da ciò che finora (non) è emerso, si profila un ammanco di circa due milioni di euro. Una voragine finanziaria, che si abbatte sulle tasche dei cittadini. «Così non si può andare avanti – commenta Carmine Monti – E’ ora di verificare in maniera seria tutto ciò che i concessionari hanno versato nel corso degli anni, sempre che lo abbiano realmente fatto. Non capisco cosa ci sia di così assurdo nelle nostre richieste. Dobbiamo dire basta a questo “muro di gomma” dietro il quale si nasconde l’amministrazione, che spesso si giustifica in modo puerile dicendo addirittura che non sanno dove reperire gli atti e i documenti, che dovrebbero essere pubblici. E’ una situazione assurda, ma che ben si comprende ove si pensi che il responsabile finanziario non fa altro che obbedire all’assessore di riferimento. Come si fa ad amministrare correttamente se un settore così strategico come l’area finanziaria viene affidata a chi tecnicamente non è competente? (Il riferimento è alla Dott.ssa Mugione, subentrata a Oscar Rumolo, ndr). È iniziata la stagione turistica, e l’amministrazione non è nemmeno in grado di dire se esistono ancora posti-barca riservati ai residenti, oppure se esistano o no delle tariffe agevolate. L’unica cosa che sanno è continuare a ripetere:“Non sappiamo nulla”. Questa mancanza di trasparenza non so se sia dovuta ai tanto chiacchierati interessi di parte, oppure a mera sciatteria amministrativa. E soprattutto non so quale delle due sia meno dannosa per gli interessi del paese», conclude l’ex sindaco. Di certo, aggiudicare la gestione dell’approdo senza aver prima chiarito i tanti aspetti ora illustrati, rappresenta una responsabilità non da poco per l’amministrazione: una decisione i cui effetti, ovviamente, nel bene e nel male ricadrebbero ancora una volta sulla collettività, che da una potenziale fonte di ricchezza quale è il porto turistico, finora ha visto poco o nulla.

Ads

Articoli Correlati

0 0 voti
Article Rating
Sottoscrivi
Notificami
guest

0 Commenti
Inline Feedbacks
Visualizza tutti i commenti
Pulsante per tornare all'inizio
0
Mi piacerebbe avere i vostri pensieri, per favore commentatex