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La Festa del Porto rischia di diventare un evento di routine

 

di ANTONIO LUBRANO

Foto di Giovan Giuseppe Lubrano

Anche per quest’anno la Festa della rievocazione storica è giunta felicemente in…Porto. L’ex lago di Villa Bagni a Porto d’Ischia ha vissuto l’ennesima celebrazione con un programma di iniziative standard (porto svuotato delle imbarcazioni all’ancora, ingresso di Re Ferdinando II con la consorte Maria Teresa d’Austria sulla nave reale Delfino, passeggiata  vespertina della coppia reale  dal Palazzo Reale fino alla piazzetta San Girolamo, spettacoli musicali in piazza Antica Reggia e fuochi d’artificio piro-musicali  di fine festa in mezzo al Porto) con un pubblico presente, che a vista d’occhio è risultato meno della metà di quello dello scorso anno. Segno è che questa festa, voluta con scadenza annuale, non ha ancora raggiunto  il suo top. La partecipazione straordinaria  dell’ atleta ischitano paraolimpico  Gianni Sasso nelle vesti regali di Re Ferdinando II  di Borbone è servita solo a strappare gli applausi di un scarso pubblico per il “personaggio” Sasso e non per la figura ed il ruolo storico del regnante borbonico nel contesto dell’evento.  Ma questo poco importa, visto come si sono messe le cose, complici anche le cattive condizioni metereologiche  non proprio favorevoli. In ogni modo la festa del Porto edizione 2016 va in archivio, con la promessa da parte di un Di Vaia contento, secondo cui, l’anno prossimo sarà tutt’altra musica. E dovrà essere così, se vorrà dare un valore più alto alla manifestazione. Rimane comunque forte, chiara e immodificabile la storia del Porto d’Ischia che tutti devono onorare e conoscere, e che noi  qui di seguito, nelle parti essenziali,  riproponiamo. Innanzitutto va sottolineato che  fin’ ora abbiamo celebrato un porto che i nostri antenati, cittadini pescatori ed amministratori pubblici, non volevano, perché ritenevano (a torto) che  l’apertura  del vecchio lago trasformato in porto arrecasse grave danno alla comunità e ai pescatori che vi pescavano. Per questo fu inscenata da parte del sindaco, della Giunta e dei pescatori del lago del tempo una pubblica manifestazione di protesta, a loro dire più che motiva, che si concretizzò con la rinuncia a presenziare alla solenne cerimonia d’apertura del porto. Re Ferdinando, ignorò le preoccupazioni dei contestatori e filò diritto per la sua strada. Il porto divenne subito realtà.  In effetti, la trasformazione del lago di Villa Bagni in porto,  la si deve più ad un assecondato “capriccio” della Regina Maria Teresa, che non allo spirito operoso per l’isola del suo illustre ospite, che pure fu prodigo di storici “favori concreti” concessi alla nostra terra. Infatti Maria Teresa, che portava con rassegnazione una leggera malformazione alla gamba destra che non le consentiva di camminare con agilità, quando veniva a Villa Bagni, sbarcava ad Ischia Ponte. Il trasferimento alla Casina Reale per la Regina, era una vera e propria tortura a causa della strada impervia, fangosa e piena di buche che congiungeva il vecchio Borgo di Celsa con Villa dei Bagni. I litigi con il Re consorte erano tanti, fino a quando il Borbone non fu illuminato da un’idea che avrebbe posto fine al problema che lo assillava rinfacciatogli dalla reale consorte. Il Re dal balcone della Casina Reale, l’attuale Palazzo Reale, contemplando lo spettacolo paesaggistico del lago sotto di lui, pensò che quel bell’esempio della natura potesse avere una diversa funzione e non solo luogo limitato di pesca come lo era  fino a quel momento.  Ecco l’idea fulminate: aprire un varco per trasformare il lago in porto. L’idea piacque subito alla Regina consorte che incoraggiò il Re a pianificare subito l’utile intuizione. Il Porto d’Ischia nacque soprattutto così, dal giustificato “capriccio” di una donna importante dell’epoca alle capacità decisionali di un Re amico della nostra isola. Esso fu consegnato alla storia  con tanto di certificazione per ciò che sarebbe stato per lo sviluppo futuro di Ischia capoluogo e dell’isola intera. Quindi per la storia del lago furono determinanti due personaggi: Ferdinando IV e Ferdinando II. Il  lago e il casino del Buonocore esercitarono dapprima  un’irresistibile attrazione su Ferdinando IV, che si dedicava a frequenti “battute” di pesca nel piccolo specchio d’acqua. L’entusiasmo per il luogo lo indusse a prendere in affitto il “patrimonio della casa Buonocore”, alcuni terreni confinanti, appartenenti al sacerdote D. Pasquale Manso e il lago di proprietà dell’Università d’Ischia. Nel 1815, quando i Borbone riconquistarono il trono, dopo la parentesi rivoluzionaria e napoleonica, Francesco IV rilevò il Casino Buonocore, che insieme al lago e alle zone circostanti entrò a far parte delle “Reali Delizie”. L’interesse per questa proprietà e per il lago si rinnovò dopo con Ferdinando II. In definitiva,  furono anche altre le ragioni che spinsero  Re Ferdinando II ad esprimere il suo parere favorevole all’apertura del porto. Tagliando il lago voleva dare impulso al commercio e risollevare le sorti degli isolani. Nello stesso tempo favoriva anche se stesso che poteva giungere con più facilità alla Casina Reale, evitando di attraccare col piroscafo al molo di Celsa, ossia a Ischia Ponte, e poi percorrere a piedi, attraverso l’Arso, la stradina che conduceva a Villa dei Bagni. L’Ispettore di Ponti e Strade, D. Luigi Oberty, e il primo tenente del Genio, Domenico Milo, presentarono il progetto per la costruzione del porto nel lago d’Ischia e il re lo approvò il 19 luglio del 1853. Il 25 luglio di quello stesso anno iniziarono i lavori, diretti dal Cavalier Camillo Quaranta. I lavori, che consistevano tra l’altro nella rimozione di un cordone sabbioso e nello scavo del fondo, procedettero con molta lentezza a causa del caldo e dei miasmi derivanti dalle alghe putride che coprivano la duna sabbiosa. Dati gli strumenti rudimentali e le condizioni tecniche dell’epoca, il lavoro fu molto duro. Finalmente il 31 luglio del 1854 alle 7 p.m. entrò nell’antico lago la prima imbarcazione: il piroscafo reale Delfino. Il 17 settembre del 1854, poi, fu ufficialmente inaugurata l’apertura del porto con una solenne cerimonia, alla presenza di Ferdinando II. I lavori di completamento, però, continuarono ancora per alcuni anni con la costruzione delle scogliere, del faro ed altre strutture .   

                                                                                                                          antoniolubrano1941@gmail.com                                                                                                                                                

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