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Da Napoli passando per il Brasile, la parola a Stefano Bollani il principino d’Ischia

di Isabella Puca

foto Tommaso Monti

Lacco Ameno – Gradissimo ritorno quello di Stefano Bollani sull’isola d’Ischia; il compositore è ormai un habitué dell’isola che frequenta anche in incognito per godersi qualche giorno di puro relax. Gaetano Altieri lo ha soprannominato il principino d’Ischia e a Stefano sembra piacere questa carica nobiliare con cui scherza e si diverte anche durante il concerto tenutosi venerdì sera all’arena del Negombo per Piano & Jazz. «Sono qua molto spesso anche per vacanza, – ci racconta poco prima del soundcheck – l’isola mi piace molto e ho la fortuna di andarmene in giro, ogni tanto, con il “capitone” di Daniele Sepe, (sassofonista e compositore italiano ndr)  un gommone meraviglioso con cui lui mi porta a fare giri e posso arrivare lì dove i turisti abituali non arrivano». Tra i luoghi preferiti dove trascorrere qualche ora di relax c’è la baia di Sorgeto, ma anche grotte e calette dove la sua compagna ama fare immersioni. S’intitola “Napoli Trip” il suo ultimo album interamente dedicato a Napoli, un viaggio in musica tra le strade della città tra le più musicali al mondo, «mi sono innamorato del jazz passando prima da Renato Carosone, da bambino ne ero innamorato, e volevo che questa cosa venisse fuori in qualche modo. Da tempo volevo fare qualcosa con Sepe e quindi è  nata l’idea di fare un disco con lui e da lì si è poi arrivati a Napoli. Il disco è farcito con moltissimi musicisti che con Napoli sembrano non avere nulla  a che fare, dal dj norvegese al mandolinista brasiliano, ma stanno tutti insieme perché in quel disco non si suona la musica napoletana, si usano alcuni spunti, alcuni colori della musica napoletana per andare altrove». A dirlo è anche il titolo: Napoli non è l’approdo, ma l’inizio del viaggio. L’ultima volta che Bollani venne a Ischia per Piano & Jazz fu nel 2013, e sul palco presentò “Carioca”, album dalle sonorità brasiliane; 80 mila copie vendute e un gran successo di pubblico e di critica. «Lì in Brasile ci ritorno spesso perché ne sono innamorato. Amo il portoghese parlato da loro, mi piace l’interno del Brasile,  tutto quello che c’è da vedere a livello naturale e la carica che ti dà  Rio De Janeiro che trovo qualche volta anche a Napoli. É una sorta di energia che da qualche parte deve scoppiare e che crea una città in fermento; è quel tipo di energia che mi fa resistere alle dominazioni. Napoli è una città che rispetta di meno le regole e, lo dico ad alta voce, mi sembra giusto perché le regole sono inique». L’estro e il genio di un artista come Bollani è chiaro ed evidente in ogni suo concerto soprattutto quando raccoglie titoli dal pubblico e li mette insieme, creando un medley con brani di musica classica, dance e sigle dei cartoni animati. Ogni suo concerto rappresenta così un vero e proprio viaggio accompagnato dalla musica, «mi piace andare in una città e suonare qualcosa, ho pensato di farlo con Buenos Aires, sono legato più a questa parte del mondo però chissà se non venga fuori Tokio tirp. Mi piace l’idea di conoscere un luogo suonando con le persone, per chi viaggia la cosa migliore è avere qualcuno del posto che ti guidi quindi prendere un musicista del posto che ti guidi». Dal dieci novembre sarà nuovamente in Tv su Rai 1 con il programma “L’importante è avere un piano”, «abbiamo spodestato Bruno Vespa e speriamo che il pubblico se ne accorga. Sarà un’enorme jam session con cantanti attori e performer tutti a giocare con la musica con il padrone di casa». Dinanzi al principino d’Ischia e perché no, a uno dei re del jazz italiano, non potevamo che chiedergli cos’è per lui il jazz, «ce l’hai un paio d’ore? – Scherza – Il jazz per me è quel linguaggio musicale che ha riportato alla ribalta l’importanza dell’improvvisazione. Ha riportato una pratica che si stava perdendo; fino all’ 800 improvvisavano tutti, poi una certa musica è diventata da museo. La  musica si fa nel presente, quando sto suonando, lo sto facendo in quel  momento lì. Dimentico quello che ho imparato per suonare solo in questo momento».

 

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