CULTURA & SOCIETA'

Una storia avvincente nel romanzo di Enrica Mormile

Negli spazi del Marina 10 boutique&design hotel di Casamicciola Terme si è tenuta la presentazione del libro “Una vita nascosta” alla presenza dell’autrice, di illustri relatori e di un folto e qualificato pubblico

Tra gli eventi che si sono tenuti in questi giorni sulla nostra isola spicca quello al Marina 10 boutique&design hotel che ha visto come protagonista la scrittrice Enrica Mormile con il suo nuovo libro “Una vita nascosta”, edito da Castelvecchi. Si tratta della sua seconda fatica letteraria, avendo pubblicato nel 2019 “Il viale dei cancelli”. Ad aprire l’evento sono stati i ragazzi delle scuole medie di Ischia, indirizzo musicale che hanno omaggiato con “O Sole Mio” l’arrivo del maestro d’orchestra e compositore Beppe Vessicchio in vacanza da alcuni giorni sulla nostra isola. A volere fortemente questa performance da parte degli allievi, i professori Mimmo Castagna e Giulio Scannapieco. Alla presentazione del libro, oltre all’autrice, sono intervenuti il già citato maestro Beppe Vessicchio, l’on. Giuseppe Ferrandino (eurodeputato e sindaco di Casamicciola Terme), l’on. Giovanni Legnini (commissario straordinario per la Ricostruzione di Ischia e già vicepresidente del CSM), la prof.ssa Adriana de Manes (vicedirettrice dell’Accademia di Belle Arti di Napoli) e il prof. Vincenzo Salerno (docente di Letterature Comparate presso l’Università di Salerno) con letture a cura di Andrea Rizzoli. Il libro, assai avvincente nella sua trama, racconta una storia ambientata a Napoli negli anni Sessanta come leggiamo nella breve descrizione del libro e che riportiamo: “Napoli 1962. In una rissa notturna Gennaro, 16 anni, uccide un coetaneo. Michele ’o cecato, fratello della vittima, gli giura vendetta. Con Gennaro è tratto in arresto ingiustamente anche suo fratello Sandor che riesce a fuggire durante l’udienza preliminare all’interno del tribunale. Le sue doti di contorsionista gli permettono di sfilare le manette e nascondersi nella controsoffittatura di un bagno. Da lì entra in un condotto di aerazione che lo porta a scoprire molte stanze segrete dell’antico tribunale e una soffitta che lo nasconde per dodici anni. Un fantasma, un nano e un ragazzo ignorante sono i suoi “compagni” di vita. In quel mondo fuori dal mondo, costruisce relazioni, realizza progetti e conosce l’amore. Una scrittura originale che dà voce a personaggi che si muovono in un mondo immaginifico e circoscritto. Una storia intima, sociale, di solitudine e redenzione. Sulla vita che va avanti, nonostante tutto”. 

Per avere maggiori informazioni sulla sua opera abbiamo intervistato l’autrice Enrica Mormile: «L’idea di scrivere questo libro è nata molti anni fa, quando mi trovavo a Napoli a Castel Capuano per risolvere una questione legale che riguardava l’acquisto di una casa. Ricordo che rimasi affascinata da quell’edificio così grande, tanto da iniziare a fantasticare e a viaggiare con l’immaginazione. Il romanzo, ambientato negli anni Sessanta, parla di una Napoli ricca di contraddizioni, ma diversa rispetto ad oggi per i ritmi e per lo stile di vita. In questa città così affascinante c’è il protagonista Sandor che viene accusato di un omicidio che non ha commesso ed è minacciato dalla malavita. Da questa ingiusta condannaprende il via tutta la storia, ricca di colpi di scena, imprevisti e avvenimenti importanti. Il protagonista riuscirà a nascondersi in una controsoffitta di Castel Capuano e lì inizierà il suo viaggio tra mille peripezie. Incontrerà amici di ogni tipo, ma soprattutto troverà l’amore perché questo sentimento, a mio modo di vedere, non può mai mancare in una storia». Abbiamo poi parlato con il Prof. Vincenzo Salerno, docente di Letterature Comparate presso l’Università di Salerno: «Il nuovo libro di Enrica Mormile ‘Una vita nascosta’ è un romanzo molto avvincente per la trama, ma soprattutto è singolare per l’impianto compositivo perché oscilla tra il verosimile e il fantastico. In esso vengono sapientemente mischiati diversi temi come la solitudine, l’amore, la giustizia, l’amicizia e la musica. Parla di un giovane accusato di una colpa che non ha commesso e che per scappare dalla condanna si rifugia nella controsoffitta di Castel Capuano. Il libro, inoltre, è molto interessante perché ci offre uno spaccato sulla Napoli degli anni Sessanta e sul modo di intendere la vita a quell’epoca. Questo nuovo lavoro di Enrica Mormile, in definitiva, cattura l’attenzione del lettore perché riesce a intersecare più piani della nostra società, tenendo col fiato sospeso tutti noi fino alla fine». 

Molto interessanti sono state le parole del noto direttore d’orchestra Beppe Vessicchioche si è soffermato sul ruolo della musica in questo romanzo: «Uno degli aspetti che mi ha colpito di più del libro è il tema della solitudine. Una condizione molto particolare che Sandor, il protagonista della storia, vive quotidianamente per sfuggire a una ingiusta condanna e alla malavita. Essendosi nascosto nella controsoffitta di Castel Capuano, allora il Palazzo di Giustizia di Napoli, il nostro protagonista esce solo di notte per trovare pace dai suoi tormenti e su un piccolo terrazzo dell’imponente struttura lo vediamo più volte cantare. Sandor, prima della sua rocambolesca fuga, era infatti un cantante provetto. Il ruolo della musica in questo libro è salvifico perché consente al protagonista di liberarsi temporaneamente del proprio fardello. Ecco, è questo uno degli aspetti più commoventi e umani dell’intera vicenda. D’altro canto, sono molteplici gli studi condotti in materia che dimostrano i benefici della musica sulla psiche delle persone». Beppe Vessicchio, infine, ha elogiato la performance musicale dei ragazzi della scuola media Scotti e ci ha parlato del suo rapporto con l’isola d’Ischia: «Sono rimasto molto soddisfatto degli alunni che si sono esibiti all’inizio della presentazione. Non è mancato nulla nella loro esecuzione e faccio i miei complimenti ai maestri che con passione e dedizione permettono ai più piccoli di avvicinarsi al mondo della musica. Per quanto riguarda il mio rapporto con Ischia posso dire che è molto intenso. Venivo sull’isola con la mia famiglia già negli anni Sessanta, quando ero piccolo e ricordo con piacere i viaggi in traghetto per raggiungere il Porto di Ischia. Assaporare l’aria salubre di questo luogo era meraviglioso, per non parlare della sontuosa vegetazione che ci accoglieva ogni volta. Successivamente sono tornato qui negli anni Ottanta, insieme a Gino Paoli per comporre della musica e già all’epoca questo luogo era per noi fonte di ispirazione dal punto di vista professionale. Oggi uno dei posti che mi colpisce di più dell’intera isola sono i Giardini La Mortella per la loro varietà di vegetazione, voluta fortemente da un personaggio che ammiro molto come William Walton, grande compositore inglese oltre che formidabile botanico».

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