CRONACA

Mojito, i gestori all’attacco: discusso il ricorso al Tar

L’avvocato Molinaro ha chiesto un termine diretto a consentire di sporgere querela di falso contro il verbale dei vigili urbani. Avanzata anche la richiesta di risarcimento dei danni

Si è svolta ieri mattina l’udienza che vede contrapposti i titolari del Mojito, noto disco bar sulla Riva destra ad Ischia, e il Comune di Ischia coi vigili urbani. Il locale fu colpito da un provvedimento di chiusura per dieci giorni. I proprietari del locale sono stati rappresentati dall’avvocato Lorenzo Bruno Molinaro, il quale ha insistito per chiedere ai giudici la concessione di un termine per proporre querela di falso in relazione al verbale dei Vigili Urbani di Ischia, verbale il cui contenuto sarebbe infatti in contrasto con le immagini catturate dal sistema di videosorveglianza.

Inoltre, secondo il noto professionista, il termine va concesso in quanto, con il ricorso introduttivo, è stata avanzata anche la richiesta di risarcimento del danno. Il collegio del Tar, presieduto dalla dottoressa Abbruzzese, giudicherà nel merito, essendo ormai esauriti gli effetti del provvedimento di chiusura, come detto valido per dieci giorni. Anche per questo motivo, il collegio non ha eccessiva fretta per decidere, dunque bisognerà attendere alcuni giorni per conoscere la decisione finale. Come alcuni ricorderanno, al disco bar fu imposta la chiusura a partire dal 16 agosto scorso, per una durata di dieci giorni, per motivi di ordine pubblico e per le ripetute violazioni alle ordinanze sindacali sull’orario di interruzione della musica nei locali notturni. Tale disposizione era stata sottoscritta dal responsabile dell’ufficio SUAP del comune di Ischia: successivamente la notifica del provvedimento di chiusura era stata eseguita dalla polizia municipale.

Contro tale provvedimento, il proprietario del Mojito aveva inoltrato ricorso, chiedendo l’annullamento dell’ordinanza perché dai documenti sarebbe dimostrato che il 5 agosto, giorno a cui si riferisce il verbale dei vigili non era in corso di svolgimento nessuna “attività di intrattenimento musicale e danzante”, come confermato anche dal fatto che il locale in questione non dispone di impianti di produzione sonora o di diffusori acustici negli spazi esterni. Ad ulteriore dimostrazione di ciò, è stato depositato agli atti del giudizio il file video estratto dall’impianto di videosorveglianza in uso all’esercizio commerciale, riproducente le immagini relative al momento dell’accesso al locale da parte dei verbalizzanti. Da tale video si deduce che le porte dell’esercizio, all’atto del predetto accesso, erano già chiuse e che, comunque, non vi era traccia di attività danzante svolta nello spazio esterno antistante il locale né della presenza di consolle per DJ o di qualunque altra apparecchiatura ivi allocata per la diffusione sonora.

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