CULTURA & SOCIETA'

All’Antoniana riaperto il ”caso” di Michelemma dalle origini ischitane, tra falsi e verità storiche: ne parla e chiarisce Vincenzo Aversano nel suo libro “Canzona napulitana”

Interessante incontro in Biblioteca Antoniana di Ischia condotto dalla direttrice Lucia Annicelli con gli interventi dei sindaci di Ischia Enzo Ferrandino e di Serrara Fontana Irene Iacono - tema del convegno la presentazione del libro "Canzona napulitana" del prof. Vincenzo Aversano ( la vendita del libro e stata a scopo benefico). sono intervenuti la prof. Esposito, il prof Balestriere, il dott. Gianni Matarese e il dott. Saverio Presutti - molto apprezzati gli interventi musicali dello chansonnier Denis Trani, autentico cultore della musica popolare napoletana. infatti a rendere più briosa la serata, protrattasi per oltre due ore senza annoiare i numerosi presenti, ci ha pensato egregiamente, raccogliendo meritati applausi, il noto e affabulante cantautore Denis Trani, più che  bravo a proporre con la sua voce e chitarra non solo Michelemmà e Marechiaro, ma anche alcune canzoni di E.A.Mario ed altri brani popolari ischitani.

Alla biblioteca Antoniana è stato riaperto  il secolare   “caso”  canoro-poetico-musicale che riguarda l’antica canzone  napoletana Michelemma che avrebbe provate origini ischitane. l’Argomento con un  suo libro è riproposto da Vincenzo Aversano. Le notizie che si hanno sul brano  al di là di quelle che compaiono nel libro di Aversano, sono poche e incerte. La tradizione attribuisce l’opera al pittore Salvator Rosa; la leggenda è rafforzata da due falsi: il primo fu realizzato da una pronipote del pittore, che nel 1770 realizzò un libro fasullo di spartiti di Salvator Rosa e lo vendette al compositore inglese Charles Burney; la seconda è frutto di un artificio messo in atto da Salvatore di Giacomo, che ha ricreato una tipica stampa seicentesca con il testo della canzone, indicando Salvator Rosa come autore. 

Ciò che è certo è che nel 1824 il motivo fu riscoperto e rielaborato dal compositore Guglielmo Cottrau, il quale lo pubblicò nei suoi Passatempi musicali. Per il significato di “Michelemmà” infatti vi sono varie interpretazioni per cui anche Guglielmo Cottrau se ne intestò la partenità, pubblicandola in una delle sue raccolte di canzoni napoletane.  Insieme ad altri titoli, come Lo guarracino e Fenesta ca lucive, Michelemmà fa parte di quel gruppo di canzoni antiche che sono frutto di una elaborazione orale di cui non è possibile ricostruire le fasi. Parte del testo è stato ripreso e rielaborato da Roberto De Simone nello spettacolo La gatta Cenerentola. Michelemmà è contrazione di “Michela è mia” o “Michela a mare”, e si tratterebbe dunque di una ragazza ischitana, come indicato anche dal termine “scarola” che starebbe per iscaiola come erano chiamati gli ischitani nel dialetto locale. Michelemmà sta per “Michele ‘e Ma”, e il brano è dunque una filastrocca in cui una madre racconta al proprio figlio la storia dell’isola d’Ischia, soggetta un tempo alle invasioni turche, e la “scarola” indica una nota verdura della folta vegetazione d’Ischia.

Questo il testo della canzone: E’ nata ‘mmiez’o’ mare. Michelemmà,Michelemmá. E’ nata ‘mmiez’o’ mare, Michelemmá1, Michelemmá. Oje na scarola, oje na scarola, oje na scarola, oje na scarola. Li turche se nce vanno a reposare. Chi pe’ la cimma e chi pe’ lo streppone. Biato a chi la vence a ‘sta figliola. ‘Sta figliola ch’è figlia oje de notaro. E ‘mpietto porta na stella diana. Pe’ fá morí ll’amante a duje a duje.  Nei giorni scorsi l’incontro, nel luminoso e gradevole salone della <<Biblioteca Comunale  Antoniana>> di Ischia,dove  ha avuto luogo la presentazione del volume  Canzona Napulitana-spiragli geo-artistici d’una civiltà glocale, scritto da Vincenzo Aversano (già Prof. Ordinario di Geografia all’Università di Salerno), patrocinato dalla Provincia di Salerno, dal Dipartimento di Studi Umanistici dell’Università di Salerno e dalla Società Salernitana di Storia Patria (Gutenberg Editore, Baronissi, 2023).  Ha moderato e condotto i lavori, con scarni ma essenziali passaggi, la dott.ssa Lucia Annicelli che ha inizialmente accennato al curriculum dell’illustre accademico presente, lasciando alla Prof.ssa Teresa D’Esposito – alunna, tesista e già collaboratrice alla Cattedra di Aversano – una più personale, affettuosa e talora commovente “rievocazione” dei pregi didattico-scientifici e umani del “suo” vecchio professore. 

La prima relazione, affidata al rodato storico ischitano nonché indiscusso poeta Prof. Pasquale Balestriere, ha illuminato con rari tratti sintetici ed elogiativi l’alto valore dell’opera nel suo complesso, nella quale ben tre capitoli (un terzo delle pagine) sono dedicati alla lettura critica di Michelemmà: in essi viene dimostrato, sulla base di fonti storiche coincidenti con la versione rilevata da Gaetano Amalfi a Serrara Fontana nel 1883,  che questo canto è originario dell’isola, anche se poi si è diffuso a Napoli e nel Mezzogiorno in forme e per funzioni diverse. Dal che si è compreso anche il motivo della manifestazione organizzata proprio nella nostra isola. Sulla stessa linea si è mosso il giovane ma valentissimo studioso locale Gianni Matarese, che ha limitato il suo intervento alle modalità della “fucina letteraria” di Giovanni Boccaccio, che notoriamente fa parola, specie nel Decamerone, delle persone e dei fatti originanti la gemmazione di Michelemmà: sorprendenti, in proposito, la competenza, lucidità e amore con cui il relatore ha ricostruito le genealogie di alcuni casati nobili dell’isola. 

Erano presenti e sono intervenuti, apprezzando la “scoperta” del Prof. Aversano e ringraziandolo per aver offerto una base conoscitiva utile allo sviluppo turistico-culturale isolano ed extra-isolano, i sindaci dei comuni di Ischia e di Serrara Fontana, rispettivamente il Dott. Vincenzo Ferrandino e la Dott.ssa Irene Iacono. Il motivo della loro presenza risiede nel fatto che, nel primo comune, si svolse ad inizio Trecento il rapimento della ragazza (Marinella Galdo e non Michela, come per errore fino ad oggi si è creduto…), mentre nel secondo, come detto, fu rilevato il testo della più antica versione del canto, popolare e alto insieme, che d’ora in poi dovrebbe fungere da “Inno nazionale” di Ischia e animare come “colonna sonora” tutte le manifestazioni a sfondo musicale, non solo locali, anche se già c’è la nota canzone scritta da Totò nel 1951 e cantanta da Giacomo  Rondinella, “Ischia Paravise ‘e Giuventù”. Particolarmente interessato a questa funzione di Michelemmà come volano di sviluppo turistico, insieme a tutto il patrimonio etno-musicale dell’isola, si è mostrato nel suo intervento il Dott. Saverio Presutti, operatore turistico, col profondo rammarico che ciò non sia avvenuto nei passati eventi musical-popolari. 

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Ad incoraggiare in questa direzione e a rendere più briosa la serata, protrattasi per oltre due ore senza annoiare i numerosi presenti, ci ha pensato egregiamente, raccogliendo meritati applausi, il noto e affabulante cantautore Denis Trani, più che  bravo a proporre con la sua voce e chitarra non solo Michelemmà e Marechiaro, ma anche alcune canzoni di E.A.Mario ed altri brani popolari ischitani. Dovutamente  ringraziando tutti i protagonisti dell’evento, a partire dalla cortese ospite Direttrice della Biblioteca,  il prof. Aversano ha dichiarato il suo vecchio amore per Ischia e si è detto felice per aver stimolato già da subito, come è nelle finalità della sua opera, approfondimenti su punti e spunti offerti nel testo. Due gli auspici finali: dapprima, che tutti gli Ischitani, ricavandone anche benefici economici,  siano orgogliosi di aver creato forse  la prima e sicuramente una delle canzoni napoletane più belle e interessanti per la sua densità storico-culturale, emblematica della cultura dell’intero nostro Mezzogiorno, Sicilia compresa; in secondo luogo che la “Canzona Napulitana”, messaggera di Pace nel Mondo attraverso la sua grazia, possa addolcire i cuori di tutte le nazioni, affinché cessino finalmente le insopportabili brutture della guerra (non a caso il libro è dedicato ai nipotini e implicitamente a tutti i bimbi della Terra).

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Allo stesso fine, nel corso dei lavori, è stato proiettato in video la performance di una giovane talentuosa allieva del Conservatorio “Martucci” di Salerno, Fortuna Montuori, che ha dato voce – su una base musicale dell’arrangiatore Pasquale Curcio e sotto la direzione del Maestro di Coro Alessandro Tino – una Ballata per la Pace intitolata RUSSIA-UCRAINA NO!,  parole e musica di Vincenzo Aversano.” Particolare non irrilevante della manifestazione, che ne ha sottolineato il carattere irenico e umanitario, peraltro proprio della pubblicazione del prof. Aversano: il ricavato delle copie vendute verrà devoluto alla  <<Mensa del Sorriso>> di Ischia.”

Fotoricerca e  Elaborazione di Giovan Giuseppe Lubrano Fotoreporter

Collaborazione Denis Trani

antoniolubrano1941@g mail.com

                                                                                                  info@ischiamondoblog.com

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