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Lacco e gli esuberi nella NU, hanno scelto di non scegliere

DALLA REDAZIONE

LACCO AMENO. Hanno scelto di non scegliere, giusto per ricordare a tutti che la politica non è di casa a Lacco Ameno. E pazienza se quello che sta per arrivare sarà un Natale senza regali sotto l’albero per i quattro esuberi della Balga, la società che ha vinto la gara per la gestione del ciclo dei rifiuti nel comune di Lacco Ameno. Ieri mattina i sindacati si sono incontrati con la parte politica e la delegazione della società per la procedura di raffreddamento “suggerita” dal Prefetto di Napoli. Ma chi si aspettava una svolta si rassegni: l’unica certezza è che a Lacco Ameno non cambierà mai nulla.

«Abbiamo chiesto all’amministrazione di essere attore protagonista in questa vertenza. Ci sono in ballo le vite di quattro famiglie ed una soluzione dobbiamo trovarla insieme» l’appello lanciato dai sindacati Fiadel e Cesira a margine dell’incontro ma destinato, con ogni probabilità, a cadere nel vuoto. Perché, nonostante le rassicurazioni di Giacomo Pascale, la realtà è che l’amministrazione ha già deciso di lavarsene le mani e di lasciare i suoi ex dipendenti al proprio destino. Era un dato conclamato. E non sarà certo un incontro imposto dal Prefetto a far cambiare direzione all’amministrazione, la quale aveva già disertato la procedura di raffreddamento dello scorso 9 febbraio dando un chiaro segnale di indifferenza. 

I sindacati hanno proposto a Pascale due possibili alternative. Da un lato un leggero aumento del capitolato d’appalto per coprire il costo di un contratto di solidarietà per i quattro dipendenti. Dall’altro trovare una soluzione attraverso gli ammortizzatori sociali. 

Pascale è stato tuttavia categorico: Lacco Ameno affronta una procedura di predissesto e non muoverà nemmeno una virgola del bilancio comunale. «Purtroppo quelle unità non sono previste dal capitolato d’appalto, ma stiamo valutando una qualche misura compensativa» l’unica dichiarazione rilasciata dal sindaco di Lacco Ameno.

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E la Balga? Loro si sono limitati ad applicare il capitolato d’appalto. Quando sono sbarcati a Lacco Ameno hanno trovato delle «discrepanze» prodotte dalla Team 3R. A fronte delle 16 unità lavorative previste dal capitolato, di cui 4 part-time, ne hanno trovate 20: un secondo livello, due quinti livelli ed un sesto livello amministrativo, una signora residente a Torre del Greco la quale, spiegano fonti della società «nemmeno abbiamo mai visto sul cantiere».

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Hanno attivato la procedura di licenziamento collettiva ed aperto il tavolo di trattativa con Regione e Sindacati. Insomma, hanno rispettato tutte le regole. Ma lo stesso non si può dire per l’amministrazione. Perché è vero che i licenziamenti ci sono stati, ma per cause indipendenti dalla loro volontà. Ad esempio, all’atto del suo arrivo a Lacco Ameno la Balga ha “scoperto” che dei 16 dipendenti assunti nessuno era inquadrato come secondo livello. Risultato? Non potevano mandare nessuno a spazzare le strade. Sembra paradossale, ma è solo il risultato di anni di politiche clientelari, di promozioni elettorali. Niente di nuovo sotto al sole, almeno sull’isola. Eppure è proprio così che si uccide una società partecipata, come poi è accaduto con la Lacco Ameno Servizi.  

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