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Lacco, Giacinto Calise se ne va: è crisi all’ombra del Fungo?

Ieri mattina le dimissioni da assessore. Diverse le ipotesi relative all’addio del pediatra, ecco cosa succede e soprattutto quali potrebbero essere i futuri scenari

Era questione di tempo, ma i nodi dovevano presto venire al pettine. L’assessore Giacinto Calise ha rassegnato ieri in tarda mattinata le sue dimissioni, rimettendo le deleghe. Da tempo erano noti alcuni dissidi in seno all’esecutivo guidato dal sindaco di Lacco Ameno Giacomo Pascale, costretto a una costante opera di mediazione, fino a quando nei giorni scorsi le diversità di vedute sono diventate di dominio pubblico in occasione del consiglio comunale andato deserto in entrambe le convocazioni. Il punto focale, lo sanno tutti, era costituito dalla proposta di delibera relativa a chiudere una volta per tutte la questione del fallimento della società Lacco Servizi: la maggioranza dei consiglieri non intendeva garantire contro l’eventuale responsabilità da danno erariale coloro che furono rispettivamente amministratore e revisore dei conti della società, i dottori Oscar Rumolo e Gianni Calise, quest’ultimo fratello dell’assessore dimissionario. Un braccio di ferro con diversi momenti di tensione, i cui echi hanno riempito i corridoi del municipio di Piazza Santa Restituta. La questione ora descritta tuttavia potrebbe essere indicata come la goccia che ha fatto traboccare il vaso, ma al contempo potrebbe non essere sufficiente da sola a spiegare una decisione, quella delle dimissioni, indubbiamente importante e probabilmente foriera di conseguenze per gli equilibri politici del paese del Fungo. Non è dato conoscere i particolari, ma sembra che l’assessore chiedesse una assoluta libertà nella gestione della materia relativa ai tributi. Anzi, più che libertà, una completa autonomia decisionale, senza condividere previamente con l’esecutivo determinate scelte, un’attitudine che non sarebbe piaciuta a diversi esponenti della maggioranza, i quali non avrebbero gradito certi orientamenti, giudicati appunto troppo autonomi.

Le dimissioni arrivano dopo il consiglio comunale andato deserto in cui si sarebbe dovuto votare lo schema di transazione col fallimento della Lacco Servizi: la maggioranza non voleva coprire le responsabilità erariali di cui avrebbe giovato anche fratello dell’assessore

Sia come sia, Pascale si trova di nuovo alle prese con l’ennesima gatta da pelare: il dottor Calise infatti pur dimissionario dall’esecutivo resta comunque in carica come consigliere comunale, e resta da vedere quale sarà il suo orientamento dal punto di vista politico. La “rottura” di ieri sembra infatti andare ben oltre la semplice uscita dalla giunta, e potrebbe rendere meno ampia la dimensione numerica della maggioranza, se Giacinto Calise dovesse in qualche modo avvicinarsi all’opposizione o comunque votare contro le proposte di delibera della compagine guidata dal Barone. Da oggi gli occhi sono puntati proprio sulle mosse del sindaco: Pascale potrebbe infatti cercare di ricomporre per l’ennesima volta i malumori, aprendo a delle concessioni all’ex assessore per farlo recedere dai suoi propositi. Tuttavia contro un’eventualità del genere giocano non trascurabili fattori: se un “precedente” del genere dovesse cristallizzarsi, allora ad ogni mal di pancia in maggioranza si ripeterebbe il copione, rendendo di fatto molto debole l’azione di indirizzo amministrativo del sindaco oltre che dell’intera compagine.

Pascale potrebbe tentare una ricomposizione, ma creando un pericoloso precedente, oppure provare ad andare avanti con un consigliere in meno, ipotesi non scevra di rischi a lungo termine

Uno scenario più impegnativo, ma non impossibile, sarebbe quello di accettare una uscita completa dalla maggioranza del dottor Calise, e cercare di andare avanti con un computo totale di consiglieri che dall’attuale nove a quattro scenderebbe a otto a cinque. Il vantaggio sarebbe quello di poter governare senza dover superare ogni volta pesanti attriti in giunta su temi collegati al bilancio, soprattutto dopo che, come sembra, Giovangiuseppe Zavota e Ciro Calise sembrano tornati nuovamente in armonia col sindaco. Anche in questo caso ci sarebbero controindicazioni non marginali, a partire dall’assottigliamento numerico che è buona norma evitare per qualsiasi azione politica a medio e lungo termine.

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Tra questi due estremi, Pascale potrebbe anche trovare uno dei tanti possibili compromessi, non delineabili a priori, ma questo sarà il tempo a chiarirlo. Di sicuro le dimissioni del dottor Calise creano un chiaro snodo nella storia di questa consiliatura, a un anno e mezzo dalla clamorosa e contrastata vittoria elettorale della compagine guidata dal Barone. Resta da vedere se queste dimissioni apriranno pericolose crepe per la tenuta dell’intera formazione, oppure saranno un episodio tutto sommato gestibile, o ancora potranno costituire un’occasione per fare chiarezza una volta per tutte nell’azione della maggioranza, utilizzandola come punto di ripartenza verso il futuro della consiliatura, un salutare campanello d’allarme che faccia piazza pulita dei ricorrenti mal di pancia che talvolta hanno percorso lo schieramento pascaliano, mentre l’opposizione osserva l’evolversi degli eventi sul turbolento fronte opposto.

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