Lacco, la guerra del porto non finisce mai
Si attende la decisione del Tar sull’istanza di sospensione avanzata dalla società Marina di Capitello, che chiede il prolungamento della concessione per altri tre mesi
Si attende la decisione del Tar sul ricorso della Marina di Capitello. Ieri i magistrati hanno trattenuto in decisione la controversia che oppone società concessionaria del porto turistico al Comune di Lacco Ameno. Una battaglia a colpi di ricorsi che è umanamente impossibile sintetizzare in questa sede. Come è ormai noto ai lettori interessati alla vicenda, la società si ritiene legittimata a ottenere una proroga della concessione, scaduta il 9 giugno scorso, appellandosi all’articolo 103 del decreto 18/2020 detto “Cura Italia”, secondo cui la concessione andrebbe prolungata di altri tre mesi. In sostanza, secondo la Marina del Capitello, il porto dovrebbe rimanere nella sua gestione almeno fino al 30 ottobre 2021, cioè di fatto per l’intera stagione turistica attuale. Nell’illustrare i motivi del ricorso la società rivendica la legittimità di tale proroga, pur non avendo versato alcuni canoni annuali arretrati dovuti al Comune, cosa che peraltro secondo la Marina del Capitello non sarebbe nemmeno classificabile come inadempimento, in quanto ritiene che “le somme richieste a titolo di canone 2019 non siano dovute, non avendo utilizzato aree e specchi acquei oggetto dell’affidamento per fatto derivante da comportamento colpevole dell’A.C., e che, quelle eventualmente dovute a titolo di canone, debbano essere compensate con le somme di cui la Società Marina del Capitello è creditrice, per effetto dell’inadempimento contrattuale dell’Amministrazione concedente”.
Ieri il concessionario aveva addotto una serie di motivi aggiunti di impugnazione, che si andavano ad aggiungere a quelli già più volte illustrati. In particolare, la Marina del Capitello ha chiesto l’annullamento della determina avente ad oggetto l’affidamento del servizio di funzionamento dell’approdo turistico di Lacco Ameno per la durata di quattro mesi, dal 1° luglio al 30 ottobre, e dei vari atti ad essa connessi, oltre che della nota del 6 giugno con cui l’ente chiedeva la consegna delle aree oggetto dell’affidamento col famigerato project financing.
La società punta a veder riconosciuta una proroga trimestrale della concessione (scaduta il 9 giugno), e contesta gli atti di indirizzo del Comune, che è pronto a riacquisire la gestione dell’approdo turistico
La società contesta innanzitutto che nel bando di gara per l’affidamento del servizio di funzionamento è stato stabilito di escludere le imprese che abbiano “liti pendenti” con il Comune: una previsione che naturalmente non è gradita alla Marina del Capitello Scarl, che ne contesta la legittimità in quanto dimostrerebbe la volontà dell’Ente di escludere la società ricorrente.
Altro motivo di contestazione è quello secondo cui l’esternalizzazione di alcuni servizi, qualificati come strumentali e accessori, in realtà affiderebbe a ditte esterne anche servizi e attività che la delibera di indirizzo aveva stabilito dovessero rimanere nella titolarità dell’amministrazione comunale. Secondo la Marina di Capitello, “con l’apparenza dell’esternalizzazione delle sole prestazioni accessorie” sarebbe stato invece previsto l’affidamento al privato della gestione dell’intero porto. Contestata anche la mancata approvazione del regolamento in materia di gestione del fitto dei posti barca prima dell’avvio della procedura di selezione, così come l’onere della pulizia dell’area, compresa quella dell’edificio per la vendita del pesce, incombenza ritenuta estranea all’oggetto dell’affidamento. Allo stesso modo è stata ritenuta illegittima la previsione secondo cui l’affidatario debba eseguire la raccolta differenziata dei rifiuti solidi urbani. In sostanza, è stata contestata una presunta incertezza in ordine al contenuto dell’affidamento viste alcune discrasie tra la manifestazione d’interesse e il capitolato delle prestazioni. Secondo la società, “l’aver previsto prestazioni più stringenti” nella prima rispetto al secondo, con quest’ultimo consegnato alle sole imprese che hanno risposto alla manifestazione d’interesse, avrebbe “costituito certamente un deterrente che può aver indotto ditte eventualmente interessate a non partecipare”.
Due giorni fa il Comune ha integrato la motivazione dell’ordine di rilascio del porto già notificata alla società, ma quest’ultima ha chiesto l’ennesima misura cautelare provvisoria per bloccare il provvedimento dell’ente
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Il giorno prima, 29 giugno, il Comune aveva anche integrato la motivazione del precedente ordine di rilascio delle aree e degli specchi acquei dell’approdo turistico, al termine della procedura di riesame in autotutela. Per tutta risposta, nella stessa giornata il concessionario aveva inoltrato l’ennesima richiesta di misura cautelare provvisoria, per ottenere un decreto che bloccasse anche il provvedimento del comune, completo di integrazione della motivazione.