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Lacco, la pianta organica resta una priorità

Di Francesco Ferrandino

LACCO AMENO. Riunione di gruppo, martedì sera a Lacco Ameno. Parliamo ovviamente di gruppi consiliari, riferendoci nello specifico a quello di maggioranza. Un incontro essenzialmente imperniato su due punti fondamentali. Il primo ha riguardato la riorganizzazione degli uffici comunali: come si sa, il personale attualmente in forza all’ente di Piazza Santa Restituta è notevolmente sottodimensionato e insufficiente a fronteggiare le esigenze e le necessità amministrative. In particolare, le tre aree che presentano le maggiori criticità sono quelle dell’ufficio finanziario, di quello tecnico, e dell’ufficio tributi e ragioneria. La situazione di dissesto finanziario ha fatto venir meno anche diverse assunzioni a tempo determinato, che pure erano utili a tamponare le emergenze d’organico. Lo stesso mandato dell’attuale responsabile dell’ufficio tecnico, ingegner Gaetano Grasso, scadrà nel prossimo mese di giugno. Un quadro quindi all’insegna della provvisorietà, che l’amministrazione intende cercare di modificare in direzione di una maggiore, seppur difficile, stabilità. Nell’immediato, si pensa a cercare tra le risorse interne una figura adatta a supervisionare l’ufficio tributi e quello finanziario. Tuttavia, a medio e lungo termine l’intenzione dell’amministrazione guidata da Giacomo Pascale resta quella già manifestata un paio di mesi fa, vale a dire una esplicita riorganizzazione dell’intera pianta organica. A gennaio il sindaco aveva infatti dichiarato: «Dimostreremo con i numeri che Lacco Ameno ha tutte le carte in regola per cominciare il percorso di uscita dal dissesto e per poter procedere a un’integrazione del personale volta a riorganizzare e far funzionare adeguatamente la macchina amministrativa. Se tutte le azioni che abbiamo predisposto dal punto di vista politico, finanziario e tecnico andranno, come prevediamo, a buon fine, finalmente il Comune di Lacco potrà dire di aver raddrizzato la rotta». Per Pascale, dunque, il percorso è obbligato: « Il processo virtuoso – aveva detto il primo cittadino – passa anche dall’integrazione delle unità di personale, necessarie a far ripartire il Comune nella sua interezza». Bisognerà attendere il responso del Ministero dell’Interno, che qualche settimana fa aveva chiesto chiarimenti e integrazioni, ritenendo insufficienti quelle inserite nella delibera di giunta dello scorso 5 gennaio. Il punto focale sta nelle disposizioni legislative in materia, in particolare quelle del D. Lgs 267/2000 (Testo unico degli enti locali) e del Decreto emanato dallo stesso Ministero dell’Interno il 24 luglio 2014. In base a tali normative, per arrivare a determinare il numero massimo di dipendenti ammessi nella pianta organica, deve prendersi in considerazione la popolazione residente, calcolata alla fine del penultimo anno antecedente la dichiarazione di dissesto finanziario (che per Lacco Ameno fu dichiarato alla fine del 2014). Inoltre, il decreto ministeriale fissa in 1/143 il rapporto medio tra numero di dipendenti e abitanti per i Comuni della fascia demografica a cui appartiene Lacco Ameno (che alla data-limite del 31 dicembre 2012 contava 4.644 abitanti). Il rapporto prescritto dal Ministero stabilisce quindi in 32 unità il numero massimo di dipendenti per il Comune di Lacco. Tale è infatti il numero che la giunta Pascale ha intenzione, se non di raggiungere, almeno di avvicinare, visto che attualmente il Comune del Fungo vanta solo 19 unità. L’equivoco nascerebbe dal fatto che le precedenti amministrazioni avrebbero indotto le autorità sovraordinate a confondere il numero effettivo di dipendenti (19) con quello massimo consentito (32), ingenerando dubbi e incertezze che avrebbero portato il Ministero a “frenare” sull’intenzione espressa dalla Giunta. L’obiettivo è reso meno agevole anche dalla stessa situazione di dissesto finanziario e dalla persistenza del patto di stabilità. Resta quindi da vedere se il Ministero, a cui è stata inviata nei giorni scorsi una nota con le integrazioni richieste, darà il via libera a un’estensione della pianta organica. L’altro tema discusso nella riunione del gruppo di maggioranza riguarda la situazione di Villa Arbusto, dall’estate scorsa sostanzialmente in stallo, cioè da quando si rincorsero varie voci, anche a livello della ribalta mediatica nazionale, sul destino dell’ex residenza di Angelo Rizzoli nel cui complesso è ospitato anche il Museo Archeologico. Costatata l’impossibilità di continuare a tenere in piedi la struttura soltanto grazie al meritorio apporto dei volontari, è emerso l’orientamento verso una sorta di procedura a evidenza pubblica, diretta ad analizzare eventuali proposte e manifestazioni d’interesse sulla villa. Prevedibili, su tale punto, nuove polemiche e nuovi allarmi circa possibili “privatizzazioni”, che pure sono state più volte smentite dall’amministrazione in carica, che ha ribadito la totale inalienabilità del complesso

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