CRONACAPRIMO PIANO

Lacco, un altro De Siano contro il Comune: le liti non finiscono mai

La società alberghiera di famiglia, tramite il fratello del senatore, chiede l’intervento dell’Autorità Garante del mercato e della concorrenza per l’assegnazione di una concessione demaniale sugli scogli prospicienti il Corso Angelo Rizzoli: si apre così un altro fronte nella battaglia politica per il controllo delle risorse diportistico-balneari nel paese del Fungo

Era solo un’illusione quella di chi pensava che, una volta terminata la controversia giudiziaria sull’esito delle elezioni, la calma potesse tornare a Lacco Ameno. Come è noto, il conflitto tra maggioranza e opposizione continua sulla gestione del porto turistico, che per ora resta in mano alla società Marina di Capitello ritenuta molto vicina al senatore De Siano, leader dell’opposizione consiliare: anzi, adesso si apre un ennesimo fronte di “battaglia”. L’ex consigliere comunale Michele De Siano, fratello del parlamentare, nella sua qualità di legale rappresentante della società che gestisce le strutture alberghiere di famiglia, vuole uno “sbocco sul mare”.

La società in questione infatti ha inoltrato un’istanza all’Autorità garante della concorrenza e del mercato per ottenere dal Comune il rilascio di una concessione demaniale marittima “con finalità turistico-ricreative”. Le mire della società D.M.F. sono indirizzate su un tratto di scogliera prospiciente il Corso Angelo Rizzoli, pari a mq 2347,84. Si tratta di un’area che è comunque già assegnata in concessione a un soggetto privato. E infatti nell’istanza la società chiede, nell’ipotesi di concessione “in titolarità di un altro soggetto e già prorogata, previo annullamento e/o disapplicazione della proroga concessa”, di “attivare la procedura di valutazione comparativa” ai sensi del decreto dirigenziale 25/2011, in pratica disapplicando la normativa nazionale, cioè la legge 145/2018 che prorogava le concessioni già in vigore fino al 2033, perché ritenuta in contrasto con il diritto comunitario: sì, parliamo della famigerata direttiva Bolkestein, che nel 2006 stabilì di mettere a gara le concessioni con procedure ad evidenza pubblica.

L’area in questione è già stata assegnata a un soggetto privato tramite rilascio della concessione in virtù della legge 145/2018, ma Michele De Siano, legale rappresentante della DMF srl, sostiene l’illegittimità della proroga appellandosi alla direttiva Bolkestein

Dunque, l’amministrazione capitanata da Pascale è ora alle prese non con uno, ma con due esponenti della famiglia De Siano. Se il senatore in Consiglio comunale ha sostenuto con forza l’ipotesi di concedere la proroga della concessione per il porto turistico alla società Marina di Capitello dell’imprenditore Giuseppe Perrella, il fratello ed ex consigliere comunale invece brandisce la Bolkestein per cancellare la proroga già rilasciata a un privato. Due vie diverse, anzi paradossalmente opposte, per arrivare a controllare un settore come quello diportistico-balneare, senza dubbio strategico nell’economia del Comune del Fungo.

Nel dettaglio, la società della famiglia De Siano sostiene il proprio “interesse concreto” a ottenere la concessione del tratto di scogliera in questione, “al fine di destinarlo a servizio di balneazione per gli ospiti delle strutture alberghiere da essa gestite, nonché per creare servizi ulteriori ai clienti”. Naturalmente con l’impegno ad assicurare libero accesso ai disabili e a concedere una “porzione di tale scogliera alla libera fruizione”. La società ha rivendicato la propria “comprovata professionalità ed esperienza maturata nel settore dell’ospitalità e dell’offerta all’utenza di servizi accessori connessi alla balneazione” e una “idonea capacità economico finanziaria”, oltre a quella di impiegare “forza lavoro ulteriore nella gestione del bene demaniale”.

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La DMF Srl ritiene la propria istanza procedibile sia nel caso in cui il tratto in questo dovesse essere libero, sia nel caso dovesse essere già concesso ad altro soggetto. Nella prima ipotesi, secondo De Siano, l’amministrazione sarebbe tenuta ad avviare il procedimento di pubblicazione dell’istanza e dopo l’istruttoria al rilascio della concessione. Nella seconda ipotesi, il Comune dovrebbe applicare il regime paraconcorsuale previsto dal Decreto dirigenziale 25/2011, annullando la proroga già rilasciata e avviando la procedura comparativa di gara, quindi senza poter applicare il regime della proroga in via automatica, perché contrastante con la citata direttiva Bolkestein. Nell’istanza viene anche tirata in ballo una sentenza della Corte di Giustizia dell’Unione Europea, secondo cui il diritto comunitario non consente che le concessioni per l’esercizio delle attività turistico-ricreative nelle aree demaniali marittime e lacustri siano prorogate in modo automatico in assenza di qualsiasi procedura di selezione dei candidati. L’invito finale è rivolto all’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato, chiamato a “intervenire nel presente procedimento anche, eventualmente, impugnando innanzi alla competente magistratura l’eventuale proroga rilasciata al concessionario sulle aree richieste in concessione allo scrivente”.

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Dunque l’obiettivo è chiaro. Se il municipio, inteso come le leve dell’amministrazione comunale, resta alla compagine di Pascale, uscita vittoriosa anche dal ricorso al Consiglio di Stato, le “truppe” del senatore restano attestate sulla “costa”, presidiando il porto turistico e mirando alla concessione della scogliera poco distante. A dispetto quindi delle dichiarazioni di buona volontà che entrambe le parti hanno elargito commentando la sentenza del Consiglio di Stato, la “guerra” a Lacco Ameno è ben lontana concludersi.

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