POLITICAPRIMO PIANO

L’accusa di Ottorino Mattera: «la politica è morta per la miseria umana»

Parla a Il Golfo il presidente uscente del consiglio comunale di Ischia, che ha rinunciato alla candidatura. Il geometra spiega senza mezzi termini come Enzo Ferrandino ha costruito il “delitto perfetto”, quello di crearsi una maggioranza bulgara. E le sue sono affermazioni decisamente scomode…

Partiamo dalla presentazione delle liste e dei candidati alle elezioni comunali. Appena due anni fa un epilogo del genere sarebbe stato impensabile. Che spiegazione ti dai?

«Le responsabilità politiche di quello che si è verificato sono da ascriversi evidentemente a coloro che nel 2017 si erano proposti come alternativa al progetto politico della “Bella Ischia” con il progetto politico “Ischia Cambia”, dunque mi riferisco chiaramente ai consiglieri eletti con quel cartello ed usciti sconfitti nella campagna elettorale ed ai quali l’elettorato aveva dato la responsabilità di essere alternativi. Questi ultimi, sono poi successivamente transumati in momenti diversi alla corte della maggioranza. Anche il loro slogan “Ischia Cambia” evidentemente in maniera subliminale anticipava la loro vera essenza, finalizzata esclusivamente ad ottenere posizioni di evidenza politica e non, in parte già occupate dai loro ex alleati precedentemente transumati e divenute più che evidenti all’indomani del loro ingresso in maggioranza. Con questi presupposti, ed essendo tutti stati accolti dopo l’appello lanciato dal sindaco alla “responsabilità” nel ventre della maggioranza, risultava evidente che attrezzare una alternativa sarebbe stato assai difficile, come del resto lo è stato».

«La mancanza di alternative alle urne? Significa che chi è alla guida del paese ha fallito, dedicando tempo ed energie a fare perenne campagna acquisti dalla minoranza pur di evitare una competizione che evidentemente temeva di affrontare, ed essendo ossessionato dalla necessità del rinnovo»

Molti auspicavano e ritenevano possibile una tua candidatura a sindaco, invece hai deciso di rimanere fuori dalla competizione. Come hai maturato questa decisione?

«La candidatura a sindaco è qualcosa che va maturata in condizioni di ordinarietà, ovvero in presenza di una dialettica politica attiva, dentro e fuori dal palazzo comunale. L’assenza di tale dialettica rende tutto sterile, piatto, inutile, come è inutile l’amministrazione in carica. Sai bene che il consiglio comunale è divenuto un palcoscenico dove gli attori si sono ridotti al ruolo di comparse, avendo rinunciato al loro ruolo di “indirizzo e controllo”, oltre alla totale assenza di dibattito e dialettica politica, ma soprattutto alla mancanza di proposte. Per questi motivi, non mi sono lasciato prendere dall’entusiasmo di una candidatura, pur rimanendo lusingato dai tanti che pure mi avevano invitato a provarci e ai quali va il mio ringraziamento per la stima dimostratami».

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«Va sottolineata la miseria umana di chi ha tradito gli elettori, solo a questi i consiglieri (ed in particolare quelli eletti nelle fila della minoranza) devono dare conto perché è in loro che gli elettori ischitani avevano riposto la loro fiducia. Piuttosto, attenzione a quelli che nella precedente campagna elettorale predicavano il nuovo sistema figlio di una rinnovata gioventù solo anagrafica»

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Qual è a tuo avviso il punto di svolta che ha messo Enzo Ferrandino in condizione di crearsi, un tassello alla volta, una maggioranza bulgara?

«Una miscela davvero esplosiva, ovvero: la scarsa qualità politica dei consiglieri comunali eletti in minoranza, combinata alla particolare assenza di capacità politica di quelli eletti in maggioranza, salvando pochi casi che per sopravvivenza “fanno finta di non vedere quanto gli accade intorno”».

Perché alla fine il progetto che vedeva candidato a sindaco Gino di Meglio ha abortito?

«In buona parte per i motivi che ho già anticipato nelle precedenti risposte, per gli altri si è già espresso l’avvocato Gino Di Meglio che li ha spiegati pubblicamente con un proprio comunicato a nome di tutto il gruppo che lo avrebbe sostenuto. Preciso che tale scelta, seppur sofferta, è stata oggetto di una decisione collegiale maturata con la giusta dose di maturità e consapevolezza. Inoltre ringrazio comunque pubblicamente Gino per aver dato la sua disponibilità a mettersi in gioco».

Il progetto di Luigi Boccanfuso di formare tante piccole liste per provare a sparigliare le carte era davvero irrealizzabile? E perché?

«Tutt’altro, era verosimilmente realizzabile, ed avrebbe spostato l’attenzione sui numerosi candidati sindaci, le cui personalità messe in competizione avrebbero dato maggiore entusiasmo ai protagonisti, favorendo una campagna elettorale vivace e combattuta».

«Tutt’altro, era verosimilmente realizzabile, ed avrebbe spostato l’attenzione sui numerosi candidati sindaci, le cui personalità messe in competizione avrebbero dato maggiore entusiasmo ai protagonisti, favorendo una campagna elettorale vivace e combattuta»

Dal punto di vista umano e politico da chi e da cosa ti senti tradito analizzando le dinamiche di quanto successo negli ultimi 24 mesi?

«Qui c’è da sottolineare solo la miseria umana del comportamento di chi ha tradito il proprio mandato e quindi i propri elettori, solo a questi i consiglieri (ed in particolare mi riferisco a quelli eletti nelle fila della minoranza) devono dare conto perché è in loro che gli elettori ischitani avevano riposto la loro fiducia. Piuttosto, attenzione a quelli che nella precedente campagna elettorale predicavano il nuovo sistema politico figlio di una rinnovata gioventù solo anagrafica…, per poi replicare la brutta copia del tanto vituperato (a parole) vecchio sistema politico».

Enzo Ferrandino si troverà a gestire una maggioranza plebiscitaria: in che misura questo potrà rivelarsi un boomerang?

«Credo che solo all’indomani della competizione, con davanti il nuovo quadro politico, sarà possibile fare qualche previsione, di certo la concorrenza interna à davvero ai massimi livelli, nessuno è sicuro della riconferma, e questo è anche dovuto all’assenza di una alternativa (al netto della lista del Candidato Sindaco Savio). Di certo avremo esclusi illustri e di peso ed è solo allora che potremo valutare se le esclusioni potranno generare scossoni tali da minare la stabilità di una larga quanto variegata maggioranza».

«Vivo con serenità questo momento elettorale, consapevole della inutilità a rivestire un ruolo nel contesto che si è venuto a creare. Resto un appassionato di politica e con altri compagni di viaggio avremo modo nel ruolo di cittadini attivi di essere più efficaci, rendendoci protagonisti di iniziative utili per il paese»

E’ auspicabile che Savio centri l’ingresso in consiglio comunale o all’atto pratico credi che cambi poco?

«E’ assolutamente auspicabile, in primis per dare voce comunque ai suoi elettori o a quella larga fetta di astensionisti che pure non si sarebbe altrimenti recato al voto per dissenso all’attuale stato comatoso della politica locale addomesticata alle esigenze dei singoli. Inoltre l’impegno di Gennaro per il quale provo una sincera stima andrebbe comunque premiato, soprattutto per la sua coerenza ed il suo coraggio».

A distanza di tempo, hai compreso perché tu e Maurizio De Luise rimaneste esclusi dall’ingresso in maggioranza di Trani, Mattera e Cenatiempo?

«Premetto: è evidente che i tre individui in questione, dialogavano da un po’ con il primo cittadino. E’ risaputo che direttamente o per il tramite di terzi intermediari, gli stessi raggiunsero un accordo politico dalle “larghe intese” mascherato da “libro cuore”, ovvero lo stato di emergenza covid-19, la crisi economica ed altre amenità, in sintesi “non facciamo la guerra, facciamo l’amore”, salvo raccogliere di lì a qualche mese il frutto delle loro…larghe intese ovvero dell’amore. Ovviamente, stante i contenuti del tutto opportunistici sul piano politico dell’intesa, gli stessi non hanno avuto il coraggio di assumersi le proprie responsabilità ed affrontare la questione con i loro compagni di viaggio, ai quali un siffatto ragionamento non sarebbe stato possibile effettuare per ovvi motivi di dignità politica, per cui a fronte del proclama che richiamava al senso di responsabilità, è avvenuto l’ingresso dei tre in maggioranza. Più chiaro di così, anche se ho il sospetto che tu già lo sapevi come erano andate le cose…».

Dal punto di vista socio politico che cosa significa per un tessuto sociale come quello ischitano non avere alternativa e contrapposizione?

«Significa che chi è alla guida del paese ha fallito nella gestione politica, dedicando tempo ed energie a fare perenne campagna acquisti dalla minoranza pur di evitare una competizione che evidentemente temeva di affrontare, ed essendo evidentemente ossessionato dalla necessità del rinnovo come obiettivo prioritario. Dunque nel quinquennio è stata organizzata una strategia utile a portare in maggioranza quanti più consiglieri possibile e soprattutto a “qualunque costo”. Tale comportamento denota a mio giudizio immaturità politica, scarsa propensione al dialogo ed al confronto politico con le forze premiate dall’elettorato a governare il paese. Dall’esperienza maturata in questa consiliatura ho avuto l’impressione che vi fosse l’esigenza di evitare il confronto, e che la proposta fosse solo unilaterale e sempre priva di dialettica, che invece è la vera essenza della democrazia. Ritengo si sia avuta una vera e propria anestetizzazione delle coscienze politiche, concentrando il tutto in un’unica cabina di regia. Del resto basta ricordare la inutile quanto bizzarra esperienza della giunta tecnica a inizio mandato…».

Andando alle urne, c’è qualche personaggio dell’attuale maggioranza cui daresti volentieri il tuo consenso e perché?

«Per motivi di opportunità politica preferisco non rispondere a questa domanda».

Analizzando quanto successo nell’ultima consiliatura, c’è qualcosa che non rifaresti?

«Con il senno del poi non si riscrive la storia. E’ ovvio che a posteriori si analizzano scenari che al momento di assumere quelle decisioni erano imprevedibili. Posso dirti che ho sempre operato una collegialità di gruppo nelle decisioni che ho assunto e questo rende serenità alla mia coscienza politica al netto delle ingratitudini e delle vicissitudini che ne sono conseguite».

Ottorino Mattera ha chiuso con la politica da protagonista o in futuro potrebbe rituffarsi nella mischia?

«Caro Gaetano, non ho assolutamente chiuso con la politica, ogni mandato dura 5 anni e quindi ritengo di avere mantenuto il mio impegno con l’elettorato che mi ha premiato nel 2017. Allo stato pur non essendomi candidato per i motivi spiegati sopra, vivo con serenità questo momento elettorale, consapevole purtroppo della inutilità a rivestire questo ruolo nel contesto politico che si è venuto a creare. Resto un appassionato di politica e con altri compagni di viaggio avremo modo nel ruolo di cittadini attivi di essere più efficaci, rendendoci protagonisti di iniziative utili per il paese».

Che cosa diresti oggi a un cittadino ischitano che si sta recando a votare?

«L’invito è a votare con consapevolezza, provando a premiare con il voto coloro che si ritengono capaci di amministrare con coscienza il paese».

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nicola lamonica

Grazie ad una legge elettorale capestro, che consente il sostegno ad un candidato Sindaco con un numero di  indefinito di liste, è nata l’ammucchiata di Ischia: una scelta che mette in crisi l’etica della politica, che arreca danni alla dialettica elettorale, che non libera energie e  non crea proficue contrapposizioni democratiche; una scelta  che non migliora la qualità della vita amministrativa e che non fa onore a chi l’utilizza! Sapere anzitempo  che la vittoria è scontata e che la composizione del Consiglio Comunale  è a “ maggioranza bulgara” se non totalizzante  e che esso nascerà per effetto di un voto che è legato  prevalentemente a sensibilità ed interessi privati piuttosto che a forti  idealità non è fuori luogo pensare che ci potremmo trovare di fronte ad un’emergenza democratica  dai risvolti imprevedibili , da qui la mia condivisione all’invito ad un voto consapevole espresso da  Ottorino Mattera  premiando chi ha già dato o dà garanzie di rinnovamento   e di onestà ; ma anche e soprattutto  l’appello affinché in Consiglio non venga a mancare  il dibattito, il confronto  aperto e non contaminato che a questo punto solo Gennaro Savio potrà garantire!

nicola lamonica

perchè mi censuri?

nicola lamonica

ripeto l’interrogativo, perchè mi censuri?

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