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CESTINI CON LA CORDA, NUOVA TECNICA DI ARTIGIANATO PURO ISCHITANO NASCE ALLE FESTE ED ALLE FIERE LA COMPETIZIONE CON QUELLI AD INTRECCIO

Riesplode sull’isola d’Ischia la voglia di cesti e cestini fatti a mano di forme e dimensioni varie. Addirittura si promuovono corsi pilotati per l’apprendimento  dell’antico mestiere di artigianato puro che affonda le sue radici nell’era remota, di quando fenici e greci sbarcarono sulle marine dell’isola e diedero vita ai primi insediamenti di Pihecusa.  A cimentarsi  in questo tipo di lavoro  inteso come accattivante passatempo, ma anche occasione per imparare un mestiere nuovo con prospettive di profitto, sono uomini e più donne locali, animati da improvvisa passione. E’ un modo nobile ed anche produttivo di rinverdire il passato, per la verità non troppo lontano, allorquando negli anni ‘ 50 del secolo scorso era passatempo comune dedicarsi alla composizione  di cestini, canestri, cappelli, borse, stuoie  e quant’altro  serviva per le usanze domestiche di quel tempo. Si faceva uso di raffia, canapa, canne e spago o corda. Quest’ultimo tona oggi in voga per la composizione di cestino con lo spago, una sorta di nuova creazione  di puro artigianato locale  che sicuramente farà felici per lo più i turisti stranieri che sbarcano sulla nostra isola, sempre in cerca di “novità” da scoprire nel vasto panorama dei prodotti tradizionali dell’artigianato  antico dell’isola verde. In realtà sul’isola l’antico e il moderno si fondono da tempo per dare un maggiore senso storico alle iniziative  partorite dalla fertile fantasia dell’ischitano intraprendente. I cestini con lo spago sono figli dei cestini con la raffia. Li unisce un’affinità  materiale di facile impostazione ed apprendimento, arricchiti per altro da colori vari in competizione fra loro. Il cestino con lo spago di color verde attira meglio di quello realizzato con lo spago viola. Il giallo vince sul pisello, il bianco si lascia dominare dal fuxia, il rosa ha la meglio sul grigio. Della stessa famigli, con tecnica più eleborata, fa parte l’arte  dell’intreccio che porta alla realizzazione di artistici canestri, cesti ed altro, con tecniche fantasiose che poi saranno impiegate con la inevitabile esperienza di lavoro acquisita sul campo. Per ora i laboratori  ufficiali dei maestri dell’intreccio Salvatore Scotto di

 

Minico e lo scomparo Gennaro Di Meglio rimangono rispettivamente quelli di  Campagnano e Buonopane. A questi si aggiungono a Ischia Raffaella Scotti e Rosaria Amato maestre promotrice di corsi di apprendimento. Sono i maestri di questa tecnica d’artigianato decisamente rilanciata ed allargata a nuovi appassionati dell’arte dell’intreccio che per praticarla occorre essere ben muniti

di alcuni strumenti essenziali quali forbici, coltelli a ronca e puntoni per intrecciare, dopo averle manipolate, canne e rametti di salice, olmi, ulivi e fili di  ginestre.  Salvatore Scotto di Minico è abbastanza conosciuto sull’isola e fuori di essa per essere il bravo costruttore di una vasta gamma di lavori tra arte ed artigianato vero , con i materiali citati sopra, ed esposti in fiere, feste turistiche e patronali e sagre speciali organizzate nell’arco dell’anno sull’isola d’Ischia ed anche in Italia ed all’estero. Gennaro Di Meglio è stato.   Uno degli ultimi artigiani isolani specializzati nell’intreccio e nella produzione di cesti fatti a mano è stato lo scomparso Gennaro Di Meglio.  La sua rimane  un’arte antica, essenzialmente manuale, fatta di pazienza e gesti  meccanici  precisi. .

Tanti alberghi, ristoranti e attività commerciali isolane espongono al loro interno un manufatto creato da Gennaio di Meglio. Il bravo  e disponibile  Gennaro  risiedeva  e lavorava nel centro della frazione di Buonaparte, nel comune di Barano d’Ischia. Oggi è possibile visitare la sua casa, che è rimasta  laboratorio e museo.  La sua vocazione è iniziò per caso; sfidando sua suocera, maestra nell’arte dell’intreccio. Il maestro di Meglio ha creato oggetti e manufatti, intrecciando canne che si trovano sull’isola, rametti di salici di importazione, ulivi, ginestre, olmi o mirti che hanno la funzione di profumare il manufatto. Membro storico della famosa ‘Ndrezzata  nelle vesti di “caporale” e anche autore di quel bel pannello che campeggia nella piazza di Buonopane a pochi passai dalla sua casa. A Fiaiano operano gli eredi dello scomparso Cape ‘e Lignozz, anch’essi  bravi creatori di  prodotti dell’artigianato locale come cestini,  nasselle per la esposizione al sole dei fichi secchi e i tradizionali marruffi per i pescatori. L’arte dei cestini con la corda e dell’intreccio per canestri, cestini, sedie, sotto piatti, copri tavoli da giardino ed altri oggetti con la funzione di meglio decorare un ambiente familiare, se non è mai morto, lo si deve all’apprezzata sensibilità di  questi maestri di casa nostra che nel riprendere un vecchissimo mestiere all’origine tramandatoci dai primi abitanti della storica Pithecusa, riaffermano la propensione dell’ischitano di oggi, a non dimenticarsi delle vecchie tradizioni e dell’ antica cultura. che consente all’isola d’Ischia di essere spesso menzionata  in importanti libi di storia e di lettura turistica.

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antoniolubrano1941@gmail.com

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