LE OPINIONI

IL COMMENTO L’isola e gli autovelox della discordia

DI LUIGI DELLA MONICA

L’amico e collega Vito Mazzella ha sollecitato un mio commento sul tema, che confesso ero restio a toccare, data la criticità e la emotività sociale che evoca l’argomento limitazione\repressione velocità veicoli a motore sull’isola. Inutile rimarcare le vicende luttuose che hanno provocato morti bianche (Manuel Calise e Cassandra Mele le più recenti, non cito altre vittime semplicemente per evitare una strumentalizzazione del dolore). Preciso subito ai lettori che sono favorevole alla ferrea disciplina stradale e condivido le battaglie ideologiche del comitato “La Strada del BuonSenso”, cui appartiene il mio decano editorialista Franco Borgogna. Ciò non di meno, non posso tacere, per amore di Giustizia, che la sentenza del Giudice di Pace di Ischia dott. Uccello avverso il comune di Lacco Ameno ci pone di fronte a questioni politico sociali molto delicate.

La motivazione della stessa è chiara, intellegibile ed esaustiva. Ricordo ai lettori che, nel momento in cui un Magistrato spiega, espone, confronta i vari orientamenti giurisprudenziali ed analizza le situazioni di fatto poste alla sua attenzione dall’avvocato del richiedente un provvedimento di giustizia, si estrinseca un principio di democrazia e si rispetta la Costituzione Repubblicana: tutti i cittadini sono uguali davanti alla legge: fin qui nulla di trascendentale. Il gioco delle parti vede un singolo individuo leso nella propria sfera patrimoniale da una sanzione amministrativa pecuniaria schierato contro una Pubblica Amministrazione, composta nel nostro caso dal tandem Prefettura e singolo Comune emittente della sanzione. Il giudice terzo ha imparzialmente dichiarato il torto e\o la ragione fra i contendenti. Ma voglio precisare che la Repubblica Italiana non è un ordinamento che amministra la giustizia penale ed amministrativa, secondo il sistema del “common law”, vale a dire non si basa sui precedenti, non valuta i singoli casi cucendo la norma su misura, ma è sottoposta al principio di legalità: “nullus crimen sine lege” nessuno può essere dichiarato responsabile di un reato, se dapprima della sua condotta illecita non vi fosse stata una specifica norma che in astratto avrebbe configurato la sua azione come reato. Il medesimo criterio è applicato in materia di sanzioni amministrative, come quella della infrazione al codice della strada, segnatamente dalla L. 689\1981 – art. 1.

Alla luce di queste considerazioni, mi riesce molto difficile credere sul fondamento della tesi esposta a discarico dalla Amministrazione Resistente che “approvazione e omologazione siano sinonimi fra loro”. Non intendo gufare o fare il sapientone dell’ultima ora, ma lo Stato, per cui intendo Prefettura ed Ente Locale, devono inconfutabilmente trasmettere percezione al cittadino di infallibilità ed incontestabilità, non opinioni, che comunque rispetto e non voglio contrastare. Diceva Vittorio De Sica, capo dei Metropolitani di Sorrento nel film “Pane, Amore e…”, terzo della saga del Maresciallo Carotenuto Antonio: “iesong n’ommee’ cristallo!”. Le regole ci devono essere, ma conosciute, osservate e paradossalmente amate. Non è questione di lana caprina, mi perdonino gli interlocutori interessati ed i lettori. Le comunità antiche deponevano le armi nelle mani del Re come custode della investitura divina del potere di pacificare gli uomini, compiendo un atto di fede nella autorevolezza ed infallibilità del sovrano. La storia e l’evoluzione scientifica ci hanno insegnato che la teocrazia sia stata deleteria, perché le democrazie occidentali avanzate ci hanno dimostrato che la libertà individuale armonizzata dalle regole della società organizzata determina benessere, progresso e felicità collettiva.

Tutto ciò è molto suggestivo ed affascinante, ma cosa accade nel processo mentale dell’individuo, allorquando pensa e perdonatemi ma questo processo appartiene sovente ai noi uomini del Sud che la Pubblica Amministrazione vince, non perché è cristallina sul suo operato, ma si basa su opinioni, su tesi, su interpretazioni. Nel nostro ordinamento le circolari ministeriali sono un qualcosa di meno forte nel sistema delle fonti normative ed interpretative rispetto alle sentenze della Suprema Corte di Cassazione, ma con questo nessuno equivochi che sto facendo la “spalla” del mio collega Vito Mazzella; semplicemente mi curo di cercare a mio modesto avviso un equilibrio, invocato dallo stesso comune di Lacco Ameno. La stampa deve analizzare le vicende per infiammare le coscienze degli ignavi, ovvero cauterizzare gli ardori dei facinorosi.

Ads

Nel nostro caso, francamente sono molto perplesso e disorientato. Ho udito, nella vox populi anatemi lanciati contro gli avvocati che non sanno cosa sia il dolore della perdita di un caro congiunto, per un incidente stradale. Ho sentito parlare di sciacallaggio, disumanità, insensibilità, antistoricità. Laddove il forte dolore di una comunità determinato dal lutto familiare per una giovane vita spezzata dalla futilità di un incidente stradale è stato rimediato dalla Pubblica Amministrazione con la repressione, è intervenuto un avvocato per metterci il becco a sproposito.

Ads

Signori, io sono onestamente preoccupato, anzi seriamente. Nessuno ha dubitato della essenzialità della professione sanitaria in regime di pandemia e presto ritornerà l’affezione delle Forze Armate, quando ce ne ricordiamo temendo che il Putin di turno ci levi il nostro amato benessere opulento individuale (mi perdoneranno se cito ossessivamente questo mostro contemporaneo, ma ripetere giova). Ma da avvocato, con gli avvocati miei colleghi, mi sembra che ci sia troppa facilità a discriminare, discreditare, pungolare e detestare la funzione socio-istituzionale del difensore, del patrocinatore legale. Vi è una strisciante e sottile operazione chirurgica mediatica, quindi portata avanti da certa stampa minoritaria, ma anche da taluni artisti, a demonizzare la figura dell’avvocato.

Non sto scrivendo un pro Vito Mazzella, ma se si osserva il successo globale che sta avendo la fiction Rai “Mare Fuori”, già indicata nel mio precedente articolo, una parte di esso dipende dalla figura abietta riservata al personaggio dell’avvocato: se ci fate caso, chi è l’ideatore di ogni furbizia, malvagità, sozzura morale, tiro basso, connivenza con la mafia, codice subumano dei malavitosi? L’avvocato.

Non è distante da questa dissacrazione un recente film tragicomico di Sergio Castellitto.

Se si guarda alla derisione garbata e divertente di un avvocato, lo si deve ad Alberto Sordi e Rodolfo Sonego, autori del soggetto del film di Carlo Verdone “Troppo Forte” 1987, allorquando l’avv. Giangiacomo Pignacorelli in Selci era un nobile malato di mente, che durante la sua immaginazione delirante da avvocato aveva messo in scacco una multinazionale americana. Mi scuso per le presunte digressioni, ma intendo significare che tutti gli interlocutori devono avere rispetto dei ruoli. I parenti delle vittime della strada devono sapere che nessuno osa mettere in discussione il loro dolore, che deve essere monito per gli utenti della strada a rispettare le regole, poste a presidio della vita di tutti. I lettori però devono essere messi in condizioni di rispettare la Pubblica Amministrazione che esegue le leggi approvate dal Parlamento, i Magistrati che in nome del Popolo Italiano interpretano tali leggi, gli Avvocati che raccolgono le istanze immediate degli utenti, valutando solo l’applicabilità in astratto delle leggi vigenti al caso concreto. Gli individui in questa sequenza, in questa catena di comando dei poteri costituzionali, devono essere sereni e consapevoli che il loro benessere dipende dalla libertà ed indipendenza di questi attori della Giustizia.

Non è inveendo contro un Comune, contro un giudice od un avvocato e mi sto riferendo ai commenti letti sui social, che si evitano incidenti mortali sulle strade, ma con la scienza e coscienza che un inevitabile meccanismo repressivo come l’autovelox sia conforme a legge e che questa qualità oggettiva sia inoppugnabile da qualsiasi giudice ed avvocato che sia.

Auguro in bocca al lupo a tutti i protagonisti di questa vicenda giudiziaria ed auspico che i toni si abbassino, fermo restando il cordoglio che dovrà essere sempre mantenuto verso le famiglie delle vittime, ma non si risolve nulla aggredendo la credibilità della funzione forense in astratto e nemmeno quella di un Comune che intende perseguire fini istituzionali.

* AVVOCATO

Articoli Correlati

0 0 voti
Article Rating
Sottoscrivi
Notificami
guest

1 Comment
Più vecchio
Più recente Più Votato
Inline Feedbacks
Visualizza tutti i commenti
Gabriele

Brevemente…sull isola d Ischia gli autovelox sono stati piazzati solo x fare cassa….stop! Metti i dossi aritificiali ogni tot metri o spartitraffico fissi…un ubriaco o un tossico al volante ti ammazzano un figlio..un fratello o un amico e non si preoccupano di rallentare x paura della multa…e le morti sulle nostre strade sono avvenute tutte x invasione di carreggiata …sotto effetto di sostanze o distrazione ma nn perché andavano a 1000 km orari

Pulsante per tornare all'inizio
1
0
Mi piacerebbe avere i vostri pensieri, per favore commentatex