Lagnese-Pascarella, tutte le incognite del passaggio di consegne
Il nuovo vescovo si insedierà a breve, ma intanto pesa come un macigno il fatto che Ischia rischi di perdere la Diocesi nonostante le tante rassicurazioni: e c’è chi vede la causa nelle disavventure patite dal cardinale Becciu. Le macerie prodotte dalla perdita di due diritti di patronato e l’ombra dell’influenza focolarina

DI GIOSUE’ ROSACROCE
Da qualche tempo abbiamo accolto (e raccolto) la notizia della nomina del nuovo Vescovo, dopo la “promozione” del vescovo Lagnese alla sede di Caserta, e già molti si interrogano su cosa ne sarà della diocesi di Ischia. Il progetto di Lagnese e dei suoi più stretti collaboratori era di rimettere ordine nel clero, riportare disciplina e di accendere la fiamma del focolare. Obiettivi raggiunti? A conti fatti, in molti credono che la missione non sia stata raggiunta. Le ombre sulla Chiesa di casa nostra, a parte qualche eccezione, continuano a regnare sovrane. Riguardo poi la fiamma focolarina, c’è da rilevare che, l’opera non è riuscita poiché mancava la stoffa nei preti dello stesso movimento fondato da Chiara Lubic, ma in compenso hanno avuto il merito di distruggere due preti, due seminaristi e due diritti di patronato, con l’attenta regia (nemmeno tanto occulta). Questo è ciò che circola all’interno dello stesso ambiente clericale! Poi a far discutere ci sono anche i lavori al palazzo del seminario costati più di un milione di euro, con l’attribuzione di una serie di appalti e incarichi che hanno lasciato più di qualche perplessità.
Ma passiamo ad altro argomento. Come si è giunti a mettere Ischia e Pozzuoli insieme nella persona del Vescovo di Pozzuoli? Mons. Pietro Lagnese, anche in tempi non sospetti, ha sempre sostenuto che Ischia avrebbe conservato la sua autonomia e che Lui in persona si sarebbe adoperato per questo, ma evidentemente con la perdita del potente Becciu, Cardinale focolarino caduto in disgrazia per i noti fatti dell’obolo di San Pietro, l’entratura è venuta a mancare e quindi anche il potere decisionale. È anche noto che Papa Francesco è orientato a eliminare le diocesi piccole e a unificarle, una linea di indirizzo in atto da qualche anno e che evidentemente ha fatto il resto. Mons. Pascarella è il nuovo Vescovo e da Lui ci si attende, anche se nel breve tempo del suo mandato, un ritorno all’unità, a un clima magari meno guerrafondaio e a un ritorno alla prevalenza della fede nel rispetto della tradizione, ciò della Parola di Dio, e delle tradizioni locali che secondo alcuni in questi anni sarebbero finite in secondo piano. A Mons. Pascarella toccherà dunque un primo difficile compito, quello di saper discernere nella scelta dei suoi più stretti collaboratori e un proficuo e Santo ministero tra noi per portare molte anime a Cristo. Auguri Eccellenza!