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L’altra faccia di Pascale e Castagna

Sono stati e restano tuttora i volti più distinguibili del terremoto che lo scorso 21 agosto ha scosso l’isola d’Ischia. Lo resteranno ancora per un bel pezzo sia pure con modalità diverse: in prima linea uno, dietro le quinte e molto più compassato l’altro. Il tam tam mediatico che si è inevitabilmente scatenato dopo il sisma che ha creato problemi e sfollati a Casamicciola e Lacco Ameno (e anche due vittime, particolare questo che non va assolutamente dimenticato) e – unitamente a questo – anche il susseguirsi di incontri e summit più o meno istituzionali, ha mostrato un volto decisamente insolito e sotto certi aspetti inaspettato dei sindaci coinvolti in questa brutta vicenda. Escludiamo Francesco Del Deo, Forio infatti è stata appena sfiorata dal terremoto, e ci riferiamo a Giacomo Pascale e Giovan Battista Castagna.

Il terremoto, infatti, ha mostrato lati dei due esponenti politici che difficilmente avremmo potuto apprezzare. Sono sincero, checché se ne dica chi esce davvero rafforzato in termini di immagine e peso specifico è senza dubbio il sindaco di Lacco Ameno. Giacomo Pascale ha interloquito con il presidente della Repubblica Sergio Mattarella e poi alla presenza di chi scrive – giusto per fare qualche nome – con la dirigente scolastica regionale Franzese, con l’europarlamentare Cozzolino, con il commissario per l’emergenza Grimaldi, con il governatore Vincenzo De Luca e molti altri. Pascale si è fatto portavoce delle istanze della sua comunità e di rimando anche di quella casamicciolese e lo ha fatto mostrando una chiarezza di esposizione accompagnata a un dono della sintesi veramente lodevoli. Non solo, ha dimostrato di avere anche carisma e personalità e non ha esitato a gettarsi nella fossa dei leoni (dei giornalisti, per intenderci) quando si è trattato di perorare la causa dell’isola e della sua gente nel momento in cui l’Italia intera non faceva altro che parlare di una cosa che col terremoto non c’entrava una mazza, e cioè l’abusivismo. Tutto questo mostrando una personalità ed un carisma che forse non molti riconoscevano al buon Giacomo. Il quale si è scrollato di dosso in queste tre settimane infernali l’etichetta di essere un semplice “soldatino” del senatore Domenico De Siano. Laddove contava si è mosso sempre in maniera lucida riuscendo in parte anche a nascondere emozioni e sensazioni che certo non saranno mancate. Non è tutto, alcune “uscite” come la nota contro gli speculatori che non intendevano fittare casa agli isolani rimasti senza un tetto sulla testa ha colpito nel segno, non è un caso se lo stesso vescovo d’Ischia mons. Pietro Lagnese si è mosso a rimorchio del sindaco lacchese. Insomma, l’impressione è che Pascale abbia sempre avuto in mano il controllo della situazione ed abbia fatto tutto quello che andava fatto nel momento esatto in cui andava fatto.

Merita un capitolo a parte Giovan Battista Castagna, sul cui capo pende oltre il 70 per cento delle “sciagure” causate dal terremoto di quel maledetto lunedì 21 agosto. Particolare questo, in premessa, da tenere in debita considerazione, anche perché tra l’altro Casamicciola si è trovata pure a dover fare i conti con l’inagibilità del municipio. Castagna, senza volerlo, si è praticamente “completato” con Pascale. Lui ha infatti seguito un percorso diverso: bando alle “public relations”, in alcune circostanze Giovannone ha anche saltato incontri istituzionali o vi è giunto in ritardo perché la sua priorità era quella di capire i bisogni della sua gente. Bisogni, aspettative e necessità che a un certo punto ha finito per metabolizzare e assorbire completamente, in alcune giornate fino ad arrivare quasi allo sfinimento. Forse sbagliato il non aver voluto fare sponda su terzi, perché presumibilmente un sindaco in quel contesto dovrebbe svolgere altre funzioni e mansioni, ma dal punto di vista umano davvero nulla da eccepire, tutt’altro. Non è un caso che non abbia scritto al ministro o agli speculatori ma a differenza di Pascale abbia indirizzato una accorata lettera alla sua gente. Insomma, siamo perfettamente consapevoli che dei politici – specialmente in Italia – si debba parlare sempre e soltanto male, ma ci perdonerete se facciamo un’eccezione. E per una volta facciamo un plauso non tanto agli amministratori pubblici, quanto piuttosto agli uomini. Continuate così, e magari correggete qualche piccolo difetto o imperfezione. E’ vero, la perfezione non è di questo mondo, ma perché accontentarsi?

gaetanoferrandino@gmail.com

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