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Lite da “ghiaccio”, Frozen rivive al Comune di Ischia

DI GAETANO FERRANDINO

Mettiamola così, se proprio dovevano metterne in scena una, di tragicomica commedia, dobbiamo riconoscere che se la sono scelta in stile rigorosamente natalizio. Nessun Canto di Natale, con lo Scrooge di turno che diventa generoso come per incanto, ma un recente classico della Disney che in pochi anni è divenuto un vero e proprio cult, una leggenda della cinematografia animata. Nel palazzo municipale di via Iasolino, in maniera silenziosa ma non troppo, è andato in scena il remake di “Frozen”: sì, proprio quello con Elsa, Anna, Olaf e via via discorrendo, per cui vanno pazzi i bambini e soprattutto le bambine. Il ghiaccio – titolo abbastanza emblematico – è il protagonista indiscusso del film, ed anche della storia che stiamo per raccontarvi. Che, manco a dirlo, ha a che fare con la pista di ghiaccio che dopo la parentesi dello scorso anno presso il Pio Monte della Misericordia, in questo 2016 ha rischiato (o rischia ancora, questo non siamo in grado di dirvelo con certezza) di ritornare nuovamente alla casa madre, lì dove tutto ebbe inizio e scusate il linguaggio tipicamente fiabesco.

Sullo sfondo, però, una lite che si combatte ormai da tempo all’interno della maggioranza guidata dal sindaco Giosi Ferrandino. I contendenti, ormai lo sanno tutti, sono l’assessore Carmen Criscuolo ed il consigliere Luigi Di Vaia: la prima ha la delega alla Cultura, il secondo gestisce (con l’avallo del primo cittadino e soprattutto del vice, va detto) quella al Turismo ed è una continua sovrapposizione, una guerra fatta di interminabili colpi bassi. Che prosegue anche di questi tempi, in barba al fatto che a Natale dovremmo essere tutti più buoni. Succede che, stando ai rumors di palazzo, il vulcanico Di Vaia cerca di riannodare i fili del discorso per portare la pista di pattinaggio ad Ischia. Iniziativa che tutto sommato raccoglierebbe consensi, visto che la comunità isolana ormai ci ha preso l’abitudine ad indossare i pattini un mese l’anno e muoversi sul ghiaccio. Il reparto “avversario”, però, teme che il risultato portato a casa possa offuscare la propria stella e così ecco che Ottorino Mattera tira fuori il coniglio dal cilindro: propone di installare la struttura al Palazzetto dello Sport in maniera che anche lui – da delegato sempre per gentile concessione giosiana – possa giocarsi le sue fiches in vista del 2017. Ovviamente Di Vaia (che avrà sì la maledetta abitudine di parlar male del prossimo in sua assenza salvo sorridergli a trentadue denti quando lo incrocia per strada, ma certamente non ha perso ancora il lume della ragione) non prende nemmeno in considerazione l’ipotesi. Pare più per la scelta infelice della location che per condividere la “gloria” col collega consigliere comunale.

E’ in questi precisi momenti, forse giorni, che succede l’incredibile. Perché, siccome all’interno del palazzo municipale di via Iasolino sono tutti “arrapati” di elezioni amministrative e non sanno più cosa inventarsi pur di accalappiarsi voti e consensi, pare spunti anche un’ipotesi suggestiva: utilizzare una somma di 30.000 euro (ovviamente dalle tasche dei cittadini, che ve lo diciamo a fare) per noleggiare la struttura e consentire l’accesso a titolo gratuito a tutti i cittadini residenti nel Comune di Ischia. Sti cazzi! Fortunatamente la folle idea non viene nemmeno approfondita perché alla fine la questione si arena e la pista, almeno temporaneamente, resta una chimera.

E’ a quel punto che Luigi Di Vaia, evidentemente inviperito per l’accaduto, non resiste e spara su Facebook un post dai contenuti criptati ma che adesso sono evidentemente più chiari a tutti. Ecco cosa scriveva l’esponente politico: “C’era una volta una piccola comunità chiamata il Paese degli Asini. Il nome era dovuto al fatto che, da sempre, gli unici animali ivi presenti erano i somari. Un bel giorno successe che un signore, in occasione della festa del paese portò, nessuno seppe mai da dove, un bellissimo cavallo alato per la gioia dei più piccini che, durante i festeggiamenti rimasero incantati ad ammirarlo e si divertivano una cifra a cavalcarlo. Da quell’anno, ogni volta che ricorreva la festa del Paese degli asini, quel signore faceva visita alla piccola comunità con il suo cavallo alato. Un anno gli asini, così erano chiamati gli abitanti del paesino, mossi da invidia e gelosia, decisero di girare il mondo in cerca di un cavallo come quello. Non avendolo trovato in nessun luogo, pretesero di impossessarsi di quello del signore della festa. Successe, ahimè, che il ronzino alato si spaventò difronte a tutti quegli asini al punto da spiccare il volo per non rimettere mai più zoccolo nel Paese degli Asini. Da quel giorno i bimbi non gioirono più come prima alla festa del paese che, nonostante tanto zucchero filato, diventò sempre un pò più amara”. Il paese degli asini, noi, lo abbiamo fatto diventare Frozen. Con tutto il rispetto, lo riteniamo molto più natalizio. Peccato manchi il lieto fine, ma quello ai bambini lo si può sempre inventare: visti i soggetti, proprio non si poteva chiedere di meglio.

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