LE OPINIONI

IL COMMENTO Le Vie del Mare da Torregaveta un’occasione di sviluppo

DI JOSI GERARDO DELLA RAGIONE

Già dalla prossima estate avremo la partenza di traghetti e mezzi di trasporto dalla porta d’ingresso della città, verso Procida, Forio, Casamicciola, Ischia, Capri. Da e verso Bacoli. La notizia è stata accolta con favore sia dalla mia comunità che dalle comunità isolane. Si tratta, infatti, di un’opportunità dato che Ischia sarà raggiungibile in 10 minuti da Torregaveta e Procida in appena 5 minuti. Con la Cumana, poi, sarà possibile raggiungere Pozzuoli o Napoli oltre che con gli autobus. Questa rappresenta un’occasione di sviluppo turistico per la nostra città e non solo. Grazie al nuovo collegamento, infatti, potremo unire il turismo termale e balneare peculiare dell’isola di Ischia con quello archeologico del nostro territorio. In questo modo daremo vita ad un circuito flegreo che porterà benefici in termini turistici, di occupazione e di sviluppo. Giovedì il pontile è stato consegnato formalmente alla Regione Campania. Ciò ci permette di cominciare a discutere, con la Regione appunto, delle tratte via mare. I collegamenti, infatti, non saranno solo da e per le isole del Golfo ma anche interni. In questo modo anche la mobilità avrà dei vantaggi. In questo modo Torregaveta da spazio degradato a terra diventerà uno snodo fondamentale per il trasporto via terra, via strada e via mare. Una vera porta verso il mare e verso Ischia e Procida.  

* SINDACO DI BACOLI

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andrea scepioni

Necessiterebbe che il Sindaco di Bacoli mettesse meno enfasi nella sua esposizione e più conoscenze tecniche nel progetto decantato. Ricordo che il 15 Febbraio scorso alle 19:18 l’Ingegnere Admeto Verde, che pur avendo, se ricordo bene, origini ischitane, fece notare le sue perplessità nate da una conoscenza professionale nonchè storica dell’argomento. Volentieri riproduco fedelmente quanto commentato precedentemente:
…….”Già in altra occasione ho espresso le mie perplessità su questa “notizia”, se vogliamo priva di fondamento. Uno dei tanti proclami lanciati dal sindachino di Bacoli per far parlare di sé. Già prima della guerra Ischia e Procida erano collegate con Torregaveta, ma la rada completamente esposta a ponente e a maestrale causava d’inverno la soppressione del settanta per cento delle partenze (d’altra parte non si spiega altrimenti perché gli antichi preferissero imbarcarsi a Miliscola, vero approdo per le isole del passato). Alla ripresa, nel dopoguerra, il porto di imbarco fu spostato a Pozzuoli. Negli anni cinquanta fu costruito a Torregaveta un pontile simile a quelli realizzati qualche anno prima a Forio, a Lacco e al Ponte d’Ischia. Pontile che non serve a niente, così esposto. Di esso si è occupato nel 1958 il giornalista ischitano Francesco Fermo, con un articolo pubblicato sul giornale “La Voce di Napoli”, elencando tutti i difetti della rada di Torregaveta, esposta alla risacca della costa adiacente a ai risucchi causati dai pilastri aperti di sostegno del pontile (infatti ogni anno annega qualche bagnante poco esperto). La conclusione dell’articolo di Fermo era “insomma, un vero disastro!”. Nell’estate 2003 l’Alilauro istituì, più che altro per motivi politici, per fare un favore all’allora sindaco di Bacoli (di Forza Italia), una linea tra Ischia Porto, Procida e il pontile di Torregaveta. Alle prime mareggiate di fine agosto ovviamente saltò tutto. Sarei curioso di vedere quale armatore sarebbe oggi disposto a impelagarsi in un’iniziativa del genere. Più che Torregaveta, l’approdo ideale è Acquamorta, da dove già da una decina di anni, nel periodo estivo ci sono servizi per Ischia (in soli 25 minuti!), Procida e Capri. Già in altra occasione ho espresso le mie perplessità su questa “notizia”, se vogliamo priva di fondamento. Uno dei tanti proclami lanciati dal sindachino di Bacoli per far parlare di sé. Già prima della guerra Ischia e Procida erano collegate con Torregaveta, ma la rada completamente esposta a ponente e a maestrale causava d’inverno la soppressione del settanta per cento delle partenze (d’altra parte non si spiega altrimenti perché gli antichi preferissero imbarcarsi a Miliscola, vero approdo per le isole del passato). Alla ripresa, nel dopoguerra, il porto di imbarco fu spostato a Pozzuoli. Negli anni cinquanta fu costruito a Torregaveta un pontile simile a quelli realizzati qualche anno prima a Forio, a Lacco e al Ponte d’Ischia. Pontile che non serve a niente, così esposto. Di esso si è occupato nel 1958 il giornalista ischitano Francesco Fermo, con un articolo pubblicato sul giornale “La Voce di Napoli”, elencando tutti i difetti della rada di Torregaveta, esposta alla risacca della costa adiacente a ai risucchi causati dai pilastri aperti di sostegno del pontile (infatti ogni anno annega qualche bagnante poco esperto). La conclusione dell’articolo di Fermo era “insomma, un vero disastro!”. Nell’estate 2003 l’Alilauro istituì, più che altro per motivi politici, per fare un favore all’allora sindaco di Bacoli (di Forza Italia), una linea tra Ischia Porto, Procida e il pontile di Torregaveta. Alle prime mareggiate di fine agosto ovviamente saltò tutto. Sarei curioso di vedere quale armatore sarebbe oggi disposto a impelagarsi in un’iniziativa del genere. Più che Torregaveta, l’approdo ideale è Acquamorta, da dove già da una decina di anni, nel periodo estivo ci sono servizi per Ischia (in soli 25 minuti!), Procida e Capri.”.

gigliola

La nascita della Società Ferrovie Napoletane (poi Sepsa ed oggi Eav), mirava ad avvicinare il cuore di Napoli con le Isole di Ischia e di Procida. Da Montesanto a Torregaveta in treno, e da quest’ultimo lembo di terra, in motonave fino alle isolane coste. Tutto con un solo biglietto detto cumulativo. Un risparmio certo, sia sui tempi di percorrenza, che sul costo del biglietto. Ai treni ordinari venivano agganciati anche i carri merci e quelli bestiame: il traffico mercantile per le Isole era intenso. Si pensi inoltre che, con quei convogli, venivano trasferiti anche i carcerati del reclusorio di Procida o malati gravi diretti agli ospedali napoletani. Spesso, purtroppo, per le avversità del tempo, i mezzi navali dovevano dirigere le loro prue in altri porti più sicuri: Baia o Pozzuoli . Col passare del tempo , però, gli armatori decisero di sospendere quel servizio. Il progresso, aveva raggiunto i cantieri navali che cominciarono a produrre navi sempre più veloci e sicure. Tante che il percorso dal Capoluogo campano, risultò sempre più veloce, agevole e meno complicato (svolto con un unico vettore). E conveniente. Ciò indusse i passeggeri ad abbandonare la sponda di Torregaveta. Così la Società di navigazione delle Vele Bianche non approdò più a Torregaveta.
Oggi si torna a parlare dell’approdo a Torregaveta, località priva di insenature naturali ed esposta ai poderosi venti occidentali che ne limiterebbero la sicurezza e la regolarità del servizio.
E se ne parla prevedendo la nascita di nuovi posti di lavoro. Già, forse, con l’impiego di personale in veste di parcheggiatori. Perché se di parcheggi vogliamo parlare, le società pubbliche e private che li gestiscono, non utilizzano manodopera, ma congegni elettronici.
E se vogliamo dirla tutta, una nuova linea marittima potrebbe centellinare qualche nuovo posto di lavoro forse solo sui mezzi navali. Se fosse Così la linea verrebbe sovvenzionata con corpose risorse pubbliche. E gli unici a sorridere saranno gli armatori.
E se vogliamo dirla fino in fondo, la cosa mi sembra un proclama politico, come quelli che venivano fatti negli anni novanta.
Parliamo invece della Stazione di Baia che langue in quella situazione penosa da circa venticinque anni. La sua messa in funzione sarebbe veramente al servizio dei cittadini bacolesi.

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