CULTURA & SOCIETA'

L’antica immagine della Madonnina dell’Addolorata scoperta in un seminterrato dal Vescovo Di Nicola nel 1873: gli abitanti dell’Arso le costruirono la chiesetta

Il Primo rettore della nuova Chiesa dell’Addolorata fu il Canonico Don Carmine Morgioni. Nel 1881 gli successe il Canonico della Collegiata dello Spirito Santo Don Andrea Pinto e via via altri rettori fino a Mons. Onofrio Buonocore che intensificò con rinnovate iniziative il culto per la Beata Vergine dell’Addolorata sull’ Arso

Il Tempio dell’Addolorata e la piccola statua della Madonnina dal manto nero hanno una storia che li accomuna nelle origini, nel significato intrinseco della fede popolare e della preghiera alla Beata Vergine Addolorata. Una storia che vede coinvolti il vescovo del tempo Di Nicola, la nipote di Francesco Buonocore junior che trovò la morte a Procida, i Morgioni e Mons. Onofrio Buonocore che nel 1926 diede alle stampe un opuscoletto che pubblicava quanto accadde intorno all’edificazione della chiesetta stessa e alla scoperta della piccola statua. La storia che riguarda la particolare statua della Madonnina dell’Addolorata incomincia così. Mons. Francesco Di Nicola, nominato Vescovo d’Ischia il 3 agosto del 1872, soleva recarsi per una passeggiata da Ischia Ponte verso il porto percorrendo Via Pontano e Corso Vittoria Colonna. Come racconta l’autore, un venerdì sera del 1873, per un’improvvisa pioggia, trovò riparo presso un arco che immetteva nel seminterrato cieco di una proprietà della Signora Teresina Buonocore presso la quale ospitava un’anziana di nome Giuseppina Coppa che, data l’età e gli acciacchi, trascorreva il suo tempo seduta su di una sedia. In quell’occasione il Vescovo notò la moltitudine di fedeli che accorrevano presso quella che al tempo aveva la fama di una mistica. Il Vescovo Di Nicola si accorse che in quella sorta di “cripta” i convenuti si riunivano in preghiera. La venerazione veniva riservata al simulacro della Vergine Addolorata, la piccola statua che oggi si venera nella chiesa. Buonocore nel suo opuscolo chiarisce che il suolo fu donato dai fratelli Daniele ed Andrea Morgioni, rispettivamente padre e zio del mittente della lettera di richiesta e primo rettore della nuova chiesa. La discrasia cronologica tra la fonte diretta di prima mano, custodita presso l’Archivio diocesano, e la fonte indiretta di Mons. Buonocore, secondo Lucia Annicelli, induce ad una considerazione chiara: l’intenzione di erigere un tempietto dedicato alla Mater dolorosa sorse senz’altro negli anni in cui il Di Nicola fu coadiutore del Vescovo d’Ischia Mons. Felice Romano e soprattutto che quest’ultima debba essere stata generata dalla volontà popolare. In ogni modo l’11 settembre del 1876 Mons. Di Nicola, nominato vescovo ufficiale della Diocesi di Ischia dopo la morte di Mons. Felice Romano del quale a Ischia era sta coadiutore, consacrò l’unica chiesa dedicata all’Addolorata della Diocesi d’Ischia. La prima pietra fu collocata l’11 maggio del 1873, a seguito della concessione della licenza per la costruzione del Vescovo aversano, del 2 aprile dello stesso anno. Completò l’intervento, il donativo del 30 ottobre 1876 attraverso il quale il sacerdote Vincenzo Fiola donò per la chiesa 8 palmi di terreno antistanti all’edificio. Primo rettore della nuova Chiesa dell’Addolorata fu quindi il Canonico Don Carmine Morgioni. Nel 1881 gli successe il Canonico della Collegiata dello Spirito Santo Don Andrea Pinto e via via altri rettori fino a Mons. Onofrio Buonocore che intensifico con rinnovate iniziative il culto per la Beata Vergine dell’Addolorata arrivata in quella chiesetta per trasporto di fede popolare delle genti della zona e per l’impegno di autorità del Vescovo Di Nicola che la scoprì.

michelelubrano@yahoo.it

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