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L’APPELLO A CONTE: PRESIDENTE, RIACCENDIAMO LE LUCI A CASAMICCIOLA

Sono una terremotata figlia di Casamicciola, nata e cresciuta in questa terra, tanto ricca di risorse naturali quanto fragile. La sera del 21 Agosto 2017, senza bussare, è arrivato il terremoto, spegnendo la luce sulla mia vita, su quella della mia famiglia e di altre migliaia di persone. So che ai più la nostra piccola realtà potrebbe sembrare un granello di sabbia rispetto a quando accaduto nel 2016 in centro Italia o a Genova nei giorni scorsi, ma sono dell’idea che nelle disgrazie non è mai il caso di fare paragoni.

Purtroppo, in questo momento, a più di un anno da quei tragici eventi, le luci delle nostre case e attività sono ancora spente, quelle luci che metaforicamente rappresentano il nostro ieri e il nostro futuro, soprattutto dei bambini, a cui il terremoto ha portato via una delle cose più importanti: il diritto ad uno studio dignitoso. Ho letto che lei è figlio di una maestra elementare e sono certa che potrà comprendere il disagio di centinaia di bambini e ragazzi e delle loro insegnanti che si sono ritrovati ad affrontare un anno scolastico in sedi provvisorie, lontane e con turnazioni massacranti.

Ad oggi, tra sacrifici e polemiche si sta cercando di riportare le scuole a Casamicciola, consapevoli che la strada per l’adeguamento degli edifici scolastici preesistenti è tutta in salita, ma seguendo come faro la nuova normativa tecnica. Ho anche letto che è figlio di un segretario comunale, noi ne abbiamo cambiati quattro solo in quest’ultimo anno! Ciò le farà capire quanto è difficile per un piccolo comune, senza sede, e senza personale adeguato, affrontare un’emergenza come mai vista prima.

L’abbiamo poi ascoltata tutti quando si definì “l’avvocato degli italiani” e noi forse più di tutti abbiamo bisogno di essere difesi dal pregiudizio mediatico sull’abusivismo edilizio, che ci segue da quella tragica serata. I tanto famigerati CONDONI sono tutti Leggi emanate dallo Stato. Da più di trent’anni EREDITIAMO “immobili abusivi”, e ciò non per colpa dei cittadini! Questi hanno chiesto, nei termini di legge, di legittimare le loro abitazioni o attività, senza però di fatto esserne stati messi in condizione e prova ne sono le innumerevoli domande di condono riposte negli armadi degli uffici tecnici comunali.

Non c’è forse nemmeno bisogno di chiedere un nuovo condono o una sanatoria straordinaria, ma semplicemente che gli organi periferici dello Stato rispettino le leggi dello Stato in tempi razionali e compatibili con le concrete esigenze della cittadinanza, ancora più contingenti in questo momento. Non siamo un popolo di abusivi, siamo semplicemente stanchi di aspettare l’assenza dello Stato, perché è proprio questa assenza che ha provocato negli anni il proliferare del fenomeno dell’ABUSIVISMO ad Ischia come nel resto d’Italia.

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La ringraziamo per la nomina del dottor Schilardi come Commissario per la ricostruzione, uomo dello Stato, la cui grande esperienza metterà sicuramente a servizio della nostra Isola. Mi sento vicina a tutti i terremotati d’Italia, abbiamo condiviso le stesse paure e gli stessi dolori ma non lo stesso territorio e tradizioni. Spero che la legge per la ricostruzione, dei territori dell’isola d’Ischia colpiti dal sisma del 21 agosto 2017, non si riassuma nel semplice copia e incolla di leggi già emanate per altre calamità, ma guardi realmente ai bisogni della nostra comunità e del nostro territorio ferito e si rispecchi nelle nostre identità locali.

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La RICOSTRUZIONE non si concretizzerà solo con l’emanazione di una legge speciale e la redazione di piani di recupero del tessuto urbano. La vera RICOSTRUZIONE rappresenterà soprattutto, il ricongiungimento della popolazione sfollata con il suo territorio. Serve, prima di tutto, ricostruire la comunità e renderla consapevole della fragilità del nostro territorio, che è in se ricchezza e limite. Le acque termali che tanto ci hanno resi famosi nel mondo, sono la naturale rappresentazione di un territorio vulcanico, che di conseguenza deve essere rispettato come tale. Occorre sicuramente valorizzare tale risorsa senza pregiudicare la sicurezza della popolazione e dei tanti turisti che ogni anno ci onorano della loro presenza sulla nostra amata Isola. Il rispetto del paesaggio, salvaguardato come primo aspetto dalla legge, non può essere limite e deroga alla sicurezza. Anzi data la fragilità del nostro territorio, quest’ultima deve prevalere su tutto. La bellezza di un territorio è data oltre che dalle bellezze naturali anche dalla sua comunità e dalle sue tradizioni. Occorrerà trovare il giusto equilibrio al fine di non disgregare la nostra Casamicciola, fatta di persone prima che di case.

All’indomani del terremoto del 1883 il re Umberto I inviò sull’Isola il suo Ministro dei lavori pubblici Francesco Genale che, vedendo la distruzione e la morte intorno a se, propose al Governo di cospargere sul territorio “calce viva” e trasferire la popolazione superstite in altri luoghi. Il Re innamorato dell’isola e cultore delle sorgenti di Casamicciola non permise tale scempio e riportò la vita a Casamicciola. Nel corso del ventesimo secolo, affievolitasi la percezione di pericolo, le comunità si sono riunite di nuovo in quei luoghi, derogando spesso alla loro sicurezza. Grande errore! Lo scorrere del tempo non deve far perdere la memoria. Le esperienze negative del passato devono essere, oggi, fondamenta sicure per la ricostruzione di domani.

Speriamo che la prossima Ricostruzione ricrei le certezze che abbiamo perso la sera del 21 agosto 2017, momento in cui passato e presente si sono ricongiunti nella tragedia, con una rinnovata consapevolezza sulla sicurezza. Ognuno di noi deve fare concretamente la sua parte, nessuno può sottrarsi! Il tutto nel rispetto dei ruoli e delle istituzioni e con la consapevolezza che le azioni di oggi condizioneranno la vita futura dei nostri figli. Durante le celebrazioni ad un anno dal terremoto è emersa forte, la volontà, dello Stato e della Regione Campania, attraverso i discorsi del vice Premier Di Maio e del vice Presidente della Regione Bonavitacola, di voler provare a mettersi in discussione… siamo pronti noi cittadini a fare altrettanto? Dobbiamo fare fronte comune per ricostruire Casamicciola, non come prima ma più forte di prima. Non possiamo pretendere rispetto dalle istituzioni, se prima noi, non le rispettiamo o peggio ancora, non ci rispettiamo!

Casamicciola è ferita ma è viva e vuole continuare ad esserlo lì dove è nata. Presidente confidiamo in Lei, sia lo ‘Stato’ insieme a noi, RIACCENDIAMO LE LUCI A CASAMICCIOLA!

 

Maria caterina castagna

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