CRONACA

Perrella all’attacco: «Non sono Nerone, vi spiego perché»

L’amministratore di Marina di Capitello SCARL replica alle reiterate accuse del sindaco di Lacco Ameno Giacomo Pascale: «Altro che bene del paese, dietro si nascondono chissà quali giochi politici: l’ostracismo nei miei confronti non ha nulla a che vedere con l’interesse della comunità, quello l’ha fatto solo il sottoscritto…»

L’ultima contesa sul porto di Lacco Ameno si gioca sulle utenze ed il disattivo delle forniture. Per la rete idrica ed il caso Evi, per ora la partita si è chiusa in favore del comune. Lei ha replicato chiedendo parità di trattamento e lo stop alle utenze anche per gli immobili gravati da RESA. Un passo che l’è valso un attacco durissimo del sindaco Giacomo Pascale. 

“Giacomo Pascale ne dice tante. Da tre anni, però dice solo bugie, prima alla cittadinanza e poi a se stesso. Omette, in maniera mirata, di dire che sono diversi anni che a mezzo PEC, sollecito l’amministrazione a trovare una soluzione sia per quanto riguarda i pagamenti e sia per la continuità della concessione che mi è stata riconosciuta fino al 31dicembre 2023. Così come sancito da varie norme e sentenze della magistratura. La sentenza che riguarda il caso EVI si riferisce all’allaccio di una utenza da parte di una società che agisce in regime di monopolio ed è partecipata dal Comune di Lacco Ameno. Non ha e non può avere ad oggetto la legittimità o meno (sotto il profilo amministrativo) dell’occupazione delle aree da parte della Marina del Capitello. Il Sindaco omette di dire che ha sempre rifiutato di trovare una soluzione condivisa che nel medio lungo periodo (31.12.2023), da un lato, consenta all’amministrazione di programmare per il futuro una seria ed efficace gestione delle aree portuali e, dall’altro, assicuri al paese una continuità nella gestione di un bene strategico quale il porto di Lacco Ameno”.

E quindi?

“L’amministrazione ha piuttosto preferito generare tutta questa guerra personale, queste vessazioni che durante il corso di questi anni l’hanno visto sempre sistematicamente soccombente, in ogni in ogni grado di giudizio, sia civile, sia penale, sia amministrativo.Se io, oggi, sono Nerone rispetto ad una pronuncia di un giudice del tribunale di Ischia, per l’allaccio di un contatore idrico, lo andremo a vedere poi nelle sedi opportune. Intanto ho proposto reclamo. E comunque voglio sottolineare che la ferma volontà dell’amministrazione comunale di sottrarre l’acqua al porto non è accompagnata da una programmazione della gestione delle aree portuali per l’anno in corso. Detto in altri termini la lungimirante politica si riassume nel dire: piuttosto il Porto chiuso che gestito da Perrella (con buona pace per tutte le attività commerciali e la sopravvivenza stessa del Paese)”.

Comprende anche lei che omissioni e mancati pagamenti porterebbero ad un danno erariale per le casse dell’ente attribuibile alle amministrazioni comunali che hanno palesato una certa inerzia nel ricurvare le somme afferenti la gestione del pubblico bene, qual è il porto?

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“Il danno erariale l’ha creato lui, Pascale, e se andrà a rispondere del danno erariale è perché lui, prima di tutto attraverso una ditta incaricata per il rifacimento della scogliera, ha distrutto i pontili. Pontili che ho riattato io con i miei soldi. Io ho agito nell’ambito di quella che credevo una compensazione tra le parti,che quei soldi mi venissero scalati dal canone.Da lì è nato tutto.Niente di più niente e niente di meno. Poi è iniziata la guerra politica che ha portato Giacomo Pacale a risultare soccombente in ogni sede (a dirla tutta anche nel provvedimento cautelare del Giudice Pastore Alinante, nell’ambito del cui giudizio il Comune aveva chiesto una serie di provvedimenti nei confronti della Marina del Capitello e le cui richieste sono state tutte rigettate). Lui è l’amministratore di un paese e non può innescare guerre personalistiche senza garantire parità di trattamento ad ogni cittadino. Per le concessioni demaniali ci deve essere la stessa linea per tutti, idem per la fornitura dell’Acqua. Quindi, se deve staccarle a me; deve staccare anche gli altri. Ma non è così!”.

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A pagare il prezzo più alto la comunità?

“Io per la comunità di Lacco Ameno ho fatto di tutto e di più, la prima cosa che ho fatto ho combattuto contro queste vessazioni e aprire il porto, garantire flussi turistici e servizi. Quindi questo per me è un vanto. Il sindaco Pascale racconta cose che non stanno né in cielo, né in terra ed e’ proprio fuori luogo.Quello che lui ha dichiarato è una cosa aberrante”.

Ci spiega meglio, perché ? 

“Abbiamo proposto questa diffida al distacco perché la vicenda ha dei contorni tutt’altro che chiari. Per una semplice ragione: il regolamento EVI, prevede che l’allaccio della fornitura venga effettuata su una semplice autodichiarazione (come avviene per tutti gli immobili ed i beni oggetto di fornitura).Nel nostro caso non è stato così,perché dagli uffici commerciali dell’EVI ci ha chiesto in via anticipata la documentazione afferente la concessione ed il titolo legittimante il possesso (ipotesi non prevista dal Regolamento). Nell’ottica della più totale buona fede abbiamo fornito la documentazione: tutto il resto è storia. Ma a fronte di tale circostanza abbiamo presentato specifica istanza di accesso agli atti che ad oggi non è stata riscontrata. Non appena saremo in possesso della documentazione valuteremo ogni azione legale a nostra tutela”.

Cosa avete chiesto?

“Abbiamo chiesto, tra l’altro, quante istruttorie preventive ed anticipate sono state fatte – come fatto per Marina del Capitello – prima di allacciare i contatori sul territorio, chiedendo effettivamente il titolo, diciamo legittimo, per possedere beni immobili, piuttosto delle aree demaniali, perché il regolamento non contempla questa ipotesi.Quindi è già una ipotesi particolare, considerato pure che l’EVI è monopolista ed è partecipata dai comuni.A mio avviso si è tentato di ottenere per altre strade ciò che il Tar non ha mai – e dico mai – concesso al Comune di Lacco Ameno (ovvero il rilascio delle aree).È evidente, dunque, che la battaglia è politica”.

Cosa comporta questo giudizio, questo famoso giudice trovato a Berlino da Pascale, sulle vicende portuali che vi vedono contendere la gestione al comune?

“Noi ci riteniamo prorogati al 31/12/2023 e in sostanza il giudice naturale a decidere questo tipo di controversia, il giudice amministrativo, ha implicitamente aderito a questa tesi. E si era già in un momento successivo alla proroga Covid”. 

Se non aveva interesse, perché tutto questo caos allora, ci spiega meglio?

“L’azione che sta perpetrando l’amministrazione è un’azione pretestuosa, adesso mi chiederà perché.Perché allo Stato il Comune non ha programmato azioni per una gestione del Porto. Quindi il distacco dell’acqua è una battaglia politica ad personam. Se domani l’Evi interrompe un servizio pubblico essenziale (generando anche un danno erariale ed alla collettività di cui poi risponderanno le amministrazioni partecipanti tutte) e la Marina di Capitello Scarl va via, il Comune non potrebbe, non saprebbe e non riuscirebbea gestire il porto secondo canoni di efficacia e di efficienza generando solo un danno alla collettività.

Come andrete avanti, la stagione diportistica è persa?

“Le forniture idriche possiamo assicurarle anche con altri mezzi e ce ne faremo carico fino in fondo per il bene della collettività. La verità è che sotto la crociata contro la mia persona si nascondono interessi volti non al bene di Lacco Ameno ma a spartizioni politiche in seno alla maggioranza Pascale che per raggiungere i propri obiettivi passerebbero sul corpo di ogni singolo lacchese. “Di questa strategia poi se ne stava occupando la magistratura penale, perché noi ci siamo attivati anche in tal senso.Abbiamo avuto risultato con un rinvio a giudizio per turbativa d’asta “.

Pascale si dichiara pentito di aver concepito il Project Finnacing, come la vede?

“Lui lo sa bene che quando me l’hanno fatto gestire sono stati fatti lavori e portati introiti. Ci sono tutti i pagamenti. La gestione sontuosa e professionale che ha portato lustro a Lacco Ameno è storia. La contestazione è sorta solo quando ho dovuto investire, ho speso 200.000 euro per riattare i pontili che la ditta incaricata dal Comune aveva rotto, e quindi credevo diciamo di vederli compensati con il canone. Un amministrazione seria e oculata lo avrebbe capito. All’indomani delle ultime elezioni la crociata è stata evidente. L’unica cosa che dicevano era vattene, rispetto a 1000 PEC che io ho inviato per saldare i conti e le pendenze economiche, evidentemente non vuole essere pagato perché l’unica cosa che può dire per giustificare il suo fallimento è “ il moroso Peppe”. E’dal 2021 che scrivo per risolvere la questione.C’è un lodo che ha stabilito che in effetti tu mi hai sottratto delle aree arrecandomi un danno. Vediamoci per quantificare il canone alla luce di queste aree sottratte, perché io sono disponibile a pagartelo seduta stante questo è il concetto e loro non ci hanno mai risposto”.

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