POLITICAPRIMO PIANO

L’appello di Irene: «adesso sotterriamo l’ascia di guerra»

Lunga intervista al sindaco di Serrara Fontana che racconta i primi 100 giorni al timone del Comune montano, guarda al futuro della sua comunità e poi chiude anche nel “cassetto” le scorie di una campagna elettorale decisamente sopra le righe

Dal punto di vista politico è presto per tracciare un primo bilancio, ma da quello personale come sta andando la tua sindacatura? È tutto come ti aspettavi? E come cambia la vita quando si ricopre la carica di primo cittadino?

«Chiaramente la mia vita è cambiata tantissimo. In passato ho ricoperto il ruolo di consigliere comunale ed assessore, mentre ora ho l’onore di essere il sindaco del comune di Serrara Fontana con tutte le soddisfazioni, ma anche con tutte le responsabilità che ne conseguono. Il sindaco è il primo referente di tutti i cittadini, ma è anche responsabile degli uffici e deve svolgere un grande lavoro di coordinamento all’interno di una squadra. Detto questo, credo che il mio primo bilancio personale sia positivo perché finora ho avuto la fortuna di essere assistita da persone che dall’inizio si sono messe a disposizione della cittadinanza e dell’amministrazione, credendo seriamente in quello che facciamo. Stiamo avviando una serie di progetti che riguardano l’implementazione di opere pubbliche, ma anche la risoluzione di semplici problemi che possono essere piccole controversie tra vicini. Lavoriamo a 360° guardando il territorio nella sua completezza e stiamo cercando di sfruttare al meglio tutte le possibilità che stanno arrivando dal Governo, dalla Regione e anche dai fondi che l’Europa sta erogando e che intende mettere a disposizione».

«È chiaro che una battaglia elettorale così profonda porti ancora degli strascichi. Adesso, però, c’è tutta la voglia di superarli, almeno da parte mia c’è la volontà di andare oltre e guardare avanti e personalmente ho rimosso tutto quello che è accaduto. Adesso sono il sindaco di tutti, anche di quelli che non mi hanno votato»

Sei il secondo sindaco donna nella storia dell’isola d’Ischia e sei diventata una sorta di icona perché con te si è tornati a parlare dell’importanza del genere femminile anche nella politica. Questo ruolo ti lusinga o credi che non sia più il caso di rimarcare il dualismo uomini e donne nel mondo politico?

«Da un punto di vista personale mi lusinga essere il stata eletta sindaco della mia comunità perché è un qualcosa che veramente ti tocca dentro ed è una è un’emozione profonda. Tuttavia credo che al posto mio anche un uomo avrebbe provato questa stessa gioia.È il ruolo da sindacoa darti una carica emotiva non indifferente. Non parlerei più di dualismo tra uomini e donne in politica, bensì di lusinghe ed emozioni che sono venute dopo una campagna elettorale molto lunga in cui ci si è scontrati, ma anche confrontati su vari temi. Oggi parlerei più di competenze piuttosto che di ruoli di genere».

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Hai parlato della campagna elettorale che è stata anche contraddistinta da toni aspri, colpi bassi e da riferimenti che nulla hanno a che vedere con la politica. È acqua passata oppure ci sono delle scorie che restano, almeno temporaneamente?

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«È chiaro che una battaglia elettorale così profonda porti ancora degli strascichi. Adesso, però, c’è tutta la voglia di superare quella che è stata la campagna elettorale perché ormai è terminata. Almeno da parte mia c’è la volontà di andare oltre e guardare avanti e personalmente ho rimosso tutto quello che è accaduto. Adesso sono il sindaco di tutti, anche di quelli che non mi hanno votato e spero proprio di avvicinare a me quest’ultimi perché vorrei essere un punto di riferimento per tutti loro.Vorrei venire incontro alle loro necessità ed esigenze. Credo proprio che sia ora di superare alcune visioni personalistiche e di puntare tutti insieme al bene della comunità».

«Mi lusinga essere il stata eletta sindaco, ma credo che al posto mio anche un uomo avrebbe provato la stessa emozione. Non parlerei più di dualismo tra uomini e donne in politica, bensì di lusinghe ed emozioni seguite a una campagna elettorale in cui ci si è confrontati su vari temi. Oggi parlerei di competenze piuttosto che di ruoli di genere»

Che idea ti sei fatta del paese in questi primi cento giorni? È vero che hai un’esperienza consolidata come consigliere comunale e assessore, ma guardare con l’occhio del sindaco è un’altra cosa.

«Onestamente è un paese che si sta evolvendo e che sta crescendo sia da un punto di vista culturale che dal punto di vista delle opere pubbliche. Nel corso degli anni abbiamo amministrato bene, dando il via a una serie di attività importanti per il territorio. Da sindaco mi sento di dire che c’è ancora tantissimo da fare, soprattutto per i giovani perché l’obiettivo è quello di coinvolgerli il più possibile in questo sviluppo e in questa crescita culturale che sta caratterizzando il comune. Purtroppo ci sono ancora delle differenze tra le frazioni e da un punto di vista economico ci sono famiglie in sofferenza a causa della pandemia che ci ha duramente colpiti. Il Covid, infatti, ha accentuato i divari e il compito della politica è quello colmare questi vuoti, andando a sanare delle situazioni difficili».

Hai parlato di un paese che sa innovare, ma quanto è importante per un paese come Serrara Fontana conservare anche le proprie tradizioni che,sotto certi aspetti, sono una forza e un marchio di fabbrica?

«Le tradizioni sono importantissime e chi mi ha seguito in campagna elettorale ha percepito il mio motto che è innovare mantenendo la tradizione. Non si può pensare allo sviluppo di un paese prescindendo dall’identità di quel territorio e di quella comunità. Anzi, lo sviluppo si ha soltanto quando viene esaltata la propria tipicità e quando si mantengono intatte le tradizioni che ci caratterizzano. Questi sono concetti importanti perché devono essere un veicolo di valorizzazione del nostro territorio e del nostro paese».

«Ho avuto modo di dirlo in precedenza e in altre occasioni che l’insegnamento che ci sta lasciando il Covid è l’importanza della solidarietà e l’attenzione da riservare alle fasce più deboli. Ci ha fatto capire anche quanto sia bella la nostra libertà»

Vivi in un paese dove la contrapposizione in politica è sempre stata forte. Quest’anno ci saranno le elezioni a Ischia e a Barano e il rischio, stando ad alcuni analisti, è quello di trovare solo un minimo di opposizione a chi oggi amministra questi due comuni. Non credi che dal punto di vista politico e sociologico sia un segnale tutt’altro che incoraggiante?

«Io credo che avere un’opposizione costruttiva sia di grande stimolo per l’amministrazione che governa un territorio perché nell’ambito della dialettica democratica una maggioranza deve collaborare con tutti e, al netto di polemiche, deve accogliere consigli e suggerimenti provenienti dal fronte opposto. Per quanto riguarda le elezioni dei comuni di Ischia e Barano, credo che le amministrazioni attuali abbiano governato bene e che abbiano dato inizio a un percorso di rinnovamento dei propri territori con una serie di importanti opere pubbliche. È chiaro che se i miei attuali colleghi sindaci, un domani candidati, avranno di fronte a sé una compagine in grado di costituire un serio avversario, sarà per loro un ulteriore stimolo a fare meglio».

Un giorno, quando tutto questo sarà finito, il Covid che insegnamento ci lascerà?

«Ho avuto modo di dirlo in precedenza e in altre occasioni che l’insegnamento che ci sta lasciando il Covid è l’importanza della solidarietà e l’attenzione da riservare alle fasce più deboli. Ci ha fatto capire anche quanto sia bella la nostra libertà».

«Serrara Fontana è un paese che si sta evolvendo e che sta crescendo sia da un punto di vista culturale che dal punto di vista delle opere pubbliche. Nel corso degli anni abbiamo amministrato bene, dando il via a una serie di attività importanti per il territorio. Da sindaco mi sento di dire che c’è ancora tantissimo da fare, soprattutto per i giovani»

Perché a una donna oggi consiglieresti di fare un’esperienza politica?

«In realtà, io consiglio a tutti almeno una volta nella vita di fare un’esperienza nel mondo della politica perché credo che sia un qualcosa di costruttivo. La politica, quella fatta come si deve, ti insegna tantissimo. Deve essere vista non come uno strumento di potere, bensì come un mezzo al servizio del cittadino e quando si fa il proprio dovere vedi che arrivano emozioni e gratificazioni. Come in ogni percorso è necessario capire, ascoltare, valutare le situazioni ed essere a disposizione degli altri. Ecco, la vera mission della politica è aiutare le persone e implementare lo sviluppo di un territorio senza mai dimenticare che quel potere ti è stato dato dai cittadini. Fare politica è un’esperienza che io consiglio a tutti, in particolar modo alle donne».

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pioli

nulla da ridire su cio’ che eventualmente fara’, senza dimenticare pero’, che a Serrara Fontana la politica e’ stata solo ed esclusivamente potere pubblico ed amministrativo, e si e’ usata solo come strumento x comando indiscriminato,l saluti. p.s. il tutto accompagnate con scelte a favore delle amicizie , sviluppato dai dipendenti pubblici in maniera becera ed indiscriminata

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