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L’appello di Schilardi agli isolani: «Sisma e ricostruzione, basta con il masochismo»

Cas, alberghi, condoni, danni lievi, microzonazione: il commissario illustra i risultati, gli obiettivi e le problematiche dell’attuale fase post-terremoto

L’incontro di venerdì col sottosegretario Crimi è stato inusuale, in quanto molto “democratico” e straordinariamente partecipativo, dando spazio alle istanze della gente.

«Gli isolani devono smetterla di auto-criminalizzarsi. L’abusivismo c’è stato qui come in varie parti d’Italia. Non è realistica l’associazione tra ischitani e abusivismo. Cerchiamo di remare tutti insieme nella stessa direzione»

«La scaletta della giornata era stata preparata proprio dallo staff del sottosegretario Crimi, ed era una scaletta molto “aperta”, alla quale hanno potuto partecipare oltre alle autorità locali impegnate nella ricostruzione, anche le varie associazioni di categoria, architetti, commercialisti, albergatori, termalisti, oltre ai cittadini. Naturalmente, come in tante occasioni, è stato sottolineato come la ricostruzione sia un fatto di carattere essenzialmente tecnico, sia sotto l’aspetto giuridico-normativo sia sotto l’aspetto ingegneristico. È stata illustrata l’attività svolta, senza inutile enfasi perché non era il caso, dopo una calamità naturale che richiede tempi e procedure complesse; senza quindi vantare successi che al momento ancora non ci sono. Tuttavia abbiamo chiarito vari aspetti del lavoro sinora svolto, di carattere preparatorio ma non solo, perché nel momento in cui si erogano risorse vuol dire che siamo oltre la fase di pura preparazione, e mi riferisco soprattutto all’assistenza che viene data alla popolazione, in continuità con il passato, ma con una maggiore regolarità. Non ci sono più sofferenze particolari da parte di albergatori o dei cittadini. Le misure assistenziali di Cas e alberghi, ma anche del trasporto scolastico per gli alunni, sono pressoché allo stato di normalità».

Lei lo ha spesso detto in modo diplomatico, ma ha comunque lasciato intendere come su questo punto si sia dovuto recuperare il terreno perduto in precedenza

«C’è stato qualche fraintendimento tra il Comune e la cessata gestione commissariale d’emergenza, che io non critico minimamente a dispetto di ciò che qualcuno prova ad affermare per creare polemiche. Apprezzo chi ha dovuto lavorare in momenti di difficoltà, senza nemmeno un’adeguata struttura per ospitare gli uffici municipali. Chiarito questo punto, ribadisco che oggi possiamo contare su una maggiore regolarità.

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«Abbiamo garantito continuità nell’assistenza alla popolazione, che non verrà mai abbandonata a sé stessa»

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Bisogna guardare le procedure con un occhio che qualcuno ha definito “buonista”, ma che in realtà deve essere comprensivo delle difficoltà gestionali connaturate a ogni procedura. Quindi laddove si possono sanare piccoli ritardi o inadempienze bisogna provvedere, perché l’albergatore ha diritto ad essere ristorato per ciò che ha prestato, oppure dirgli per tempo che non si ha più bisogno della sua opera. Ma fin quando i servizi vengono erogati, vanno ristorati. Il nostro scopo è evitare contenziosi in presenza di prestazioni, che non sono state sospese o interrotte, ma che sono continuate. Sotto questo profilo siamo ormai quasi al pareggio: stiamo pagando già i Cas di maggio. Allo stesso modo, stiamo intervenendo per cercare di non incoraggiare la tendenza del cittadino a rimanere in una posizione socio-assistenziale, ma di pensare, nei limiti del possibile, alla ricostruzione, fermo restando che nessuno sarà abbandonato fino al completamento della ricostruzione. Dobbiamo incoraggiare a ricostruire, perché non possiamo continuare a pagare i Cas per intero all’infinito, anche a chi al momento dell’evento non era nemmeno proprietario di quella casa. Ciò non significa voler “scaricare” taluni cittadini: ci rendiamo conto che nel trarre in fitto una casa oggi non si trovano le stesse condizioni di venti anni fa. Quindi continueremo a erogare un contributo a chi è in fitto, ma ovviamente in maniera gradata».

La microzonazione rappresenta un passaggio determinante.

«Certo. Qualcuno ha erroneamente detto che l’ordinanza per i danni lievi non poteva avere esiti positivi se non fosse stata attuata la microzonazione. Dimenticando che “danni lievi” significa ad esempio danni all’intonaco, agli infissi, ai vetri, ma non certo dover ricostruire la struttura dell’edificio. Dunque la microzonazione coi danni lievi non c’entra nulla, bensì vuole essere un aiuto per il cittadino nel compiere i lavori senza dover ottenere autorizzazioni, con una semplice comunicazione al Comune. Il discorso economico è diverso: ovviamente esso è legato alla situazione di legittimità o meno dell’immobile.

«C’è stata una campagna di disinformazione: non è vero che per i danni lievi serve la microzonazione. Questa errata credenza è forse alla base del ridotto numero di istanze per gli interventi sulle lesioni di minore entità»

Le conseguenze non sono così nefaste come si vuol far credere. Ho incontrato molta gente che attende solo l’ordinanza di ricostruzione pesante perché l’abitazione è legittima: sì, magari c’è chi ha chiuso una veranda, chi ha compiuto ampliamenti di alcuni metri quadri, vorrà dire che per quegli ampliamenti non avrà il contributo. Quindi non mi straccerei così le vesti: non tutti sono abusivi in una misura così grave da non poter ricevere un significativo contributo in denaro».

Il nodo dei condoni resta ancora una zona d’ombra, innanzitutto perché non c’è stata la risposta in termini di adesioni che ci si poteva attendere

«Guardi, dipende anche da quanti condoni i Comuni saranno in grado di rilasciare. Io mi auguro che riescano ad aumentare il ritmo, una volta individuata la procedura. La settimana scorsa erano state esaminate venticinque pratiche. Una cosa però la trovo incoraggiante: di queste venticinque trasmesse alla Sovrintendenza per l’esame finale, le prime sette hanno avuto tutte esito positivo. In questi sette casi il cittadino può quindi già ricostruire, facendo la domanda per il contributo. Pagando somme molto limitate, visto che le tariffe sono quelle dell’85, alcune centinaia di euro (un po’ di più in caso di violazione di norme paesaggistiche), uno si ritrova un’abitazione legittima, commerciabile, riparabile.

«La microzonazione è di fatto conclusa, rispettando pienamente i tempi. Vedrete che dopo la consegna dello studio verranno presentate moltissime istanze»

Passa così dallo status di cittadino che ha violato la legge, sia pure a volte per esigenze abitative, a quello di cittadino perfettamente in regola. Lo ripeto, una grandissima parte di cittadini ha diritto al contributo. Questa auto-criminalizzazione di alcuni cittadini dell’isola è una cosa che non capisco. C’è stato abusivismo, ma esso c’è stato in molte parti d’Italia, alcuni abusi riguardavano la prima casa, quindi questa “drammatizzazione” della figura dell’ischitano abusivo non esiste. Ci sono da sistemare alcune situazioni, e vedrà che quando sarà emanata l’ordinanza aumenteranno le istanze di condono. Purtroppo in questo Paese spesso si tifa per l’insuccesso, non per il successo. Di fronte a una guerra c’è sempre chi è favorevole a prendervi parte e chi è contrario, ma una volta entrati in guerra tutti dovrebbero attivarsi nell’interesse della nazione, come gli Inglesi ci insegnano. Mi auguro che questo modo di ragionare trovi cittadinanza anche nel nostro Paese. C’è il momento del conflitto, ma poi c’è il momento costruttivo nell’interesse del paese. Adesso auspico che tutti lavorino per Ischia».

Lei si è insediato ormai da vari mesi. Cosa è andato secondo le sue previsioni, e cosa invece l’ha sorpresa più o meno favorevolmente?

«La prima difficoltà è stata quella di partire. Un commissariato che nasce senza personale, senza una sede, e che nell’arco di pochi mesi riesce a trovare il personale, una sede, un’organizzazione è già di per sé un risultato positivo, sul quale, mi creda, avevo molti dubbi. Il personale è di prim’ordine, con esperienze di varie altre emergenze. Un’altra cosa che mi preoccupava era il passaggio alla fase post-emergenziale, che si chiama così anche se poi grazie a un articolo di legge l’emergenza di fatto continua, dal momento che tutto ciò che era previsto in favore dei cittadini seguita ad essere erogato.

«Per le scuole sono già stati versati ai Comuni i fondi per la progettazione di ripristino dei plessi, intanto abbiamo aggiunto l’ex Collocamento tra le sedi temporanee»

Temevo anche per il pagamento dei Cas, invece sono stati pagati i mesi più recenti ma anche quelli più risalenti. Anche parlando della situazione-scuole, e qui intendo non il recupero degli edifici che è stato già finanziato e i soldi sono stati versati ai Comuni per i progetti esecutivi (e il decreto sblocca cantieri dovrebbe agevolare i Comuni), ma intendo proprio i ragazzi che devono andare a scuola, si sta individuando una soluzione che poteva essere trovata molto prima. L’immobile dell’ex collocamento che, Regione permettendo, potrà essere rimesso rapidamente in condizione di accogliere gli alunni, era abbandonato a sé stesso da diverso tempo, ma lo si sarebbe potuto utilizzare anche prima, visto che rappresenta una soluzione valida: restaurato da poco, senza lesioni serie, ambienti luminosi,  permetterà di ottenere ben otto aule, cioè circa centocinquanta ragazzi. Anche questo è un frangente che si è risolto meglio del previsto, sempre nell’ambito della gestione temporanea in attesa del ripristino degli edifici.  L’aiuto alle strutture alberghiere ha funzionato bene: sono state presentate 97 domande, qualcun’altra arriverà ancora, anche da parte dei commercianti. Siamo riusciti ad adottare un provvedimento anche per coloro che non hanno potuto riprendere le attività produttive, mantenendo una vigilanza di tipo mobile nella zona rossa, riducendo fortemente le spese».

E tra le sorprese meno piacevoli?

«Una delusione è stata quella sulla ricostruzione “leggera” di cui tanto si è parlato. In sostanza essa è stata confusa con quella “pesante”, perché c’è stata un’opera di disinformazione: si è voluto far credere che la ricostruzione leggera richiedesse la microzonazione, ma, come ho detto, non è assolutamente vero. Il discorso è comunque aperto: le istanze forse arriveranno pian piano. Va creato un rapporto di fiducia, e qui conta molto la politica, tra tecnici e cittadini: c’è una tendenza tra i cittadini a voler fare da soli, ma non si può progettare una casa, un intervento di ricostruzione, di recupero o di adeguamento sismico senza la necessaria competenza. Sono cose che esigono un’adeguata professionalità. Ecco, sono contento del fatto che lo studio microzonazione  abbia pienamente rispettato i programmi. Tra poche settimane sarà ufficialmente consegnato, e vedrete che saranno molte le istanze che verranno presentate. Su settecento-mille case da riparare, credo che almeno cento-duecento siano pienamente legittime e otterranno un contributo pieno in modo da partire con la ricostruzione».

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