ELEZIONI

L’APPELLO Referendum, votare “no” per evitare il taglio della democrazia

Oltre che per il rinnovo di consigli regionali, provinciali, metropolitani e comunali, domenica 20 e lunedì 21 settembre 2020 il popolo italiano sarà chiamato ad esprimersi sul referendum costituzionale circa il taglio dei parlamentari per cui si propone di passare dagli attuali 630 deputati  a 400,  e di diminuire la presenza dei senatori da 315 a 200. Il tutto, secondo i proponenti, per abbattere i costi della politica. Una falsità, ovviamente,perché il taglio dei parlamentari inciderebbe solo per un misero 0,007% della spesa pubblica. Per abbassare veramente e concretamente i costi della politica basterebbe ridurre gli stipendi da nababbo di circa 15.000 euro al mese più privilegi vari dei parlamentari e portarli al livello dei salari che percepiscono gli operai specializzati delle fabbriche. In questo modo vedrete che tanti borghesucci già benestanti e ricconi professionisti, non farebbero neppure più la corsa a farsi eleggere in Parlamento. La verità è che questo referendum voluto dai populisti del Movimento Cinque Stelle e sostenuto dalla classe dirigente reazionaria e antidemocratica del Partito Democratico e della Lega di Salvini, non serve assolutamente a tagliare i costi della politica come vorrebbero farci credere questi “signori”, ma servirebbe soltanto a tagliare quel poco di democrazia parlamentare borghese che ancora sopravvive nel nostro Paese. “Signori” sostenitori del “SI” che nei decenni col malgoverno di coalizioni di centro, centrodestra e centrosinistra oltre ad avere affossato sanità, scuola e trasporto pubblico, oltre ad aver svenduto l’immenso patrimonio pubblico del popolo italiano regalandolo per pochi spiccioli a capitalisti e multinazionali, attraverso l’approvazione del cosiddetto jobact hanno finanche falcidiato i diritti dei lavoratori, a partire dalla vergognosa modifica dell’articolo 18 dello Statuto dei Lavoratori, diritti conquistati in decenni di durissime lotte e battaglie portate avanti nel secolo scorso dai nostri nonni e dai nostri padri,  molti dei quali sacrificando la vita nelle piazze.

Dopo averci tolto la possibilità di poter scegliere i candidati da votare in quanto con scelte vergognosamente anticostituzionali e approvando una legge elettorale che fa impallidire persino quella voluta dal fascismo negli anni bui e tragici del ventennio nero mussoliniano e con cui i partiti si sono arrogati pure la possibilità di decidere chi tra i loro gruppi dirigenti deve essere nominato deputato o senatore, ora vogliono rendere il parlamento meno rappresentativo e più concentrato nelle mani di un’esigua casta capitalistica e padronale trasformando, così, il potere esecutivo sempre in senso più presidenzialista, puntando al tanto agognato obiettivo, per i reazionari, dell’uomo solo al comando, proprio come avviene nelle dittature fasciste: che vergogna! E se solo pensiamo al fatto che nel 1929 l’unico taglio del numero dei deputati che scese a 400 fu preteso dal duce del fascismo Benito  Mussolini, oggi rispetto alla proposta di stampo fascista di tagliare la democrazia, agli italiani dovrebbero tremare i polsi. Ecco perché il popolo italiano, la classe lavoratrice e sfruttata del nostro Paese, i comunisti, i sinceri democratici e i progressisti votando e facendo votare “NO” al referendum del 20 e del 21 settembre, hanno il dovere storico e morale di fermare questo nuovo assalto alla Costituzione antifascista che va preservata nei sui principi di democrazia e partecipazione popolare.  Perché, è bene ricordarlo, noi marxisti-leninisti della Costituzione borghese del 1948 difendiamo unicamente le conquiste progressiste in essa contenute e necessarie per proseguire la lotta verso la sconfitta del sistema capitalistico e la conquista del potere proletario e del socialismo. Per noi comunisti questa è una battaglia di retroguardia che va combattuta e vinta in attesa di costruire la prospettiva storica del socialismo nel nostro Paese, per liberare definitivamente le masse popolari dal barbaro sfruttamento padronale e capitalistico e garantire parimenti a tutti gli italiani l’uguaglianza economica e sociale e dare loro una vita serena e dignitosa. Il 20 e il 21 settembre vota e fai votare “NO” al taglio della democrazia nel nostro Paese.

Ischia, 7 settembre 2020

Il Comitato Centrale del P.C.I.M-

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