CULTURA & SOCIETA'

L’arte ischitana e la festa a mare agli scogli di Sant’Anna

La Festa a Mare agli  Scogli di S. Anna edizione 2019 si avvicina sempre di più. Già da oggi  nell’immaginario collettivo si avverte il fascino delle luci che si riaccenderanno e i segni dello spettacolo del golfo aragonese  che ammireremo al chiarore anche  della luna con tutti i suoi indefinibili colori  insieme alla musica a scaldarci i cuori.  E’ la bellezza dello scenario e dell’ arte vera, espressa con la passione dell’anima.

Si parla di 9 bozzetti artistici per le tradizionali barche addobbate che dovranno  essere allestite e pronte per l’attesa sfilata del 26 di Luglio prossimo. Solo tre  artisti pittori  ischitani, a storica memoria, hanno immortalato su tela la scena spettacolare  della Festa a Mare agli Scogli di S. Anna, nel grande specchio d’acqua aragonese fra il Castello, gli omonomi scogli, la storiche chiesetta dedicata a Sant’ Anna e la secolare Torre di Michelangelo.  Lo fece per primo il pittore Vincenzo Funiciello nel 1955 che, in mancanza di foto,  dipinse però alcuni giorni dopo, la sola scena madre della  sua barca addobbata, “La Gloria di Sant’Anna”, che vinse il primo premio al concorso di quell’anno. Poi, ne i primi anni ’60, si cimentò  nella realizzazione dell’opera pittorica così come l’ampio  scenario completo della Festa  gli appariva ai suoi occhi e l’avvertiva nel cuore, il  popolare barbiere pittore dell’antico Borgo di Ischia Ponte, Catello Curci, scomparso nell’86 a 87 anni. Per la verità ne dipinse più di uno, anzi diremmo una quindicina, uguali fra loro per tecnica ed ispirazione, raffigurando i “pontoni” addobbati  in mezzo al mare, la cornice di pubblico sugli scogli e sul vecchio ponte aragonese, il filare di luci lungo lo stesso ponte che congiunge il piazzale aragonese al castello e i gozzi a remi che ospitavano nuclei familiari ed amici che si godevano la festa a mare con gli immancabili ruoti di parmigiana e melanzane e coniglio alla cacciatore.

Il pittore nei dipinti, quest’ultima cosa la lasciava immaginare, perché era scontato che quel rituale mangereccio faceva parte per vecchia tradizione  della festa stessa. Fra i dipinti della Festa a Mare che Catello Curci ha realizzato con l’anima e con il cuore se ne distingue uno in particolare, dipinto nel 1965 con una impostazione scenica diversa rispetto a tutti gli altri soliti , come gli era stato richiesto da chi glielo aveva ordinato quale dono di nozze da portare a New York. L’acquirente fu Teresa Mazzella Diodiscolo, ischitana residente nella metropoli americana. Poi le numerose ordinazioni per il quadro classico prima maniera, con l’incendio del castello (aggiunto dopo), i pontoni a mare addobbati e la folla sul ponte, sugli scogli e sui gozzi a mare. Nel 1976 Giovanni Savarese di Foto Castello  diede alle stampe in esclusiva una cartolina da una sua foto del quadro che il pittore Catello Curci dipinse con la stessa tecnica per la Festa di quell’anno. Il primo dipinto, Catello  Curci,  lo realizzò  nel ’60 per tenerselo solo in esposizione fra i tanti suoi quadri che raffiguravano gli angoli semplici della vecchia Ischia Ponte fra gallinelle, lavandaie e panni stesi ai balconi affiorati, custoditi nella sua barberia-galleria d’arte in via Lui Mazzella a due passi dal Ponte e dal Castello. Quel quadro di prima ispirazione,  attirò subito l’attenzione di un altro straordinario cantore del Borgo di Celsa , il poeta e scrittore Giovan Giuseppe Cervera, che a qualsiasi costo volle che l’amico Catello  glielo vendesse. Alla fine Catello Curci si arrese e il quadro così poetico agli occhi del Cervera finì nella sua casa di via San Giovan Giuseppe della Croce, dietro le chiazze, dove presumiamo vi stia ancora ereditato dal figlio Moreno. Ormai il pittore naif del Borgo dipingeva il soggetto della festa a mare solo su ordinazioni che per lo più gli arrivavano dall’America e dalla Germania e da un mercante d’arte di Milano con cui il barbiere pittore del Borgo manteneva rapporti per la vendita in generale della sua produzione. Catello Curci barbieri barbiere-pittore prima con la sua attività in via Seminario e successivamente a pochi passi dal piazzale aragonese era anche un appassionato pescatore con la canna.

Sapeva pescare covere e mazzoni anche quando il mare non era nitido, ossia reso oscuro dall’ ombrosità del  cielo grigio.  Catello pescatore sul pontile o sugli scogli, faceva parte del paesaggio. Nell’arco di sessant’anni ha impresso su tela la vita e la bellezza del Borgo della sua Ischia Ponte: le vecchie casette dall’intonaco cadente o corroso dalla salsedine, le botti, le barche dei venditori di carbone, i mellonari, le venditrici di caldarroste  ed “allesse”, il mercato delle Vigilia di Natale, le processioni, i pesci,le nasse, le lampare,  le lancelle, le portatrici d’acqua, i personaggi, le gallinelle, i vinaioli, i carretti, i panni stesi al sole, finestrelle e balconi, il cielo e il mare. Insomma tutta la vita del suo habitat  in cui sapeva godere delle semplici e belle cose che lo circondavano. Quello bello ed indovinato quadro della Festa a Mare agli Scogli di S.Anna lo fece salire di un gradino più in alto nella critica pubblica  verso l’artista. Catello nella sua umiltà e semplicità se ne compiaceva. Senza darlo troppo a sembrare.  L,’ultimo artista pittore per così dire quotato, che ha dipinto alla sua maniera naif lo scenario a mare della festa di S. Anna  è stato Michele Petroni conosciuto col nome d’”arte “ di Peperone. Il suo quadro, bellissimo, fu acquistato da un professore universitario di Belino.

                                                                                               antoniolubrano1941@gmail.com

Ads
Ads

Articoli Correlati

0 0 voti
Article Rating
Sottoscrivi
Notificami
guest

0 Commenti
Inline Feedbacks
Visualizza tutti i commenti
Pulsante per tornare all'inizio
0
Mi piacerebbe avere i vostri pensieri, per favore commentatex