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De Siano tra Roma, Napoli, Lacco e il Covid: «E’ un’esperienza che ti segna»

Il senatore lacchese racconta le ansie e le sensazioni di 21 giorni di malattia, partendo dalla fuga di casa in piena notte con la febbre per tutelare l’anziana madre. La rinnovata fiducia di Berlusconi, poi le prossime amministrative in programma a Napoli. E boccia Pascale: «Nessun atto, tranne qualcuno che evidenzia odio e rancore»

E’ reduce da un’esperienza tutt’altro che allegra come quella della positività al Covid-19. Come la si riassume in maniera sintetica?

«Indubbiamente è un’esperienza che ti segna, nel senso che vivendola in prima persona ti rendi conto che le cose sono estremamente serie. Come suggerisco sempre, bisogna fare attenzione e seguire le ormai note direttive che vengono impartite, perché dopo è davvero tutto complicato. Io l’ho vissuto sulla mia pelle ed è un qualcosa che rimane. Sono stato fortunato rispetto a tante altre persone, perché non avendo patologie pregresse e particolari problemi sono riuscito a venirne fuori più o meno agevolmente».

C’è stato un momento in cui hai avuto paura?

«Paura no, ma certo il timore che potesse durare a lungo, quello sì».

Quando ti sei accorto che qualcosa non andava?

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«E’ successo tutto casualmente. Io a Roma, in Senato, ogni martedì venivo sottoposto al tampone. Ecco, quel martedì l’esito dell’esame è risultato negativo, dopo di che la domenica non mi sono sentito bene. Ho avvertito la febbre durante la notte, mi sono reso conto subito che c’era qualche problema e sono andato via da casa dal momento che vivo con mia madre che è anziana. Per evitarle problemi, sono scappato senza nemmeno avvisarla. Poi ho fatto il tampone e come temevo sono risultato positivo. Dopo qualche giorno stavo anche bene, poi però è arrivata la polmonite, sintomi tipici dell’evolversi della malattia».

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Quali pensieri ti sono passati per la testa in quelle lunghe giornate?

«Nulla di particolare, sono stato ventuno giorni da solo, lunghi da trascorrere, ma non ho fatto specifiche riflessioni. Piuttosto mi è mancata la quotidianità della vita, in particolare ho avvertito l’assenza delle mie nipotine cui sono davvero molto legato. Non poterle vedere mi ha pesato, ma per il resto non facciamo tragedie».

In questi ventuno giorni hai sentito la vicinanza di diverse persone, magari anche di qualcuno che non ti aspettavi?

«Certo, quanto successo fa toccare con mano le persone a te care e che nutrono sentimenti nei tuoi confronti. Questa pandemia non ha portato e porterà conseguenze soltanto di natura economica e sanitaria, ma ha stravolto tutti e tutto. Basti pensare che in un nucleo familiare muore una persona e che a tanti è impedito di poterle portare l’ultimo saluto. Quando penso a questo, penso che sono tra le persone fortunate».

E allora si resetta e si riparte. Iniziamo dal De Siano pensiero sul nuovo DPCM.

«La penso alla stessa maniera dell’intero centro destra unito rispetto a quelli che sono gli atteggiamenti del governo e particolarmente del primo ministro Giuseppe Conte. Il quale spesso utilizza i canali social e le conferenze stampa e si dimentica del Parlamento. Credo che avrebbe l’obbligo di rappresentare in primis in aula le posizioni della maggioranza rispetto a temi così delicati che stanno sconvolgendo il mondo. E’ vero, magari si è esagerato durante il periodo estivo, ma anche perché probabilmente ognuno di noi si illudeva che la seconda ondata non ci sarebbe stata. Oggi invece è nel pieno, il governo ha messo in campo una serie di iniziative tese a contenere la pandemia. Noi, centro destra, abbiamo dimostrato senso di responsabilità votando per l’ennesima volta lo scostamento di bilancio per attenuare le difficoltà che sta vivendo il paese. Ma è vero che le restrizioni dell’ultimo DPCM sono eccessive: diciamolo chiaramente, se non consentono a Capodanno o a Natale di poter andare a salutare la mamma, o di doverlo fare in una determinata ora proprio non va bene. E poi…».

E poi?

«Il governo è nelle mani di una serie di tecnici ed esperti che a mio avviso condizionano ogni scelta in maniera esagerata».

All’imprenditore De Siano chiedo: che senso ha lasciare gli alberghi aperti se sono vietati gli spostamenti tra Regioni e in alcune giornate anche tra Comuni?

«Hanno creato le condizioni per far sì che un settore estremamente importante in Italia come il turismo fosse completamente distrutto. Oggi sull’isola non ce ne rendiamo ancora conto, perché magari l’inizio della stagione è ancora lontano. Ma la verità è che il 2021 per noi sarà un problema, perché non ci saranno i numeri ai quali eravamo abituati. Sarà una stagione interlocutoria».

Da cosa nasce questa previsione?

«Innanzitutto dalla presa di coscienza che il mondo intero è fermo, è in difficoltà. In secondo luogo non si viaggia, per andare a regime ci vorranno dei mesi dopo le vaccinazioni. Passerà tempo e poi si ragionerà su quello che potrebbe essere. E nel frattempo la stagione 2021 sarà già volata via».

Che soddisfazione rappresenta per De Siano aver ricevuto la fiducia di Silvio Berlusconi che, nonostante le tante voci, non ha avuto dubbi a confermarlo come coordinatore regionale di Forza Italia?

«Il nostro è un partito dove la figura del coordinatore regionale è importante. A nominarlo è il presidente Berlusconi, non viene eletto da un congresso o con ragionamenti che si fanno in altri partiti. Ricopro questo ruolo da anni in Campania e dunque ho un rapporto fiduciario col presidente, diretto. Sono nelle sue mani, ho sempre messo a disposizione il mio mandato nei confronti del presidente, al quale ho sempre detto che nel momento in cui ritenesse di cambiare sarei rimasto sempre e comunque a sua disposizione. Lui di recente per l’ennesima volta ha detto che bisogna andare avanti in una determinata maniera, individuando quelli che sono i ragionamenti da mettere in campo».

Alle prossime elezioni amministrative di Napoli è lecito attendersi da Forza Italia un risultato migliore rispetto a quello conseguito alle regionali o nella circostanza è stato anche l’effetto Covid a fare da variabile impazzita?

«Beh, è innegabile che il Covid una certa influenza l’abbia avuta. Le elezioni regionali mi hanno visto seguire da coordinatore quelle che erano le indicazioni del presidente Berlusconi, col quale mi confronto sempre. Noi purtroppo abbiamo pagato anche un certo atteggiamento ostruzionistico da parte dei partiti del centro destra, rispetto al candidato che doveva individuare Forza Italia. Poi va aggiunto che il risultato ottenuto, sicuramente non soddisfacente, è in linea con quelli collezionati nel resto d’Italia. Con Berlusconi, è chiaro, abbiamo ragionato su quelle che sono le prossime elezioni amministrative di Napoli: ho espresso la mia opinione facendogli presente che se a Napoli ci presentiamo col centro destra tradizionale e storico, e dunque con i tre partiti, non andiamo da nessuna parte nel senso che non riusciremo a essere competitivi».

E quindi?

«E quindi dobbiamo mettere in campo un’iniziativa politica di allargamento della nostra coalizione a forze che fino ad oggi non si sono mai interessate in maniera attiva alla politica. Mi riferisco al mondo del volontariato, della cosiddetta società civile, dell’associazionismo. Va fatto un lavoro del genere, dobbiamo avere la capacità di allargare in maniera diversa da quella tradizionale i perimetri del centro destra, anche attraverso l’individuazione di un candidato a sindaco che abbia la capacità di essere rappresentativo di questi mondi».

Siamo partiti da Roma, passati per Napoli e infine non possiamo non approdare a Lacco Ameno. E’ chiaro che c’è molta curiosità per capire quale evoluzione potrà avere il ricorso presentato contro l’esito decretato al primo turno dalle urne.

«Non ho mai cercato la polemica, ma sempre ritenuto che anche in politica si raggiungesse un risultato senza alzare troppo la voce o i toni. In maniera estremamente garbata, e rispettoso delle istituzioni e delle modalità con cui vengono regolate una serie di procedure, mi sono mosso. Ci sono state le elezioni amministrative, noi riteniamo di avere le carte in regola per produrre ricorso. Lo abbiamo fatto, aspettiamo in maniera serena e tranquilla quello che sarà l’esito della parte iniziale del ricorso stesso, se le schede vadano revisionate o meno. Oggi siamo minoranza e facciamo la nostra parte».

Se dovessi dare un giudizio di questi primi mesi di amministrazione Pascale?

«Da uno a dieci? Senza voto, direi, nel senso che io sono abituato a ragionare sugli atti amministrativi. Fin qui non ce ne sono, a parte qualcuno che mette in evidenza odio e rancore nei confronti delle persone. Di cosa parlo? Beh, andateveli a guardare gli atti, in fondo si contano sulle dita di una mano…».

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