L’auditorium del “Mennella” a porte aperte: convegno sul valore del progetto Abc-Agro-Biodiversità in Campania – in primo piano l’offerta turistica attraverso percorsi enogastronomici legati alle tradizioni isolane
LA PRESIDE PROF.SSA GIUSEPPINA DI GUIDA: “La Regione Campania è custode di un immenso patrimonio naturale protetto composto da 123 Siti della Rete Natura 2000, Parchi ed altre importanti risorse naturali di interesse internazionale e di copertura Unesco”
Ormai a Ischia il mondo della scuola a livello medio e superiore è sempre più messo a stretto e proficuo contatto con le realtà sociali, progettuali, programmatiche, creative , economiche e di indagine formativa del quotidiano da vivere, promuovere e difendere. Ciò avviene nel proprio ambiente di studio e di apprendimento attraverso conferenze, convegni e dibatti dove professori, relatori e studenti sono i primi attori. E’una tendenza, un rinnovato modo di fare scuola aperta che affascina e coinvolge. Il primo riconoscimento va ai dirigenti scolastici che prendono a cuore il “nuovo corso” e lo fanno proprio con l’impiego di tanto impegno e tanta energia personali.
A fare testo oggi è l’Istituto Superiore Cristofaro Mennella con la sua Preside Prof.ssa Giuseppina Di Guida. Infatti, alla presenza di un folto pubblico di studentesse , studenti e docenti dell’indirizzo Tecnico Economico per il Turismo, martedì 10 scorso maggio si è tenuto presso l’Auditorium dell’I.I.S. “C. Mennella” in via Michele Mazzella a Ischia, un interessante convegno di presentazione del “Progetto ABC -Agro-Biodiversità in Campania”. Sono intervenuti la prof.ssa Palmerinda Luongo, la dott.ssa Rosa Pepe, il “contadino custode” del fagiolo zampognaro, dott. Antonio D’Abundo, la sociologa Luciana Morgera e l’imprenditrice Assunta Iacono, entrambe impegnate nel modulo formativo “Saperi e sapori a Km Zero”, realizzato dall’Istituto nell’anno scolastico 2021/22. La Dirigente dell’Istituto “Mennella”, prof.ssa Giuseppina Di Guida, ha introdotto e moderato l’incontro, mettendo in evidenza il valore del progetto e le sue importanti ricadute sullo sviluppo economico dei territori rurali della Campania, anche nell’ottica di potenziare l’offerta turistica attraverso percorsi enogastronomici legati alle tradizioni locali. La Regione Campania è custode di un immenso patrimonio naturale protetto composto da 123 Siti della Rete Natura 2000, 2 Parchi Nazionali, 5 Riserve Naturali Nazionali, 5 Aree Marine Protette ,1 Parco archeologico sommerso,12 Parchi e Riserve Naturali Regionali, 2 Riserve MAB Unesco, 2 Zone Ramsar di interesse internazionale per la migrazione degli uccelli ,1 Geoparco Unesco. In questo territorio meraviglioso, grazie agli studi di Ancel Keys e Jeremia Stamler, la dieta mediterranea, osservata soprattutto nello stile di vita della popolazione del Cilento, ha ottenuto nel 2010 il riconoscimento di Patrimonio Immateriale dell’Umanità.
La dott. ssa Rosa Pepe ha illustrato con chiarezza e dovizia di particolari il concetto di agrobiodiversità, associandola necessariamente alla stagionalità. L’agrobiodiversità è la biodiversità esistente nei nostri orti, frutteti, vigneti e campi coltivati. L’uomo, l’agricoltore che coltiva i suoi semi, è al tempo stesso un genetista, un osservatore ,un miglioratore, un innovatore che mette in pratica sia le raccomandazioni di Papa Francesco “Dobbiamo prenderci carico della Madre Terra. […] dobbiamo tutelare la biodiversità, dobbiamo prenderci cura del Creato”, che il principio costituzionale di tutela dell’ambiente, entrato di recente nella Costituzione all’Articolo 9 : “La Repubblica promuove lo sviluppo della cultura e la ricerca scientifica e tecnica. Tutela il paesaggio e il patrimonio storico e artistico della Nazione. Tutela l’ambiente, la biodiversità e gli ecosistemi, anche nell’interesse delle future generazioni”. Il ruolo storico degli agricoltori nella conservazione, nello scambio di sementi e nella trasmissione di informazioni sugli usi e sulle tradizioni è stato potenziato negli anni ’60 e ’70 con la costituzione delle prime moderne banche del germoplasma. La FAO comincia a discutere di conservazione di RGV per l’agricoltura , vengono pubblicate le Linee Guida Nazionali per la Conservazione e la Caratterizzazione della Biodiversità Vegetale di Interesse per l’Agricoltura, l’11 gennaio 2010, a Berlino l’ ONU: inaugura International Year of Biodiversity, cresce la consapevolezza anche in Regione Campania sull’importanza della valorizzazione della biodiversità.
Vengono approvati il Regolamento Regionale n. 6 del 3 luglio 2012, al fine di salvaguardare le risorse genetiche agrarie a rischio di estinzione, che disciplina le modalità di attuazione dell’art. 33 della Legge Regionale della Campania n. 1 del 19 gennaio 2007e gli Strumenti Operativi, con il DGR n. 260 del 15.05.2017. Nascono quindi leBanche regionali del germoplasma, l’Elenco regionale dei Coltivatori custodi, la Rete di conservazione e sicurezza delle risorse genetiche , la Commissione tecnico-scientifica regionale sulla biodiversità di carattere agrario, i Percorsi di identificazione e valorizzazione delle produzioni. Dopo l’excursus storico la dott.ssa Pepe ha parlato di una vera e propria corsa contro il tempo per cercare di salvaguardare e tutelare la biodiversità vegetale e contemporaneamente per cercare di valorizzare e creare economie locali, attraverso i processi di reperimento, caratterizzazione, conservazione e valorizzazione. Il “coltivatore custode”assume un ruolo centrale nel progetto “ABC”, in quanto è colui che provvede alla conservazione in situ delle risorse genetiche autoctone a rischio di estinzione iscritte nel repertorio regionale. Il “coltivatore custode” provvede alla messa in sicurezza della singola risorsa genetica proteggendola e salvaguardandola da qualsiasi forma di contaminazione, alterazione o distruzione; alla diffusione della conoscenza e della coltivazione delle risorse genetiche di cui è custode;al rinnovo del materiale di moltiplicazione delle risorse genetiche vegetali messo a disposizione delle banche del germoplasma regionale. Molto affascinante è stato poi l’intervento del sig. Antonio D’Abundo, un contadino ischitano iscritto all’Elenco regionale dei coltivatori custodi che si è rivolto in particolare ai giovani raccontando il paesaggio ischitano d’un tempo , completamente terrazzato e coltivato a grano e vigneti, uno scrigno di produzioni agricole preziosissime per la biodiversità, molte ormai in via d’estinzione.
La moderatrice ha dato poi la parola al prof. Maurizio Sapere, alle esperte Luciana Morgera e ad Assunta Iacono e alle ragazze e ai ragazzi che sono stati guidati alla scoperta del territorio ischitano con il progetto “Saperi e sapori a Km zero”.Tutti i partecipanti hanno apprezzato l’impegno costante dell’Istituto nel promuovere la conoscenza del territorio, la formazione dei giovani allo sviluppo sostenibile e nel far conoscere agli studenti dell’indirizzo tecnico economico per il Turismo in particolare le potenzialità del turismo esperienziale. Una mattinata davvero proficua.
L’Agrobiodiversità, come volano di sviluppo locale di un reale gruppo di produttori.
Perché dietro ad ogni prodotto agiscono associazioni culturali e di promozione, produttori, ristorazione, pro-loco, stampa, tv e radio locali, il mondo della ricerca e tanto ancora…come ben dimostrano alcuni prodotti recuperati dall’oblio e oggi diventati grazie al progetto “ABC” dei veri e propri brand, come la Cipolla Ramata di Montoro, il Pomodoro del piennolo del Vesuvio, il Cece di cicerale, il Maracuoccio, il Pomodoro Fiascone, il Pomodoro Corbarino, il Carciofo Bianco di Pertosa/Paestum e la Patata di fossa o di Montagna di Castelcivita.
Speciale Reportage fotografico di GIOVAN GIUSEPPE LUBRANO
Collaborazione Giuseppina Di Guida
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