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Lavori alle fogne, Pascale: Nessun complotto, andiamo avanti

DI FRANCESCO FERRANDINO

LACCO AMENO. Dopo la denuncia apparsa su “Il Golfo” alcuni giorni fa riguardante vari aspetti dei lavori di ristrutturazione della rete fognaria di Lacco Ameno, appena iniziati, Giacomo Pascale reagisce ai sospetti e alle ipotesi di irregolarità adombrate nell’articolo apparso domenica scorsa. Il sindaco rivendica la piena opportunità della decisione di dare il via ai lavori e respinge ogni scenario “cospirativo” dietro l’aggiudicazione dei lavori. Secondo “l’accusa”, non sarebbe affatto possibile concludere i lavori in soli 90 giorni  anziché negli 11 mesi previsti originariamente; sul punto il primo cittadino risponde così: «Non so se chi lancia tali critiche sia un tecnico o se parla soltanto per sentito dire. Viene fatto l’esempio di altri comuni e altri appalti, mentre in realtà ogni cantiere fa storia a sé. A Lacco abbiamo una situazione di una chiarezza e semplicità estrema. Esiste questa tagliola della rendicontazione al 31.12.2015. La scelta era tra perdere il finanziamento, oppure provare a effettuare i lavori per non perdere tale occasione. Siccome quest’opera a Lacco Ameno è attesa da oltre trent’anni, l’amministrazione si è determinata a provarci. Per riuscirci, abbiamo effettuato un mese di studi valutando attentamente tutti i rischi e le implicazioni insieme alla ditta, la quale ha affermato che reputa possibile concludere i lavori in tre mesi con turni di lavoro continui, rivedendo così i termini iniziali. E’ evidente che in tal modo il Comune è al riparo. Tutte queste supposizioni sui mancati utili o su eventuali citazioni per danni sono soltanto chiacchiere senza alcun peso. La ditta ha fatto le sue analisi, e le sue valutazioni, studiando bene il progetto e si è determinata a compiere tale opera con il Comune. Questo è tutto. Per quanto riguarda le somme, Visti i tempi ristretti, i pagamenti avverranno in due sole fasi, tramite versamento di acconto e poi di saldo finale, anche perché a tutt’oggi non è prevista alcuna proroga dalla Regione. Se poi arriverà una proroga, ben venga, viste le difficoltà di tanti altri comuni della Campania nell’impiegare i finanziamenti, ma adesso dobbiamo ragionare sulla situazione esistente, cioè pensando che dovremo terminare entro il 31 dicembre». Sperate in una proroga, oppure siete convinti che non ve ne sarà bisogno? «Stabilire un’eventuale proroga è compito che spetta soltanto alla Regione, al Governatore De Luca: se la concederà, non farà solo gli interessi di Lacco, ma dell’intera regione, visto che centinaia di comuni sono ancora alle prese con simili opere pubbliche e cantieri aperti sulle strade. Tornando a Lacco, noi e la ditta abbiamo preso un accordo preciso, in cui ciascuna delle due parti si è assunta determinati impegni. Noi come amministrazione abbiamo tenuto fede ai nostri: abbiamo messo a disposizione le aree di cantiere, abbiamo garantito la consegna degli spazi, abbiamo organizzato la viabilità, fornendo tutto quanto ci veniva richiesto. Spero che anche gli altri facciano la stessa cosa, nell’interesse di tutti: noi nell’interesse precipuo del Paese, gli altri nell’interesse dell’impresa. Ce la possiamo fare, e nel caso risolveremo un grave e annoso problema. Continuo a chiedere la collaborazione di tutti perché questa è un’impresa che riusciremo a portare a compimento se siamo tutti dalla stessa parte: l’amministrazione, il comando vigili, i commercianti, i turisti, gli albergatori, i cittadini, e le mamme che accompagnano i loro bambini alle scuole elementari sul corso. Con tale sinergia e collaborazione, metteremo fine a quegli indegni zampilli che affiorano da tombini e grate ogni volta che piove». La ditta Di Maio, seconda arrivata in gara, aveva offerto uno sconto di gran lunga maggiore rispetto a quella risultata vincitrice; si profila un pericolo di ricorso contro la procedura, con esiti perniciosi per le stremate casse comunali: «Guardi, con tutto il rispetto, questa non è una problematica che riguarda l’attuale sindaco. Io non devo entrare negli atti tecnici di gara. Io ho compiuto soltanto l’affidamento. La gara era già stata espletata, io non avrei mai avuto i tempi tecnici per indire ex novo una gara. I lavori sono stati regolarmente appaltati, e sono stati regolarmente aggiudicati a questa ditta. Se poi il secondo classificato ritiene di avere rimostranze da fare, le faccia pure nelle sedi opportune». Appunto, entro un certo termine, il 21 ottobre, tale ditta potrebbe fare ricorso, con le immaginabili conseguenze per i lavori in corso: «Io non potevo assolutamente attendere inerte il 22 ottobre. Se il secondo classificato ritiene di aver subìto un torto o che siano stati calpestati i suoi legittimi diritti, ripeto, li facesse valere nella sede opportuna. Non ho paura. Non sono un magistrato, faccio un altro mestiere: faccio il sindaco. Devo salvaguardare gli interessi dell’ente. Io mi sono trovato dinanzi a una scelta. Questi finanziamenti sui progetti a valere sull’accelerazione della spesa stanno creando diversi problemi a più del 50% dei comuni della regione Campania. Noi ci siamo trovati di fronte all’alternativa: o appaltare i lavori come abbiamo fatto, oppure perdere il finanziamento. Siccome si tratta di un’opera importantissima, io ho avuto il coraggio di far partire i lavori e raccogliere la sfida». Nell’articolo accusatorio di domenica vengono adombrate ipotesi di “ghost engineers”, di progettisti isolani “occulti” nonostante la ditta ICI sia di Venafro, oltre che di scambio di notizie fondamentali ai fini dell’aggiudicazione del bando: «Non sono un pubblico  ministero, non conduco indagini. Sono un sindaco che si è preso la responsabilità della più grande opera infrastrutturale del comune di Lacco Ameno, che aspettiamo da 30 anni. Tutto il resto è coreografia, chiacchiere. Io mi assumo la responsabilità di quello che sto facendo, cioè fare tutto il possibile per impedire la revoca dei finanziamenti. Sono convinto che questa era l’ultima occasione, l’ultimo treno da cogliere per riuscire a compiere tale opera necessaria per Lacco: il paese ha estremo bisogno di questi lavori, visto che bastano pochi spruzzi di pioggia perché si produca quello spettacolo indecoroso sul corso Rizzoli, che si allaga immediatamente. Io mi assumo la responsabilità di quello che faccio da quando sono entrato in carica. Tutto il resto non mi appartiene, non mi interessa né mi appassiona, e mi piace pensare che non appassioni neanche i miei concittadini, che mi hanno eletto sindaco per risolvere i problemi, non per farmi “pubblico ministero”. Quindi, tutte queste elucubrazioni cospiratorie sulla ditta, sul progetto, su fughe di notizie, ripeto, non mi riguardano. Ognuno può intraprendere quello che vuole nelle sedi opportune. Io mi schiererò a difesa degli atti amministrativi, com’è giusto che sia». La ditta vincitrice, la ICI, risulta essere di proprietà di Aniello Patriciello, il cui fratello Aldo è eurodeputato di Forza Italia, lo stesso partito del Senatore De Siano: «Come ho avuto modo di precisare, quando è stata decisa questa gara io non facevo parte dell’amministrazione, quindi tutto il “gossip” a me non interessa affatto. Dovendo fare gli interessi della mia comunità, non me la sono sentita di lasciar cadere la possibilità di impiegare proficuamente i finanziamenti per un’opera così importante».

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