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Inchiesta rifiuti, snodo cruciale per De Siano e Rando

Di Francesco Ferrandino

ISCHIA. Oggi il Tribunale del Riesame esaminerà i ricorsi presentati dai legali del Senatore Domenico De Siano e del dottor Enzo Rando, entrambi colpiti dalle misure cautelari stabilite dal Gip Claudia Picciotti nell’ordinanza che lo scorso 15 gennaio ha scatenato lo scandalo-rifiuti sulla triangolazione Forio-Lacco Ameno-Monte di Procida. Una giornata quindi importante, se non decisiva, per definire le posizioni dei due indagati, almeno in questa fase pre-processuale. Un appuntamento a cui il senatore e il dirigente del comune di Forio arrivano con percorsi differenti, a partire dalle stesse misure applicate dal Gip: per Domenico De Siano era stato emanato un provvedimento che prescriveva gli arresti domiciliari (come richiesto dai sostituti procuratori Graziella Arlomede e Maria Sepe, misura applicata anche allo storico collaboratore di De Siano, Oscar Rumolo, e al patron della Ego Eco, Vittorio Ciummo), ma la qualifica di parlamentare ha provocato la sospensione dell’esecuzione per l’ex sindaco di Lacco Ameno, in attesa della decisione dell’apposita Giunta per le elezioni e le immunità parlamentari del Senato. Per Vincenzo Rando, invece, il Gip aveva stabilito la più lieve misura dell’obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria per tre volte a settimana. La difesa del dirigente foriano aveva comunque richiesto la revoca del provvedimento al magistrato, che però lo scorso 26 gennaio ha respinto tale istanza. Obiettivamente, la posizione di Rando (difeso dall’avvocato Cristiano Rossetti) è resa abbastanza “critica” da quanto emerso dalle indagini, che sembrano posizionarlo al centro della “partita” tra la Cite e la Ego Eco, le due aziende  che si contendevano l’appalto per la gestione del servizio di raccolta e smaltimento rifiuti, e che il Gip interpreta  come capisaldi di due blocchi corruttivi. La prima azienda, secondo il gip, inizialmente godeva delle simpatie di Luigi Cesaro e dunque anche di Domenico De Siano e Oscar Rumolo, e in questo contesto Ciummo avrebbe instaurato una serie di relazioni con i referenti locali dell’amministrazione comunale, agendo di fatto proprio su Rando e Rumolo. Il magistrato parla senza mezzi termini di “un intreccio davvero perverso di contrapposti interessi che ha visto la vittoria della gara da parte del consorzio, sia in occasione del primo bando (poi annullato per l’accertata illegittimità consistita nelle modifiche di partecipazione alla gara, al fine di consentirne l’accesso alla CITE, priva dei requisiti), sia in relazione alla seconda gara (illegittimamente indetta a seguito dell’esclusione della CITE, anziché procedere all’aggiudicazione a favore della seconda impresa classificata)”. I pm sottolineano il ricorrere del nome di Rando in varie intercettazioni, tra cui la conversazione telefonica del 18 novembre 2011 tra Vittorio Ciummo e il suo collaboratore Salvatore Antifono, nel corso della quale quest’ultimo rappresentava la necessità di effettuare un “intervento” sulle viste per il quale andava corrisposta la somma di 15.000 euro. I successivi accertamenti portavano a far capire che si trattava di sostituire la busta della gara, attività illecita che secondo gli inquirenti sarebbe stata portata a compimento anche grazie alla complicità di Enzo Rando, responsabile unico del procedimento. La difesa del dottor Rando, sostenuta dall’avvocato Rossetti, presumibilmente verterà sulla mancanza di esigenze cautelari sin dal giorno dell’emissione dell’ordinanza, giacché Rando dal luglio scorso non è più responsabile del settore finanziario del Comune di Forio, circostanza che impedirebbe qualsiasi pericolo di reiterazione del reato, paventato ancora dalla Procura. La posizione del Senatore, che avrebbe dovuto essere discussa al Riesame nell’udienza fissata per venerdì scorso poi slittata a oggi per un vizio di notifica, viene strettamente legata dalla pubblica accusa a quella di Rumolo, pur se le intercettazioni emerse, che non vedono De Siano intervenire direttamente nella materia degli appalti, indurranno verosimilmente la difesa dell’esponente di Forza Italia (sostenuta dagli avvocati Tortora e Pane) ad affermare dinanzi ai giudici della libertà  la completa estraneità di De Siano ai fatti contestati, in particolare ai presunti accordi corruttivi intercorsi tra gli altri protagonisti dell’inchiesta, motivandola anche con quanto emerge da alcune conversazioni  inserite nell’ordinanza del Gip, in cui si legge che il dottor Rumolo, da sempre stretto collaboratore del senatore, si raccomandava con il titolare della Ego Eco, Vittorio Ciummo, affinché “non si parli di dazioni di denaro al cospetto di De Siano”. Il responso del collegio del riesame ovviamente influenzerà il procedimento in corso presso la giunta delle elezioni e delle  immunità parlamentari, riunitasi lo scorso 21 gennaio in seduta plenaria per esaminare la domanda di autorizzazione all’esecuzione della misura cautelare degli arresti domiciliari nei confronti del Senatore, che in tale sede si è visto fissare un termine di dieci giorni per far pervenire memorie difensive o per chiedere di essere ascoltato dalla Giunta stessa, termine scaduto ieri 1 febbraio. Un eventuale annullamento della misura cautelare farebbe cessare la materia del contendere presso la giunta del Senato. L’esito del Riesame avrà anche possibili ripercussioni di tipo politico: se le accuse dovessero cadere, infatti, De Siano resterà presumibilmente in sella come coordinatore regionale di Forza Italia, vista anche la stima personale che gode presso lo stesso Silvio Berlusconi.

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