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«Nonna, anticipa i soldi»: truffatore seriale di anziani arrestato a Ischia 

ISCHIA. Era specializzato in una delle pratiche più bieche che si possano mai attuare, quella cioè di raggirare anziani indifesi. Con uno stratagemma davvero ingegnoso: “Nonna, ti vengono a portare un pacco, puoi anticipare i soldi per me?”. E così nel mirino di un soggetto senza scrupoli è finita una ultraottantenne. Poi, però, le forze dell’ordine hanno acciuffato il malfattore assicurandolo alla giustizia. In sintesi, i carabinieri del Nucleo Operativo e Radiomobile, guidati dal capitano Andrea Centrella, hanno sottoposto a fermo per truffa aggravata ai danni di anziani tale G.C., 46enne dei Quartieri Spagnoli già noto alle forze dell’ordine. L’uomo era stato notato aggirarsi con fare sospetto per l’isola durante servizi di monitoraggio del territorio predisposti a seguito di denunce per truffa a danno di anziani ed è stato bloccato nel porto di Casamicciola Terme e i militari lo avevano subito tenuto d’occhio sospettando intenzioni losche. Un’intuizione che si è rivelata indovinata e che ha consentito di bloccarlo prima che potesse ulteriormente reiterare la propria condotta criminosa.

LA GENESI DELL’ATTIVITA’ INVESTIGATIVA

E’ davvero complessa la genesi dell’attività investigativa che ha portato all’arresto del partenopeo. Le forze dell’ordine erano chiaramente a conoscenza del fatto che da alcuni mesi le isole di Ischia e Procida fossero meta di soggetti che, adottando particolari modus operandi, erano soliti consumare truffe in danno di persone anziane sottraendo loro ingenti somme di denaro, gioielli e oggetti vari. La tecnica di adescamento delle “prede” che venivano prescelte si configurava dapprima attraverso un contatto telefonico tra un soggetto che dichiarandosi avvocato, appartenente alle forze dell’ordine o addirittura nipote dell’anziana da depredare, la induceva a racimolare ogni avere di cui fosse in possesso per evitare un imminente pericolo per il proprio congiunto. Subito dopo un altro complice dell’interlocutore, che si era preventivamente posizionato nelle immediate vicinanze dell’abitazione della vittima, dopo aver atteso il consenso raggiungeva l’abitazione della vittima e prelevava quanto questa era riuscite a mettere da parte. Semplice, come bere un bicchier d’acqua.

I 4.500 EURO SOTTRATTI AD UN ANZIANO IL 4 AGOSTO

Una pratica che nel tempo veniva reiterata e che dunque metteva in condizione gli operatori, col chiaro intento di contrastare e reprimere un fenomeno che anche sulle isole si era diffuso a macchia d’olio, di iniziare a leggere con attenzione tutte le denunce presentate dai cittadini con l’intento di farsi un’idea quantomeno dei tratti somatici degli autori di queste truffe attraverso le descrizioni che venivano fornite dalle vittime. In particolare risultava abbastanza significativa quella resa da un uomo di 85 anni, D.T., che proprio il 4 agosto si era visto sottrarre con lo stratagemma appena spiegato la consistente somma di 4.500 euro. A questo punto i carabinieri, ritenendo che il delinquente non avesse resistito alla tentazione di mettere a segno un altro “colpo” sull’isola, iniziavano dei servizi mirati in abiti borghesi nel tentativo di individuarlo per poterlo poi pedinare. La svolta è arrivata nella mattinata di martedì, quando gli uomini del cap. Centrella notavano nella zona riservata alla sosta dei ciclomotori nei pressi del porto di Casamicciola un uomo – le cui caratteristiche erano proprio quelle descritte dall’anziano derubato, che parlava in maniera molto fitta e agitata al telefono. I militari decidevano così di seguire l’uomo che dopo aver interrotto la sua conversazione con il cellulare, chiudeva la sella di uno scooter e si dirigeva precipitosamente verso la biglietteria della Snav, dove acquistava un biglietto di aliscafo per raggiungere il Molo Beverello. Ma mentre si dirigeva verso il terminal, si guardava attorno con circospezione.

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BLOCCATO AL PORTO MENTRE RAGGIUNGEVA L’ALISCAFO

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I carabinieri, a quel punto, hanno deciso di fermarlo ed identificarlo prima di sottoporlo ad una accurata perquisizione personale. I tutori dell’ordine trovavano ben occultata all’interno del pantaloncino indossato da G.C. una busta contenente la somma di 5.800 euro in banconote da cinquanta. Sempre all’interno del pantalone, erano custodite due mazzette di denaro ammontanti a complessivi 950 euro. L’uomo, di fronte alle incalzanti domande gli investigatori, confessava spontaneamente che qualche giorno prima aveva consumato una truffa presso l’abitazione di tale D.T. La ricerche venivano estese anche al mezzo di trasporto che il napoletano aveva lasciato parcheggiato prima di raggiungere l’imbarco, ma all’interno veniva rinvenuto un pacco di zucchero da un chilo oltre ad una patente risultata completamente contraffatta e con generalità diverse. Che, ovviamente, aveva utilizzato per noleggiare lo scooter senza lasciare tracce del suo passaggio.

COSI’ HA “SFILATO” 6.200 EURO AD UNA ANZIANA LACCHESE

G.C., evidentemente per non aggravare oltremodo la sua posizione, decideva di collaborare con le forze dell’ordine e confessava di aver compiuto poco prima, e dunque nella stessa mattinata, un’altra truffa presso un’abitazione di Lacco Ameno a danno di un’anziana donna, A.C., ultranovantenne. La signora veniva contattata e raggiunta dai carabinieri e mostrava loro una confezione di zucchero che era stata confezionata con carta da regalo e che aveva le medesime caratteristiche di quella ritrovata nella sella dello scooter. A.C. ha poi raccontato ai carabinieri di essere stata contattata da un sedicente nipote che l’aveva invitata a consegnare la somma di 6.200 euro alla persona incaricata nel recapito di tale pacco. Sia la donna che l’altra vittima, D.T., riconoscevano l’autore delle truffe: a suo carico, tra l’altro, risultano numerosi precedenti penali tra cui anche quello di associazione mafiosa. Da qui l’arresto e la conseguente traduzione presso il carcere di Poggioreale. Ovviamente i carabinieri hanno avviato tutte le attività del caso per verificare se l’uomo avesse commesso altre truffe analoghe sull’isola anche perché non è da escludere che ci possano essere anziani che, anche imbarazzati e per la vergogna provata, potrebbero non aver denunciato i fatti alle forze dell’ordine e magari non averli nemmeno raccontati ai parenti. Se così fosse, la speranza è che si facciano avanti, comprendendo che è decisamente la scelta più giusta.

DI GAETANO FERRANDINO

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