ARCHIVIO 3ARCHIVIO 5

L’avvocatura e quella battaglia di civiltà

DI FRANCESCO CELLAMMARE

L’Avvocatura sta patendo la crisi probabilmente più avvilente della sua storia. Gli ultimi Governi hanno un po’ alla volta smantellato il Servizio Giustizia fondamentale per la pace sociale e la crescita economica della Nazione, demonizzando e immiserendo gli Avvocati, colpevoli di aver difeso il popolo italiano ed i più deboli a danno degli interessi di una ristretta cerchia di potere, delle cd. lobbies finanziarie, bancarie, industriali ed assicurative. Le Toghe andavano fermate con ogni espediente possibile. Iniziò così la mattanza della Classe Forense e con essa la rottamazione della Costituzione e dei Diritti dei Cittadini. Il primo affondo ma anche evidentemente il più duro ci fu inferto dal famoso Decreto Bersani che abolì le tariffe forensi ma in particolare i minimi tariffari obbligatori ed inderogabili che erano la nostra unica vera garanzia di sopravvivenza. Seguirono tanti altri schiaffi che limitando l’accesso alla Giurisdizione attraverso un aumento a dismisura delle spese di Giustizia, la Riforma della Geografia Giudiziaria e tutta una serie di paletti e condizioni di procedibilità, ed imponendo sempre più adempimenti (ad esempio in materia di Privacy, mediazione obbligatoria, negoziazione assistita obbligatoria, fatturazione elettronica, processo telematico, firma digitale ecc…) e relativi adeguamenti agli studi legali e facendo lievitare i costi di gestione, un po’ alla volta, unitamente ad una scellerata pressione fiscale e previdenziale, hanno letteralmente messo in ginocchio gran parte dei miei Colleghi. Ma riducendo alla fame chi dovrebbe tutelare i Diritti si nega effettività di tutela giudiziaria ai Cittadini e si indebolisce la democrazia. In questo drammatico scenario la legge sull’equo compenso rappresenta un primo per quanto flebile segnale positivo, prevedendo che la grande committenza pubblica e privata riconosca all’Avvocato quantomeno un compenso minimo e adeguato al valore dell’attività professionale prestata.

Nella prassi, tuttavia, tanto la magistratura quanto le committenze disapplicano sistematicamente sia i parametri ministeriali di liquidazione (addirittura spesso senza alcun criterio logico si compensano le spese di giudizio o si liquidano compensi ridicoli) sia la disciplina dell’equo compenso che, ahimè, è rimasta sinora lettera morta. Con un gruppo di Colleghi volenterosi e da sempre in trincea abbiamo scommesso sul l’attuazione dell’equo compenso, fondano il Comitato No Gratis, presieduto dall’ex Presidente del COA di Napoli, Armando Rossi, e con il patrocinio dell’Avv. Elio Errichiello abbiamo iniziato ad impugnare innanzi alla Giustizia Amministrativa i bandi per la formazione degli elenchi di Avvocati degli Enti pubblici illegittimi, conseguendo subito l’annullamento del bando del Comune di Marano che prevedeva compensi solo per le pratiche di valore superiore a 500 euro, pretendendo nientedimeno che per quelle di valore inferiore gli Avvocati convenzionati lavorassero gratis. Sono seguite altre impugnative ed in alcuni casi come per il Comune di Barano d’Ischia abbiamo anche trovato la più ampia disponibilità e sensibilità degli amministratori che in autotutela hanno sospeso il bando per riconsiderare i compensi. Proseguiamo questo cammino tutto in salita perché solo restituendo all’Avvocatura quel minimo di Dignità che le compete per la funzione costituzionale che è chiamata a svolgere e riassestando come si deve la macchina giudiziaria con imponenti innesti di personale amministrativo oggi ridotto all’osso e di magistrati, rivisitando la geografia giudiziaria in modo che tutto il Paese sia raggiunto dalla Giustizia, accelerando i tempi dei processi e migliorando la qualità dei provvedimenti giudiziari, sarà realmente garantito il ruolo dell’Avvocato ed il funzionamento della Giurisdizione. Ci si chieda allora quanto vale una Giustizia celere ed efficiente in termini di crescita e di PIL. Il viaggio del l’Italia fuori dalla crisi non può prescindere da una Avvocatura più forte e da una Giustizia funzionante. Noi ci siamo, non siamo ancora domi, nè mai ci faremo ammutolire, convinti che l’Italia e le nostre Toghe possano rinascere insieme a tutela della Giustizia, della Democrazia, della Libertà e del Benessere del Popolo Italiano.

* PRESIDENTE ASSOCIAZIONE FORENSE ISOLA D’ISCHIA

Ads

Articoli Correlati

0 0 voti
Article Rating
Sottoscrivi
Notificami
guest

0 Commenti
Inline Feedbacks
Visualizza tutti i commenti
Pulsante per tornare all'inizio
0
Mi piacerebbe avere i vostri pensieri, per favore commentatex