LE CILIEGIE, IL FRUTTO GENTILE DELL’ALLEGRIA CHE TORNA COI COLORI DELL’ESTATE IL CALO DELLE PIANTE SULL’ISOLA CHE DA OLTRE MILLE SCENDONO A POCO PIU’ DI 400
Fra poco meno di due settimane entra ufficialmente l’estate (21 giugno 2018) e con essa, alla grande tornano le ciliegie. Per loro, le nostre ciliegie, riprende l’ attesa stagione, anche se da un bel po’ già sono sul mercato e sulla nostra tavola. Sono belle a vedersi nel loro preminente colore rosso dalle varie sfumature, intense e velate tanto da diversificare i toni della loro tinta. E il bel frutto gentile della stagione: abbiamo le ciliegie rosso brillante, rosè, bluastre e nere che a Ischia chiamiamo in gergo contadino “ciliegia mulignana”. Queste ultime vanno bene per la conservazione sotto spirito o grappa, da sfoggiare nei mesi freddi in occasioni speciali in casa, in famiglia e con gli ospiti. C’è chi le “ingegna” a Natale facendole fare il paio col vino cotto e col nocillo, nettari ricercati della vecchia dispensa casareccia isolana. In ogni caso diventano così, prelibatezza e ti fanno fare bella figura. Quali sono i benefici di una bella scorpacciata di ciliegie? Le ciliegie sono un frutto ricco di vitamine. Contengono vitamina A, vitamina C e vitamine del gruppo B. Quando incominci a mangiarle non ti fermi più, preso come sei dalla voglia di mangiarne delle altre. Quando poi ti accorgi di aver esagerato ed avverti i primi segni di una insorgente indigestione, ti fermi. Nonostante ciò, sono sicuramente una fonte da non sottovalutare di sali minerali, come ferro, calcio, magnesio, potassio e zolfo. Le ciliegie di norma si raccolgono tra maggio e giugno e resistono fino a tutto luglio. I loro utilizzi alimentari più comuni riguardano la preparazione di marmellate, composte, conserve, sciroppi, liquori, frutta sciroppata, gelati, yogurt e dolci di vario genere. Naturalmente, sono ottime anche nelle macedonie. Gli utilizzi delle ciliegie vanno oltre l’alimentazione. Sulla pianta di ciliegie è fiorita una ricca serie di miti un po’ in tutto il mondo a cominciare dalla nostra isola. Infatti fra i frutti deliziosi dell’antico Giardino delle Ninfe intorno alla secolare Torre di Michelangelo, spiccavano le ciliegie di vario tipo e colore. Lucrezia D’Alagno sui ricchi banchetti di Corte che organizzava per gli ospiti del Castello d’Ischia, non faceva mai mancare le ciliegie colte nel dirimpettaio Giardino della Torre, ove alloggiavano i D’Avalos. Nella mitologia greca era la pianta sacra a Venere e i suoi frutti pare portino fortuna agli innamorati. In Sicilia si dice che le dichiarazioni d’amore fatte sotto un ciliegio saranno sempre fortunate. Le leggende Sassoni raccontano che gli alberi di ciliegio ospitino delle divinità che proteggono i campi. In Finlandia dicono che il colore rosso di questo frutto sia il simbolo del peccato. Nel folklore inglese pare che sognare un albero di ciliegie presagisca sfortuna mentre se ci spostiamo a Oriente in Cina rappresenta la bellezza femminile e il Giappone ne ha fatto il fiore simbolo nazionale fornendo anche una spiegazione per il colore rosa dei suoi fiori: sembra che in origine fossero bianchi ma dopo che i samurai caduti in battaglia vennero sepolti sotto gli alberi di ciliegio, i petali divennero rosa a causa del sangue dei valorosi guerrieri; anche i samurai che decidevano di suicidarsi, pare scegliessero di farlo proprio sotto questi alberi. Il ciliegio è un albero i cui usi non sono esclusivamente legati ai frutti che produce, ma si lascia utilizzare anche in altri modi. In falegnameria, il suo legno marrone rossastro è molto apprezzato ed usato per la creazione di mobili, strumenti musicali e svariata oggettistica. Sull’isola d’Ischia, fino agli anni ’70 si contava circa un migliaio di piante di ciliegie di media e grande dimensione. Poi il numero per mancanza di mano contadina è andato sensibilmente calando fino a diventare molto basso. Le piante di ciliegie a Ischia sono oggi poco meno di quattrocento. Il frutto è appena sufficiente per il fabbisogno privato. In pratica le ciliegie che si vendono dai nostri fruttivendoli provengono dal mercato generale ortofrutticolo di Napoli. La prima coltivazione ufficiale del ciliegio si ebbe circa 3 mila anni fa in Grecia, mentre in Italia si diffuse 400 anni prima di Cristo.
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