POLITICAPRIMO PIANO

Le confessioni di Del Deo: «E’ vero, mi hanno chiesto di candidarmi sindaco a Ischia»

Lunga intervista al primo cittadino di Forio che ammette di essere stato contattato per scendere in campo alla conquista del palazzo municipale di via Iasolino (come rivelato in esclusiva dal nostro giornale). Ma si è parlato anche di pandemia, futuro e Ancim. Immancabile, poi, la stoccata al suo predecessore Franco Regine

Solitamente in estate la politica a Ischia va in vacanza, ma questa estate non è stato così e non solo per le imminenti elezioni a Serrara Fontana. Ha destato molta curiosità e scalpore l’incontro ischitano tra il sindaco di Forio e una delegazione di imprenditori e politici locali. Posso chiedere se l’appuntamento è stato casuale, se sei stato chiamato, se lo hai caldeggiato tu o cos’altro?

«Voglio premettere che vengo dalla vecchia scuola, quella per la quale la politica non va mai in vacanza. Ciò posto, a Ischia sono stato chiamato per un incontro anche se non avevo capito di cosa si trattasse precisamente. Quando mi sono trovato davanti dodici-tredici persone, tra cui alcuni professionisti ed operatori economici molto conosciuti sul territorio, ho compreso in poco tempo che aria tirasse».

C’erano politici?

«C’era anche qualche politico, ma non farmi aggiungere di più. Il discorso è scivolato, sono sincero, quasi subito sulle elezioni amministrative in programma il prossimo anno».

Quando hai compreso quale fosse l’argomento oggetto di discussione, come ti sei posto dinanzi ai tuoi interlocutori?

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«Non posso negare che mi sono trovato in difficoltà, anche perché credo che bisogna mantenere sempre l’intesa tra i sindaci, io sono sempre stato un convinto assertore di questa linea. C’è feeling, e quindi capisco che andare in casa altrui a creare subbuglio non possa essere considerata una cosa corretta. Chi mi conosce sa che sono una persona leale con chi è lo è con me».

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«Mi è stata chiesta una disponibilità a scendere in campo, mi hanno chiesto se fossi intenzionato a capeggiare una coalizione a Ischia. Io ho ribadito il mio diniego, anche per i rapporti con Enzo Ferrandino. Qualcuno potrà obiettare che a Lacco Ameno le cose sono andate diversamente, ma in quel caso ho risposto al fuoco nemico che mi era stato scagliato contro»

Ma in questo incontro è stata chiesta anche una disponibilità a scendere in campo?

«Mi è stata chiesta una disponibilità a scendere in campo, mi hanno chiesto se fossi intenzionato a capeggiare una coalizione a Ischia. Io ho ribadito il mio diniego, anche per i rapporti con Enzo Ferrandino. Qualcuno potrà obiettare che a Lacco Ameno le cose sono andate diversamente, ma in quel caso ho risposto al fuoco nemico che mi era stato scagliato contro da qualcuno (il riferimento è a Domenico De Siano, ndr) prima nel 2013 e poi nel 2018. Nel caso di specie, invece, parliamo di rapporti onesti e cordiali».

Ne parliamo da tempo, ma più ne passa e più la domanda diventa attuale. Al prossimo giro dovrai passare il testimone ed hai sempre rimarcato che in maggioranza hai uomini e donne preparati a ricoprire la carica di primo cittadino. Ma la scrematura per la scelta del candidato è già in atto o non è ancora il momento di affrontare al vostro interno l’argomento?

«Mancano ancora due anni alla scadenza del mandato, possono cambiare tante cose. Ma ribadisco che giunta e consiglio sono tra le più qualificate di sempre a Forio e i risultati lo dimostrano in maniera chiara sia per quanto conseguito nel primo quinquennio che in questa consiliatura. L’economia a Forio ha ripreso a volare, c’è stato uno sviluppo indiscutibile e questo lo si deve anche al modo in cui è stata gestita la cosa pubblica. Adesso bisogna andare avanti proseguendo su questa strada, abbiamo tra l’altro ottenuto tanti di quei finanziamenti che la prossima amministrazione si ritroverà un vero e proprio “patrimonio”».

«Il dopo Del Deo a Forio? Mancano ancora due anni alla scadenza del mandato, possono cambiare tante cose. Ma ribadisco che giunta e consiglio sono tra le più qualificate di sempre a Forio e i risultati lo dimostrano in maniera chiara sia per quanto conseguito nel primo quinquennio che in questa consiliatura»

Quali sono i principali risultati ottenuti a riguardo?

«Devo necessariamente fare sintesi, altrimenti rischieremmo di rimanere qui un paio d’ore. Penso alla riqualificazione del lungomare della spiaggia di Citara, al nuovo parco giochi inclusivo di Panza, alla messa in sicurezza idraulica di Monterone e Cuotto Panza, all’ampliamento e riqualificazione del cimitero comunale, alla riqualificazione degli edifici pubblici adibiti ad uso scolastico, ma anche del Lungomare Colombo che sta letteralmente cambiando volto. Abbiamo rimesso a nuovo gli spogliatoi del campo sportivo di Panza, ripristinato la sede stradale di via Giovanni Mazzella che fu danneggiata dalla mareggiata del dicembre 2019, mitigati e risolti i problemi di rischio idrogeologico a Basso Cappella, Becco dell’Aquila, Carano. Un risultato straordinario lo abbiamo ottenuto poi con la riqualificazione del molo borbonico, lavoriamo per consolidare Cava dell’Isola e per risolvere il problema delle pareti rocciose a Sorgeto. Tra opere approvate, in corso di esecuzione e portate a compimento potrei continuare a lungo, credo che se c’è una cosa sulla quale non si possa obiettare, beh è certamente l’attivismo e l’operosità di questa amministrazione».

«Tra i risultati di cui l’Ancim e il sottoscritto vanno maggiormente fieri, figura la vaccinazione per le isole minori: abbiamo seduto attorno allo stesso tavolo cinque ministri più il generale Figliuolo e non era una cosa semplice. Abbiamo messo in moto un meccanismo virtuoso che poi ha spianato la strada al governatore De Luca»

Otto anni da sindaco sono più che sufficienti per farti questa domanda. Qual è il motivo per il quale sei più felice di essere primo cittadino del tuo paese e perché ogni tanto ti fermi a pensare che magari non lo rifaresti?

«Faccio politica da quando ho i calzoni corti, anche quando per dieci anni sono rimasto fuori dall’agone ho sempre avuto l’orecchio teso ai fatti locali e nazionali. La politica quando la fai con passione ti rimane dentro, non riesci ad accantonarla. Essere sindaco è un qualcosa di meraviglioso, ti dà la possibilità di “sentire” il territorio e la sua gente in maniera unica. Insomma, faccio difficoltà a trovare rimpianti o qualche motivo per il quale dovrei pentirmi di aver indossato la fascia tricolore. Se tornassi indietro rifarei tutto, anche se mi rendo conto che fare il sindaco è un qualcosa che ti assorbe completamente. Tra l’altro oggi, con i partiti che si sono dissolti o sono molto meno strutturati, spesso sei costretto a fare tutto da solo approfittando magari di conoscenze personali e dirette».

A proposito di sindaci a tempo pieno, il tuo predecessore Franco Regine più volte ha rimarcato di essere un sindaco particolarmente vicino ai cittadini…

«Beh, se faceva il sindaco incontrando la gente ogni giorno e limitandosi a firmare certificati, non mi meraviglia che abbia ottenuto risultati così scadenti. Ha fatto il sindaco in modo sui generis, ma oggi questo ruolo va svolto in Città Metropolitana e presso gli organi regionali e nazionali, dove si possono attingere opportunità e risorse per il paese e la sua comunità».

«Franco Regine? Beh, se faceva il sindaco incontrando la gente ogni giorno e limitandosi a firmare certificati, non mi meraviglia che abbia ottenuto risultati così scadenti. Ha fatto il sindaco in modo sui generis, ma oggi questo ruolo va svolto in Città Metropolitana e presso gli organi regionali e nazionali»

Con la tua presidenza l’Ancim sembra aver cambiato volto.

«Rispetto agli altri presidenti sono avvantaggiato. Immagina chi arriva dalle Eolie o dalle isole toscane, della Sardegna, da quelle laziali o dalle Tremiti. Già il fatto della distanza con Roma è una pregiudiziale non di poco conto. Noi siamo fortunati, abbiamo collegamenti marittimi frequenti, il vantaggio dell’alta velocità che ci consente di andare e tornare dalla capitale in tempi celeri. Per svolgere un incarico del genere hai bisogno di poter stare continuamente sul pezzo, i miei colleghi mi incitano a continuare perché stanno arrivando dei risultati. Abbiamo presentato degli emendamenti, tra qualche mese arriverà anche il decreto per il riparto dei 41 milioni di euro che ci sono stati erogati. Ma tra i risultati di cui l’Ancim e il sottoscritto vanno maggiormente fieri, figura senza dubbio la vaccinazione per le isole minori: abbiamo seduto attorno allo stesso tavolo cinque ministri (Gelmini, Carfagna, Speranza, Garavaglia e Cingolani) più il generale Figliuolo e ti assicuro non era una cosa semplice. Abbiamo messo in moto un meccanismo virtuoso che poi ha spianato la strada al governatore Vincenzo De Luca. I fatti oggi sono davanti a tutti, la percentuale di vaccinazioni sulle isole minori sono un fatto statistico. E non finisce qui, ho parlato col direttore generale dell’ASL Napoli 2 Nord, Antonio D’Amore, chiedendogli che il camper vaccinale possa ripetere il suo tour nelle piazze isolane, che si è rivelato particolarmente efficace e produttivo dal momento che abbiamo vaccinato altre 600 persone».

Abbiamo aperto la nostra chiacchierata chiedendo a Del Deo se strizzasse o meno l’occhio a Ischia e hai risposto in maniera chiara. Vogliamo chiuderla domandandoti in maniera diretta: cosa farai da grande?

«Ribadisco che non lascio Forio per Ischia, lo rimarco una volta di più, non lo farei per nessuno dei motivi che ho esposto poco fa. Per il resto rimango a disposizione della mia isola, della Campania e del sud, un’area che ha enormi potenzialità: abbiamo bisogno di chi ci rappresenti in maniera adeguata, e fin qui questi soggetti sono mancati. Io come Ancim ho fatto conoscere le peculiarità e le sofferenze delle isole minori a tutta l’Italia, dando un impulso notevole all’attività dell’associazione che ho l’onore di presiedere: insomma, mi pare di poter dire che quando ci si mette di impegno si può fare un buon lavoro».

Vabbè, mettiamola così: ti vedresti bene da senatore?

«Voglio soltanto lavorare per la nostra isola e per la nostra Regione, lo ripeto di nuovo. C’è bisogno di qualcuno che ci rappresenti a livello parlamentare lavorando anche per snellire certe procedure burocratiche, cosa che peraltro ci ha sempre chiesto l’Europa insieme alle riforme della giustizia e della pressione fiscale. Abbiamo ricevuto 240 miliardi per il recovery fund ma con questi lacci e lacciuoli che ci attanagliano rischiamo di non spenderne una buona parte. Su questo aspetto siamo indietro anni luce rispetto a paesi come Polonia e Repubblica Ceca. E bisogna mettere mano a questa questione in fretta e soprattutto facendo i fatti e non le chiacchiere».

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