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I lavori ai cavi elettrici e il mistero della Fundera

Di Francesco Ferrandino

LACCO AMENO. Oggi dovrebbero definitivamente concludersi le operazioni di controllo e di ispezione sul cavidotto della Fundera effettuate da “Terna Rete Italia”, la società che si occupa dell’esercizio, della manutenzione e dello sviluppo della rete elettrica di trasmissione nazionale. L’arenile accanto all’eliporto costituisce infatti il punto d’arrivo sull’isola del cavo ad alta tensione proveniente da Cuma. L’ispezione da parte di Terna, che parla ufficialmente di “lavori di manutenzione” non altrimenti specificati, con ogni probabilità si inserisce in una serie di controlli in atto per capire l’origine dei disservizi che la rete elettrica isolana ha registrato nelle scorse settimane, talvolta a distanza ravvicinata, con improvvisi brevi black out che hanno interessato varie zone dell’isola. Ricordiamo che tra il 25 febbraio e il 26 marzo, dopo apposita ordinanza del Circomare di Ischia, la società Abysslab per conto di Terna ha effettuato diverse ispezioni lungo il tratto sottomarino dei cavi elettrici in questione. Restano alcuni interrogativi circa la sicurezza delle operazioni di manutenzione, timori sollevati da alcune persone residenti nella zona che  desidererebbero veder fugato ogni dubbio sulla natura e sull’origine della macchia oleosa avvistata proprio sul litorale della Fundera,  oggetto tre giorni fa di una ricognizione da parte della Guardia Costiera a seguito di un’apposita segnalazione. Al momento dell’ispezione la superficie interessata dall’iridescenza, come riportato nell’edizione di mercoledì, risultava simile a quella che si rileva in presenza di idrocarburi riversati in mare. I rilievi non hanno tuttavia consentito di risalire all’origine dello sversamento. I controlli dell’Autorità Costiera, sotto la guida del Comandante Alessio De Angelis, continueranno comunque a intervalli regolari e costanti, anche per fugare i dubbi di coloro che, vivendo nella zona, conoscono i rischi delle operazioni effettuate sui cavi dell’alta tensione, non foss’altro che per le passate esperienze vissute, quando in occasione del danneggiamento di alcuni cavi fu rilevata in mare la formazione di una larga chiazza oleosa nei pressi della lesione. Nel maggio del 2000, nel giugno del 2007 e nell’agosto del 2009, proprio in corrispondenza di una rottura dei cavi, vennero infatti avvistate estese macchie circolari di idrocarburi sulla superficie dell’acqua. Di solito, se si ispeziona un cavo elettrico sottomarino, uno dei motivi più frequenti è il  sospetto di una perdita di olio fluido dal suo interno con conseguente versamento in mare: in pratica una rottura del cavidotto.

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