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“Pizzica la camorra”, ieri a Lacco Ameno l’apertura ufficiale della sede di Libera

di Isabella Puca

foto Francesco Di Noto Morgera

Lacco Ameno – Una mattinata di festa per il comune di Lacco Ameno quella di ieri che ha visto la presentazione ufficiale del presidio di Ischia e Procida di “Libera dalle mafie” che ha scelto di porre lì la sua sede. Alla presenza delle autorità e di una rappresentanza di alcune scuole superiori, come il liceo di scienze umane e il Mennella, Luciana Di Mauro, vedova di Gaetano Montanino a cui è dedicato il presidio, e altri familiari delle vittime di camorra, hanno riaperto le loro ferite raccontando ai presenti il perché di quell’associazione. È stato Egidio Ferrante, anima dell’evento, a introdurre i vari interventi raccontando dell’incontro e dell’amicizia con Luciana da cui poi è scaturita la volontà di ricordare Gaetano Montanino anche qui sull’isola, «Don Ciotti – ha spiegato Egidio – lega il presidio al sostegno ai familiari delle vittime di camorra per dare un segno al territorio. Voi avete portato il dolore, ma intorno al presidio creiamo festa, memoria e documentazione. Si parte dal dolore per idea di comunità». Il sindaco di Lacco Ameno, Giacomo Pascale, ha portato il saluto dei sindaci dell’isola sottolineando l’impegno dell’intera amministrazione nei riguardi dell’Associazione, «sono contento di vedere qui tanti  giovani; la legalità è tante cose, è non approfittare di un ruolo che si ricopre, è non fare disparità di comportamento. Ringrazio il mio assessore alla cultura l’ avvocato Cecilia Prota, sempre sensibile e disponibile a organizzare questo tipo di manifestazioni. Questa mattina è importante la presenza delle scuole; in una società che guarda al futuro, siete voi che dovete affrontare queste tematiche con coraggio, lo stesso che deve alimentare la speranza che un’altra società è possibile. Ognuno nel suo ruolo, bisogna lavorare affinché la criminalità organizzata non si sviluppi. L’ attenzione su questi temi è fondamentale,  ed è importante che lo facciano i docenti e le scuole. Siamo onorati di ospitare la sede qui a Lacco Ameno, considerate già vostri i locali pubblici. Vi accompagneremo in questo percorso con l’augurio che in futuro possiate portare avanti e far crescere nei giovani il coraggio di affrontare queste tematiche. Grazie per ciò che fate perchè alimentate la speranza in un futuro migliore». Accolta tra gli applausi anche il vice sindaco dell’isola di Procida l’avv. Lubrano Lavadera che ha portato il saluto dell’intera amministrazione e ha rinnovato il suo impegno per quanto riguarda la disponibilità dei luoghi pubblici, «anche il nostro territorio non ha fenomeni come quelli che hanno portato via la vita di Gaetano Montanino, la mafia e la camorra non è solo quella che spara, ma un modus vivendi. Mafiosi e camorristi lo si diventa inconsapevolmente, quando chiediamo di saltare una norma, quando crediamo che tutto sia possibile. Anche violando la natura, costruendo con il disprezzo delle norme nell’ edilizia, anche questa è camorra. Ben venga quindi Libera e questo presidio. Ringrazio Libera perché porta avanti dei valori  come l’ambiente, la vita, la legalità e dire che non é vero che tutto é relativo. In un mondo in cui tutto cambia voglio ringraziare quest’associazione e invitarla a essere presente e attiva perché rappresenta presidio di valori su cui la nostra società si deve fondare. Libera per me rappresenta un seme da coltivare».
L’ assessora Cecilia Prota ha inoltre sottolineato l’importanza della presenza delle scuole in quanto luogo dove gettare questo seme per poter avere un futuro migliore; presente anche la compagnia dei Carabinieri con il luogotenente Cimmino. La parola è poi passata alla vedova Montanino, Luciana Di Mauro che ha portato ai ragazzi di Ischia la sua testimonianza, di quando quella notte la sua vita è cambiata, di quando credeva di essere rimasta sola con Veronica, la sua unica figlia e invece ha trovato una famiglia che l’ha accolta a braccia aperte. «Sette anni fa mio marito é stato ammazzato. Quando credevo che nulla era più possibile sono riuscita ad andare oltre con il coordinamento dei familiari delle vittime della camorra, siamo diventati  fratelli di sangue con lo stesso dolore. Libera ci dà la speranza che parlando ai giovani possiamo cambiare le cose. Anche se ci manteniamo puliti siamo purtroppo abituati alla mentalità camorristica. Incontrare i giovani è stato il mio impegno sin da subito, dovevo farlo per  mia figlia che all’epoca aveva 21 anni e per gli assassini di mio marito, quattro ragazzi; il più piccolo aveva 17anni. Lui é il mio tormento, mi ha voluto subito incontrare e dopo 7 anni ho iniziato solo ora ad avere incontri con lui perché a tutti bisogna dare una seconda possibilità. Se lui riesce a salvarsi dal mio sangue è una gran cosa. Insieme possiamo fare in modo che questa  cattiva gente non esista più». Nel coordinamento anche un ischitano come Emilio D’Anna, anche egli, purtroppo, ha visto morire suo padre per mano della camorra. Era il 1993, all’epoca viveva a Giugliano dove suo padre gestiva una piccola azienda edile, lo uccisero perché si era rifiutato di pagare il pizzo. «Mio padre é morto 23 anni fa, gli chiesero il pizzo, reagì e fu ammazzato. Ho collaborato con la giustizia e i responsabili sono stati arrestati. Per paura ritorsioni abbiamo preferito vivere qui a Ischia, su di  territorio più tranquillo. In alcune realtà so che è difficile vivere nella legalità, ma mi auguro che ci sia più coscienza civile». Tra i testimoni anche Carmela Sermino e la piccola Ludovica Veropalumbo; quando suo padre fu ucciso la notte di Capodanno, da un proiettile vagante, aveva solo pochi mesi. Dopo nove anni ancora non si conosce il nome di chi sparò, il proiettile colpì l’uomo alle 23.15 mentre era seduto a tavola, a casa sua, a Torreannunziata. All’interno della sede una parete è stata dedicata alla memoria Di Gaetano Montanino con alcune foto tra le più significative, dall’altra parte uno scaffale con alcuni prodotti  nati dalle terre confiscate alla mafia e una libreria a disposizione di tutti. Tra i libri “A testa alta” di Paolo Miggiano, scrittore ed ex poliziotto, coordinatore delle attività della Fondazione Pol.i.s. per le vittime innocenti della criminalità e i beni confiscati alle mafie. «Pensavo che qui a Ischia si vivesse bene – ha detto ai presenti Miggiano – eppure, su di un’isola felice è stato dedicato un presidio alla figura di Gaetano Montanino; questo testimonia che i fenomeni criminali s’insinuano dappertutto, anche qui sull’isola; la camorra viene qui in vacanza in estate. Siamo qui in memoria di Montanino ma anche di tutti gli altri come Federica Taglialatela, un’ischitana che morì nella strage del rapido 904. Oggi la sua lapide, leggevo nelle cronache locali, è abbandonata nel degrado. Non dobbiamo dimenticare di mantenere decorosa la memoria delle vittime perché sono morti per noi. Nel libro che ho scritto per ricordare Annalisa Durante, ero indignato e questa indignazione è stata raccolta dai ragazzi; sono 25 i bambini uccisi in Campania dalla camorra».  Tra gli applausi e visi commossi quello di ieri mattina è stato un momento importante per il nostro territorio che ha visto un continuo la sera a Villa Arbusto con la pizzica, una danza popolare, la stessa che la figlia di Gaetano Montanino, Veronica, ha deciso di ballare a piedi scalzi per non perdere il contatto con la terra. Con la musica popolare e il ballo, Ischia, con il presidio ha dato un pizzico alla camorra affinché viva lontana dal nostro territorio. «É l inizio di un grande cammino, – ha concluso la vedova Montanino – affiancateci».

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