CULTURA & SOCIETA'

LE STORIE DI SANDRA La “favola” di Michele u barbier

DI SANDRA MALATESTA

Un altro personaggio importante per tutti noi è stato Michele Ferrandino (Michele U barbier). Lui aveva fin da ragazzo scelto di fare quel lavoro e, come si usava allora, si andava ad imparare da uno più esperto. E Michele fu il ragazzo (come si diceva), del salone di Renato Pollio. Nel frattempo lui conservava i soldi per mettersi in proprio. Michele era nato nel 1925 e aveva vissuto la sua infanzia a San Ciro con sua madre e i cinque fratelli e sorelle. Suo padre Pietro era imbarcato e a quei tempi gli imbarchi duravano tanto e le mamme si trovavano a fare da madre e da padre spesso caricate di responsabilità. Ma Michele era un buon figlio e un buon uomo. Fu fidanzato per dieci anni con Letizia Mattera per poi finalmente sposarsi a Pompei nel 1954. Dal loro matrimonio nacquero 4 figli, Pietro morto il 16 aprile 2003, Maria sposata e vive a Padova con marito e 2 figli, Assunta sposata Aprea unica che vive a Ischia, prof di matematica e mamma di tre figli e anche nonna di due bimbe,e Bartolo che vive in Svizzera con moglie e figlie. Una bella famiglia serena, dove l’amore regnava e dove i genitori erano presenti in modo dolce. Assunta ricorda sempre con piacere e tenerezza che il suo papà spesso dopo il lavoro faceva una partita a carte e quando tornava a casa chiedeva ai figli di guardare nelle sue tasche e loro ci trovavano cioccolate e caramelle. Michele riuscì ad avete un salone tutto suo a Via Roma dal lato del Grottino e di fronte al negozio di Michelangelo Messina. Quel salone era sempre pieno e si lavorava tanto e, come ho già detto c’erano Aniello Carcaterra, Giovanni, Peppe Musdea e Pasquale a lavorare lì, dove in estate tanti villeggianti napoletani andavano a fare barba e capelli e il lavoro raddoppiava.

A me è rimasto come ricordo quel bel profumo di dopo barba che sentivo passando lì fuori e quei sorrisi di Michele che era dolce con tutti i bambini. Aveva proprio il viso di chi è buono e un sorriso che dava luce. Babbo era amico di Michele e lo stimava molto e spesso quando abitavamo a Via Venanzio Marone prima di rientrare se eravamo andati a fare una compera babbo accostava la macchina (a quel tempo non c’erano ZTL) e lo salutava. Il salone di Michele come succedeva spesso a quei tempi, era un ritrovo per tanti, anche chi non doveva fare barba o capelli. Se si passava e c’era poca gente, cosa rara però, allora si entrava e si chiacchierava, magari uno andava a prendere dei caffè al bar grottino e poi li portava da Michele. Che tempi belli per il nostro corso, con I nostri negozi e le nostre botteghe, dico nostre perché in ognuna ci sentivamo a casa sempre accolti con affetto e Michele era così dolce con noi che se penso a lui mi viene da sorridere con tenerezza. Poi è successo che a scuola ho insegnato con sua figlia Assunta e ho capito che chi nasce da quelle parti in un modo o nell’altro si ritrova e non ci si perde mai di vista. Ciao Michele che tu sia in pace vicino a chi hai amato e sta lì con te buttando un occhio agli altri tre che sanno di aver avuto dei genitori splendidi e un fratello così caro e dolce che forse ora è un angelo…

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